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Inziai a buttare tutto il mio armadio sul letto, non trovavo niente di carino o accettabile da mettere, poi mi chiesi "perché mi stavo preoccupando se non stavamo più insieme?" E subito dopo questa domanda la voce di Lisa felice mi tornò in mente, non volevo nemmeno deludere la sua famiglia, poi perché Dylan non gliel'aveva detto?Forse era convinto di stare ancora con me, o forse credeva che io non me ne sarei mai accorta?
Domande, su domande! Perche? Guardai l'ora ed erano già le sei, se non mi sbrigavo adesso non sarei mai arrivata <Ludoo! LUDOO SEI ANCORA IN CASA?> Urlò dalla finestra Charlie <Cazzo Charlie mi fai cagare addosso così, puoi salire un attimo che non so che cazzo mettermi> Dissi alterandomi dal nervoso, lei annuì e in un batti baleno fu da me <io continuo a stare nell'idea che non dovevi accettare> Disse portandosi alla bocca delle patatine che si era portata <Dovevi sentirla, sua madre era così entusiasta>
<Ma almeno capisce che figlio ha creato> Disse sempre lei convinta della sua idea <Dai non dire così... ceh... boh non lo so>
<Non lo starai mica difendendo>
<Non dico questo>
<A me sembra proprio cosi>
<Com'è? Sto bene cosi?> Chiesi per cambiare discorso e lei approvò subito <Come provocare Dylan Obrien> Disse lei <Oh dai non ne vero> Dissi cercando di convincere più me che lei <Ah finirà male me lo sento> Disse ma io non le volevo dare retta, avevo un semplice vestito nero a tubino

 boh non lo so> <Non lo starai mica difendendo><Non dico questo><A me sembra proprio cosi> <Com'è? Sto bene cosi?> Chiesi per cambiare discorso e lei approvò subito <Come provocare Dylan Obrien> Disse lei <Oh dai non ne vero> Dissi cercando di con...

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<Va bene, se vuoi tu resta qua ma io ora vado se no arrivo in ritardo> Dissi  aprendo la porta <USA LE PROTEZIONI> Mi urlò appena arrivai dalla porta d'uscita <Scema!> Urlai a mia volta uscendo.

***

Arrivai davanti a casa sua e l'ansia mi iniziò a salire, mi stava bruciando viva e non appena avrei varcato quella porta sarei entrata all'inferno, mi avvicinai lentamente e suonai il campanello, dopo vari secondi una signora aprì la porta con un sorriso accogliente <Hey! Sono così felice che tu sia venita> Disse abbracciandomi <Si... anche io grazie mille per l'invito> Dissi cercando di essere il più naturale possibile ma ero solo un pezzo di legno <Accomodati pure Dylan dovrebbe essere a prepararsi> Disse e a quel nome mi passò un brivido per tutta la schiena <Allora tesoro come stai?> Chiese, devo ammettere che era una donna davvero gentile e accogliente non le avrei mai detto quel che era realmente accaduto tra noi <Alla grande, apparte un po la scuola> Dissi cercando di essere più naturale possibile quando in realtà stavo per sprofondare, nel mentre che scambiavamo due parole lei finiva di cucinare, era una situazione al quanto imbarazzante dato che non sapevo che dire, figuriamoci quando saremo stati tutti insieme a tavola <Scusa posso usare il bagno?> Chiesi, dovevo calmarmi e qui non era il posto adatto <Si certo vai pure> Disse, mi alzai e, più velocemente possibile, mi diressi verso la direzione giusta, appena fui davanti, senza nemmeno pensarci due volte, aprì la porta con il respiro che diminuiva <Aspetta Jul-> Entrambi ci bloccammo, davanti ai miei occhi c'era Dylan a petto nudo, un asciuga mano in vita e per finire non potevano mancare i capelli bagnati, rimasi bloccata con gli occhi spalancati e il respiro che si era ormai bloccato <L-Ludo...> Disse lui con poca  voce <Ho sbagliato scusa> Dissi velocemente per poi chiudere, sentivo tutto il mio stomaco bruciare e quasi stavo per vomitare.

***

Dopo vari minuti di respiro profondi riuscì a calmarmi e proprio in quel momento chiamarono a tavola <Okay, scusate ero un attimo in bagno> Dissi <Tranquilla accomodati pure li> Disse Lisa, il posto era esattamente di lato a Dylan, cercando si pensare ad altro mi sedetti ma la mia rigidità si poteva vedere da chilometri, nel tavolo erano tutti presenti, il padre patrick, la sorella Julia, la madre Lisa e ovviamente Dylan, iniziammo tutti a mangiare fino a che Patrick non spezzò il silenzio <Allora, vedo un po di tensione nell'aria> Disse lui e io e Dylan alzammo la testa in contemporanea verso la sua direzione <Si lo so, ce sempre un po di tensione le prime volte in famiglia> Disse lui ridendo tra se e se <Ho sentito che sei appena tornata da un viaggio in italia> Disse e subito mi irrigidì ancora di più <Si... si> Dissi abbassando la testa <Com'è andata? Tornare a casa per un po> Chiese e quasi stavo per scoppiare li davanti ma ovviamente non potevo <Si, diciamo che il viaggio non n'era come mi aspettavo, sono andata lì per un mio amico che stava male>
<Oh ora come sta?> Continuò lui, degludì rumorosamente e inziai a picchiettare il piede per terra, sentivo  come se mi stessero riempiendo di botte fino a farmi uscire sangue <Ha sofferto molto e non ce l'ha fatta, ora spero che stia bene...> Dissi non guardando nessuno in faccia, altrimenti sarei scoppiata in lacrime, per la prima volta da quando mi sono seduta a tavola sentì gli occhi di Dylan puntati addosso, rimasero tutti colpiti, diciamo che non si aspettavano una risposta del genere <Comunque anche voi avete fatto un viaggio, com'è andata?> Chiesi cercando di cambiare argomento e così tutti iniziarono a parlare di una cosa e l'altra,  non riuscivo a sentire niente, solo voci confuse, mi era tornato in testa quando ero in italia e ho passato l'inferno, quasi stavo per piangere ma non potevo, tutti sembravano divertirsi tranne me e non potevo rovinare il momento così.

Inziai a sentire gli occhi pizzicare, così per distrarmi cercai di ascoltare qualcuno ma ero solo compressa di ansia, non sarei riuscita a durare ancora per molto <Scusate torno subito> Dissi alzandomi e dirigendomi verso il bagno, aprì la porta e la chiusi alle mie spalle, feci due respiri profondi che però non riuscì a mantenere perche il fiato si accorciò mettendomi ancora più in agitazione, strinsi i lati del lavandino mentre nella mia testa continuò a girare l'immagine di Vince, le nostre ultime parole, i nostri ultimi saluti, improvvisamente sentì la porta aprirsi lentamente facendo entrare Dylan che la richiuse alle sue spalle <Ludo... hey> Disse, mi girai verso di lui e lo guardai, non riuscivo più a resistere, non potevo continuare così, avevo bisogno di lui, le corsi incontro e mi buttai tra le sue braccia e lui non ci penso due volte prima di stringermi a se, chiusi gli occhi e finalmente la sensazione che cercavo l'avevo ritrovata, quel senso di protezione, di sicurezza <Scusami, scusami> Sussurrò lui appena inziai a piangere

POV'S DYLAN
Vederla in queste condizioni mi distruggeva, come avevo potuto farle una cosa del genere, la stringevo più forte che potevo, mi sentivo come se avessi appena distrutto un vaso di porcellana e pur dopo quello che le avevo fatto lei continuava a venire da me, facendomi stare ancora peggio, avrei voluto dirle tutto ma non riuscivo, avrei voluto dirle che mi mancava ogni secondo che non c'era, avrei voluto dirle tutti i miei sentimenti, urlarglieli e ripeterli fino all'infinito, avrei voluto dirle troppe cose, ma non riuscivo... mi sentivo un vero mostro.

POV'S LUDO
<Ludo...> Ruppe il silenzio lui <Cosa> Chiesi <Io... non possiamo andare avanti così> Disse, eravamo seduti per terra, lui con la schiena contro il muro e io appoggiata a lui ancora abbracciati uno all'altro <Hai ragione> Dissi cercandomi di alzare ma lui mi strinse a se più forte non permettendomi via d'uscita <Non intendo questo> Disse e io sospirai <Lo so...> Dissi con un filo di voce <Ma dobbiamo davvero andare dagli altri> Dissi seria <Okay> Rispose lui alzandosi, ci staccammo di poco guardandoci negli occhi, sapevo che entrambi volevamo eliminare questa distanza unendo le nostre labbra, ma sapevamo anche che non era il momento giusto, che dovevamo prima sistemare tutto <Andiamo> Disse aprendo la porta, era riuscito a calmarmi finalmente e insieme tornammo a tavola.

you are everything I wanted || Dylan Obrien ||Where stories live. Discover now