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Il fatidico giorno era giunto.

Nella mensa le persone si dividevano in due gruppi: quelle rilassate, che avevano affrontato già diverse spedizioni; e quelle che era poco definire ansiose, qualcuno si stava persino pentendo e valutava se davvero la sua vita potesse essere messa a rischio per un evento che spesso si concludeva senza evidenti risultati.

Io mi dimostravo stranamente tranquilla, forse il fatto di essere lì senza un apparente motivo, il fatto di averli già visti dal vivo, o magari il fatto di essere uscita dalle mura più volte prima di entrare nel corpo di ricerca, mi aiutava a mantenermi calma ed a godermi il mio tè di inizio giornata.

I miei compagni indossavano un'espressione piuttosto seria, e come biasimarli, stavano comunque per affrontare l'esterno, dovevano essere psicologicamente pronti a tutto, non si poteva mai sapere cosa sarebbe potuto succedere, e loro non potevano permettersi di rimanere attoniti davanti ad una qualche scena.

Dopotutto c'era in gioco il proprio futuro, non solo il loro, ma anche dei propri familiari, come io badavo a quello dei miei genitori, affinché potesse essere addirittura meglio di quanto si aspettassero.

Magari era questo il motivo per cui mi ero unita alla legione esplorativa.

O meglio,uno dei più consistenti; mi piaceva dire che le cose capitavano sempre per via di una successione di situazioni,e definire il perché di una scelta tanto importante con una sola motivazione era,superficiale.

Stavo andando a posare i miei piatti, ma riconobbi una voce chiamarmi con pacatezza.

Decisi quindi di fermarmi e girarmi in direzione di quest'ultima.

"T/n T/c,giusto?"  non mi stava neanche guardando,se ne stava lì,sulle sue,a fissare il suo cibo,ma comunque in attesa di una riposta dalla sottoscritta.

"S-sì!"  Stavolta fui lievemente impacciata, gli avevo già mancato di rispetto qualche mese fa e da quel momento ho cercato di ignorarlo il più possibile,il tutto per evitare una sorta di conversazione imbarazzante,o,non so,insomma,quell'uomo mi faceva salire l'ansia.

"È la tua prima spedizione no? Come ti senti a riguardo?"  Mi fissò per qualche attimo,poi tornò con lo sguardo incastrato sul suo bicchiere d'acqua.

Non sapevo bene cosa rispondere,ero come una via di mezzo tra il paragone descritto all'inizio,sebbene la mia espressione non trasparisse granché,ed il mio umore al momento era piuttosto sereno,non credo che varcate quelle mura mi sarei sentita ancora così.

Dopotutto era diverso da quelle volte.

"Sono solo un po' agitata,immagino,ma credo abbastanza nelle mie capacità." Mi limitai a poche parole.

"Già,prima o poi ti ci abituerai." Alzò il capo verso di me,poi riprese a dialogare.

"Su,ti vuoi sedere per un po'? La pausa non è ancora finita."

Avevo finito di mangiare,ma vedendolo da solo presi posto di fronte a lui.

"Non mi sembra una persona molto socievole,perché mi ha chiesto ciò?"  Nel mentre poggiai le braccia sul tavolo e trovai una posizione comoda ma composta per il mio corpo.

"È stato un po' un caso qualche tempo fa,ma ripongo delle aspettative in te; non penso tu sia una che ha fretta di morire,anche se lo sembri a dirla tutta."

Alzai un sopracciglio come risposta.

Lui sospirò,mangiò qualche boccone e continuò:"Sei dannatamente impulsiva,sarei curioso di vederti in un momento difficile dove è parecchio complicato riflettere. Chissà come te la cavi nella squadra di Levi."

L'uomo che di solito utilizzava quattro segni fonetici a battuta,mi espose un suo intero pensiero,a cui rimasi leggermente perplessa.

Era un complimento?
Mi stava sottovalutando?
Cercava semplicemente di stimolarmi?

Come al solito non mi feci troppe domande,tenni solamente bene a mente il suo discorso e cercai di focalizzarmi sul mio interlocutore,Mike.

"E lei invece? Non si sente stranito dal fatto di poter morire all'improvviso oggi, oltretutto senza che lei possa fare nulla?"

Batté le dita una dopo l'altra sul tavolo,le sopracciglia un po' crucciate.

"Morirò solo quando sarò sicuro di aver fatto di tutto per salvare la mia vita e quella di altri, ogni soldato è in grado di uscire da qualsiasi situazione se solo motivato ed è forte psicologicamente."

"Penso che dipenda molto dalle proprie emozioni,adesso ci si ripromette di mantenere il controllo di sé stessi,e poi magari si è i primi a fare il giro completo dritto nello stomaco di un gigante,sempre se così si può chiamare."

Si permise una piccola risatina.
"Immagino dipenda a seconda della persona. Oh guarda,ho finito di mangiare,meglio che vada."  Mi rivolse un saluto cordiale,successivamente se ne andò con in mano le sue stoviglie.

Stropicciai gli occhi,sperando di riuscire a levare il sonno nonché la mia faccia da pesce lesso dopo un tale dialogo.

"I pensieri filosofici di prima mattina sono i peggiori..." Pensai dandomi una botta in testa,quasi per rimproverarmi.

Ruotai gli occhi verso il resto della mensa: i miei compagni stavano parlando esattamente come nel momento in cui li avevo lasciati,Levi invece era seduto ad ascoltare i discorsi di una ragazza;scrutai una tazza,evidentemente c'era del tè,ipotizzai concluso dato che essa si trovava ferma sul tavolo da diverso tempo.
Il caporale però sembrava quasi distratto, come se fino a poco fa si stesse interessando ad altro.

Magari adesso ci stava persino riflettendo.

Tornai nella mia stanza e ripensai alla scorsa serata.
"Non morire."
"Salva la tua vita e quella degli altri."
In un qualche modo queste frasi mi facevano venire i brividi.

Più che altro,la figura di Levi mi suscitava una strana sensazione.

"Sembra un ragazzo che deve averne passate tante."


Come vi pare questa ff per ora?
Lo so,è un po' lenta ma voglio che la protagonista abbia una specie di rapporto con i vari personaggi,e non solo con Levi.
Nonostante questo siamo in una LevixReader😂
E nulla,bye😂❤️

•Good and Evil• LevixReader / Attack on TitanWhere stories live. Discover now