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Sono passate settimane su settimane da quando Dylan era in ospedale, quasi tutti i giorni lo andavo a trovare, come sempre, pensavo di essere invadente, ma lui mi ha ripetuto più e più volte che le faceva piacere, anche perché i suoi amici muri non erano molto socievoli, la cosa positiva è che si era quasi del tutto ripreso e non ho capito bene quando... ma sarebbe uscito presto.

A scuola invece beh... apparte Charlie, tutti gli altri mi evitano, guardandomi male da distante, mi aveva avvisata la mia amica "sei nella bocca del lupo" Diceva e a quanto pare aveva ragione.

Aprì il mio armadietto per prendere i libri e tornarmene finalmente a casa ma ovviamente come si può non avere problemi in questa vita <LUDOVICA> Urlò proprio la ragazza con la voce squillante come la mia sveglia al mattino, insopportabile.
Chiusi il mio armadietto con forza da far sentire la botta e mi girai già stufa <Cosa vuoi> Chiesi <Ti ho dato tempo, anche troppo, ora tu mi dirai di Dylan Obrien> Disse lei <Perchè ti interessa così tanto> Chiesi <Non ti sembra ovvio? Qui lo conoscono tutti, secondo te non vorrebbe conoscere una ragazza come me?> Disse in aria teatrale <no.> Risposi inziando a camminare <Come scusa?> Chiese seguendomi come un cane <Senti non ci tengo molto a parlare con la "bipolare della scuola"> Dissi mimando le virgolette in aria <E a differenza tua io non ho tempo da perdere quindi se vuoi rompere il cazzo a qualcuno vai a scoparti il tuo ragazzo nel bagno della scuola> Dissi per poi girarmi, sentì dei minuti di silenzio fino a che i passi insopportabili di quei tacchetti ricominciarono <No tu non hai capito> Disse prendendomi da una spalla e girandomi di colpo dalla sua parte <Nessuno qui mi manca di rispetto quindi, se non vuoi finire paggio di ora ti consiglio di rispondere a quel che ti chiedo> Disse, non avevo intenzione di parlare, sicuramente lo avrebbe pubblicato su instagram o da qualche altra parte per avere delle stupide visual, sta di fatto che Dylan è una persona e non una macchina della popolarità quindi rimasi zitta <Okay, preparati al peggio> Disse scontrando la sua spalla con la mia e sorpassandomi, di seguito le sue galline fecero lo stesso.

A denti stretti tornai al passo e mi avviai verso l'uscita, corsi fino a casa con la rabbia che mi saliva sempre di più, entrai in camera, chiusi la porta dietro di me e, con il cuscino in faccia, cacciai un urlo
<MA SEI SCEMA!> Sentì urlare dalla finestra di Charlie, mi alzai e andai verso essa <Scusa... problemi con la puttana della scuola> Dissi sorridendo <Ah io te l'avevo detto che eri nella bocca del lupo!> Disse lei battendo le mani <Dylan come sta?> Chiese cambiando argomento <Tra poco lo dimettono> Le dissi sorridendo al solo pensiero, sono felice che stia bene finalmente, tutti ci siamo presi un bel infarto da quell'incidente, Charlie stava per riaprire bocca ma un messaggio dal mio telefono mi attirò ~Dylan sta per uscire dall'ospedale vieni se vuoi~ Scrisse mio padre, spalancai gli occhi <DEVO ANDARE> Urlai entusiasta e con tutte le mie forze iniziai a correre fino alla destinazione, entrai di colpo facendo girare tutti, ma non fregandomene niente, corsi dell'infermiera <Sono qui per->

<Si lo so è libero> Disse lei abituata a tutte queste settimane che continuavo a venire solo per lui, entrai dalla porta e lo vidi in piedi, senza bende e con degli zaini pieni di roba a terra <Hey> Disse lui sorridendomi felice di vedermi <Dyl ti dimettono!> Quasi urlai e subito dopo mi fiondai tra le sue braccia <Oddio... ehm.. scusa> Dissi staccandomi, l'avevo fatto d'istinto, non ci ho pensato due volte ed è successo... n o n  v o g l i o  s e m b r a r e  t r o p p o  i n v a d e n t e.
<Tranquilla>Disse lui ridacchiando <Ti aiuto a portare le cose fuori> Le dissi prendendo uno zaino <no tranquilla davvero ce la faccio> Disse facendo segno di darglielo <Stai per uscire da settimane di cure e secondo te ora ti darò tutto sto peso sulle spalle, devi riprenderti piano piano> Dissi come una mammina che si preoccupa del proprio figlio, lui annuì divertito e insieme uscimmo dalla porta <Allora... come ti senti> Chiesi vedendolo teso <Ho paura> Mi rispose  ingoiando la saliva <Stai per uscire da qui... perchè dovresti?> Chiesi confusa <Te lo voglio dire... sinceramente mi sento schiacciato dalla situazione, ho paura di tornare alla normalità e ho paura di... è strano ma non so se riuscirò a continuare questo lavoro...> Disse sospirando, mi irrigidì un attimo non aspettandomi questa risposta e poi mi girai verso di lui <Dylan penso sia normale... ti ci vuole del tempo ma non puoi rinunciare a una tua passione perché queste cose possono succedere ma... capisci che non possiamo bloccarci al primo gradino> Dissi cercando di farlo ragionare, non dev'essere per niente facile, lo so, ma sarebbe un peccato, non rispose, rimase lì a guardare il vuoto mentre continuavamo a camminare verso l'uscita, lo fermai un attimo <Dyl... è difficile lo so, prenditi il tuo tempo, che siano mesi o anni, ma scegli bene...> Le dissi e lui annuì sorridendo e ricominciando a camminare, appena usciti la sua famiglia era lì fuori ad aspettarlo <Dylan!> Urlarono loro felici e tutti insieme lo abbracciarono <Sei pronto a tornare a casa?> Chiese il padre <Si, decisamente> Disse sorridendo, il padre guardò lui e poi me per più volte <ehm... io allora vado...> Dissi irrigidendomi come sempre ma Dyl mi bloccò da un braccio <Aspetta, ti accompagnamo noi> Disse <No... ceh non vorrei darvi disturbo>

<Hai fatto sorridere mio figlio per settimane, non potrei esserne più grato> Disse suo padre dando una pacca sulla spalla del figlio.

Così mi convinsero, non che io ne ero molto triste di questa cosa, anzi, passare anche poco di più con Dylan, guardarlo per qualche altro secondo e perdermi nei suoi occhi è la cosa più bella di questa vita.

you are everything I wanted || Dylan Obrien ||Where stories live. Discover now