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Iniziai a correre più forte che potevo, i miei occhi bruciavano, le mie lacrime si univano al vento e io completamente distrutta dalla vita, mi avevano inflitto una spada nel petto e non so se sarei stata in grado di toglierla, arrivai fino a casa di Charlie e iniziai a bussare alla sua porta disperata, continuavo, continuavo e continuavo ancora, ma di lei nessuna risposta, mi rannicchiai in me stessa continuando a piangere <Ludo?!> Sentì una voce, la sua voce che in quel momento sembrava un miraggio, aveva tutti i sacchetti della spesa tra le mani, ma poco le importavano, li buttò a terra senza nemmeno appoggiarli e corse da me assassandosi alla mia altezza <Ludo... sono qui...hey sono qui...> Disse abbracciandomi, continuavo a disperarsi sulla sua spalla mentre lei mi massaggiava la schiena per cercare di tranquillizzarmi <Ci sono io... ci sono io> Continuava a sussurrarmi e piano piano, dopo qualche minuto, riuscì a calmarmi.

Mi aveva portata dentro casa e fatta sedere sul divano <Tieni bevilo> Disse porgendomi una tazza di te, avevo gli occhi ormai rossi, se li avessi sfiorati mi avrebbero fatto solo che male, il naso che ormai non ci passava nemmeno in minimo di aria, mi sentivo un cadavere, una persona a fin di vita, sentivo il vuoto <Allora... che successo> Chiese lei visibilmente preoccupata, sospirai dalla bocca e inziai a parlare <Dylan... sono andata da lui e dato che non mi rispondeva ho preso la chiavi che tiene di riserva e ho aperto, diciamo che quel che ho visto non era molto di mio gradimento> Dissi io sforzandomi di non piangere di nuovo <Che ti ha fatto?> Chiese lei invitandomi a continuare <Stava baciando Britt... e non appena mi ha vista a cercato di venirmi incontro... ma io ti ricordo il quasi un mese di non risposte... penso che sia ufficiale la nostra rottura, anche se era appena iniziata> Dissi abbassando lo sguardo <FIGLIO DI PUTT-> Stava dicendo la mia amica ma si bloccò dal campanello che iniziò a suonare <Chi è?> Chiesi <non ne ho la più pallida idea> Rispose, si alzò e si diresse verso la porta <No tu no!> Quasi urlò appena aprì <Ti prego, ho bisogno di parlarle> Disse lui, la sua voce, la sua voce, era lui, lo potevo riconoscere da chilometri, mi girai di poco, dato che il divano era subito a sinistra della porta, e lo vidi, con gli occhi e il naso rossi, si girò anche lui facendoci avere il contatto visivo, non appena mi vide la sua faccia cambiò, quasi sembrava che si sarebbe rimesso a piangere <Ludo... ti prego> Disse lui, ero distrutta, troppo distrutta, avrei voluto alzarmi e andare tra le sue braccia, quelle che mi facevano sentire sempre bene, con uno scudo che mi proteggeva dal male, ma non potevo, non dopo quel che mi aveva fatto, anche se ne avevo bisogno <Dylan vai via, dopo quel che hai fatti non credo ci siamo spiegazioni> Disse la mia amica con la rabbia che le saliva al cervello, se avesse continuato così penso che le avrebbe dato fuoco a quel ragazzo <Si ce ne sono, ve lo giuro, ho bisogno di te Ludo...> Disse lui e in quel momento altre lacrime iniziarono a scendere, lentamente, una dopo l'altra, sarebbe stato il momento in qui le avrei detto "Sono qui se hai bisogno di me, ci sarò sempre per te" ma non potevo, stavo lottando con tutte le mie forze per starle lontano, stavo seduta sul divano e lo guardavo, con la tazza ancora in mano che a momenti mi cadeva da quanto tremavo in quel momento <Ti prego> Quasi sussurrò ma io non avevo intenzione di rispondere, la mia unica forma di comunicazione in quel momento erano le lacrime che non avevano intenzione di fermarsi <Dylan vattene, hai già fatto abbastanza male qui, vai a rovinare la vita di qualcun'altra persona grazie> Disse Cherlie e dopo quella frase anche lui ritornò a piangere, ma la mia amica aveva più rabbia che rancore in quel momento e le sbatté la porta in faccia <gente come lui non merita persone come te> Disse la mia amica <Ma io lo amo> Dissi io involontariamente, non pensavo che questa parola mi sarebbe mai uscita dalla bocca, ma era vero, anche se non volevo ammetterlo a me stessa, la mia amica face una faccia del tipo "qui siamo fottuti se fai cosi" e rimase in silenzio, senza dire niente <Lo so... non aiuta molto ma è così> Dissi e lei, cercando di fare la comprensibile, mi mise una mano sulla spalla, come per approvazione ma in fondo entrambe sapevamo che in quel momento avrebbe voluto staccarmi la testa e giocarci a calcio.

***

È passato un po e ormai sono a casa mia, non volevo arrivare a questo ma si, stavo scorrendo le foto di io e Dylan, e non so come, non stavo piangendo, come se queste mi aiutassero, man mano che andai avanti mi capitò Vince, il mio angioletto, mi soffermai un attimo su questa foto, ci siamo noi due che sorridiamo dopo esserci truccati, me lo ricordo a memoria quel giorno, come potrei mai dimenticarmi la prima volta che Vince ha baciato Marco e cosa abbiamo fatto? Abbiamo festeggiato truccandoci.

Le foto hanno il potere di imprigionare l'attimo, che formerà il ricordo, è a questo che servono, per il ricordo dell'attimo.

Una chiamata mi arrivò facendomi leggermente sobbalzare dato che ero nel totale silenzio, risposi subito <Pronto?>

<Cara ciao! Sono la madre di Dylan, Lisa> Disse da dietro il telefono, non potevo crederci, mi stavo per sentire male <Oh si ciao> Risposi <Senti tesoro non ho ancora avuto l'opportunità da ringraziarti per quel che hai fatto a mio figlio>

<Grazie ma... davvero ceh non ce ne bisogno> Dissi, non penso sapesse niente, anche perché non avrebbe nemmeno chiamato e anche dopo tutto non volevo dire niente ai suoi genitori, non toccava a me <No tesoro davvero, e mi farebbe tantissimo piacere se mangiassi con tutti noi insieme> Disse e mi bloccai, spalancai gli occhi e per qualche secondo rimasi in silenzio <Si, certo mi... mi fa- farebbe un botto piacere> Dissi cercando di essere il più naturale possibile <Okay perfetto, domani noi arriviamo da Dylan e verso le sette puoi pure venire> Disse lei, si sentiva anche solo dalla voce che era felice di conoscere la "fidanzata" di Dylan, anche se in realtà non ero più da tanto <Allora grazie mille a domani> Dissi e di seguito attaccai, mi buttai sul letto a peso morto e quasi cacciai un urlo, volevo morire, soffocare, non esistere.
Non ci potevo credere...

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Ciao PEOPLE!!! Scusate se ieri non ho pubblicato ma ero convintissima di averlo fatto, comunque spero vi piaccia questo capitolo: )

-byme

you are everything I wanted || Dylan Obrien ||Where stories live. Discover now