«A quanto pare il sogno si sta lamentando di noi» disse Will sedendosi su una poltrona bianca.
«Uffa, adoro attaccar bottone e avere una scusa valida per ferire qualcuno» disse DarkMind sdraiandosi sul divano bianco di fronte alla poltrona del ragazzo.
«Ecco cosa non mi piace di te. Affronti tutto e tutti per il puro gusto di litigare e di creare scompiglio. Io non le capisco le persone come te»
«Perché appunto non sei come me. Questo è lo stile di vita dei Villain che si basa su una semplice regola: chi è forte sopravvive, chi non lo è crepa. Dato che alla sola età di quattordici anni sono più forte di un semplice Villain di serie S, penso proprio di potermi permettere di attaccar bottone con tutti. Ovviamente non con il mio maestro o sarebbero guai seri»

Will rimase in silenzio. Provava compassione per quella ragazza che aveva dovuto passare tutta la sua vita chissà dove sotto il diretto controllo del temibile Boss dei Villain e che aveva dovuto allenarsi sin da piccola per esaudire il desiderio di vendetta di quell'uomo.
Si chiedeva se avesse mai avuto una famiglia. Forse era stata strappata via da loro quando era piccola o forse i suoi genitori erano dei Villain. Non poteva mica chiederglielo in quel momento perché uno: lei era arrabbiata, due: non voleva impicciarsi nelle sue questioni, tre: sapeva che era inutile chiederglielo perché non gli avrebbe mai risposto e poi non era sicuro che lei sapesse che fine avevano fatto i suoi genitori.

Sospirò sconsolato e si sedette sul divano dove la ragazza era sdraiata. «Scusa per averti fatta arrabbiare... Pace?»
«Bene, ti sei scusato. Lo apprezzo, o forse no. Non mi interessa. Per me sei solo un sacco di carne che cammina, nulla di più»

Le sue parole erano taglienti come delle lame affilate, ma Will aveva sviluppato una certa immunità ad esse. Lo aveva insultato talmente tante volte che quasi non piangeva più quando ripensava agli insulti che gli facevano i bulli durante le medie o le elementari.

Si sdraiò anche lui sullo spazioso divano e iniziò ad accarezzarle la spalla. Un momento, la stava toccando senza essere respinto. Si stupì talmente tanto da cadere dal divano e rotolare fino alla poltrona.
Si rialzò e con un largo sorriso riandò dalla sua coinquilina onirica.

«Non è fantastico? Posso coccolarti!»
«Odio quando la gente mi tocca»
«Dai, non fare la scorbutica. Tutti adoriamo l'affetto che ci viene dato tramite le coccole»
«Io no. Non me le hanno mai fatte e non ci tengo ad averle. Preferisco dei cioccolatini così almeno posso sbatterli in faccia a chi me li ha dati»
«Sei irrecuperabile...»

Iniziò ad accarezzarle la spalla. Stranamente la ragazza non si oppose. Will ridacchiò, si aspettava scoppiasse di rabbia appena l'avrebbe toccata.

«Non ridere... Ti sto sfruttando per avere questo... affetto, tutto qui»
«Ah sì? Bene, sono felice che tu lo voglia»
La ragazza emise un verso svogliato girandosi a pancia in su. «Com'è avere qualcuno che ti vuole bene per davvero? Tipo una vera famiglia...»
Tentò di non far trapelare troppo stupore dalla sua voce. «È qualcosa di rassicurante. Sai che potrai sempre contare sulla tua famiglia o sugli amici per qualsiasi cosa. Le persone che ti vogliono bene stanno sempre al tuo fianco qualsiasi cosa accada e se potessero si sacrificherebbero per la tua salvezza»
«Quindi sono delle guardie del corpo?»
«Diciamo che sono più dei protettori che provano un grande affetto verso chi proteggono»

DarkMind fece per parlare, ma ricacciò giù ciò che aveva da dire perché era troppo sentimentale. Odiava mostrarsi debole e soprattutto odiava quando iniziava a desiderare una vita come quella del ragazzo che aveva di fronte. Avrebbe significato tradire il suo maestro e tutta la sua comunità per una cosa che non avrebbe mai avuto.

School of Heroes - da revisionareWhere stories live. Discover now