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Così, arrivammo all'indomani.

Nonostante percepissi l'agitazione scorrere in tutto il mio corpo, quasi come se si stesse divertendo a farlo, mi sentivo più tranquilla nel momento in cui il giorno "x" era giunto. Questo perché ormai l'unica cosa cui dovevo essere in grado di fare era avere fiducia nelle mie abilità e nei miei allenamenti passati; la squadra di Levi era piuttosto conosciuta poiché molto forte, ed il non essere all'altezza era un pensiero che cercavo di scacciarmi dalla testa ogni volta che si presentava.

Io dovevo dimostrarmi pronta.

Io potevo dimostrarmi pronta.

Bastava solo regolare quel respiro il quale più i secondi avanzavano e più diventava affannoso ed alquanto fastidioso.

Senza contare il fatto che non conoscevo nessuno se non quel ragazzo che ieri sera era entrato per "farmi rapporto".

Non che mi importasse più di tanto socializzare,l'amica l'avevo.

Uscii dal mio dormitorio mezz'ora prima dell'incontro effettivo, volevo godermi una buona colazione per quella che si prospettava una giornata impegnativa.

Attraversai velocemente il corridoio, vidi varcare da una ragazza un'altra porta: portava i capelli corti, ma non così tanto da definirli un caschetto; gli occhi del medesimo colore di questi ultimi, un nocciola, con varie sfumature. Era bassina e sembrava gentile nel modo di comportarsi, sempre se ciò si poteva dedurre dalla sua camminata leggera ma comunque piuttosto fiera.

Smisi di osservarla nel momento in cui si rese conto della mia presenza, non volendo intraprendere discorsi di alcun tipo, mi diressi verso la mensa accompagnata dalla mia solita maldestrezza.

"Avrei anche potuto parlarle" pensai dopo aver preso la mia razione di cibo.

L'impulsività era una brutta bestia, se gli altri prima di agire sentivano il bisogno di pensarci su dieci volte, io dovevo formularne cento per non rischiare di prendere dritta in faccia la scelta sbagliata, com'era appena accaduto tra l'altro.

Però,come mi sono già espressa, non mi interessava avere amici.

Ma non mi andava neanche di essere scontrosa.

E proprio mentre i vari pensieri mi giravano in testa cercando di avere la meglio, avrei giurato di sentire qualcuno fiutarmi, percependo anche un lieve soffio vicino alla mia nuca.

Mi girai di colpo presa alla sprovvista.

"Tutto ok? Sembri parecchio spaesata." l'uomo... strano, mi rivolse la parola come se nulla fosse accaduto, ed iniziò a fissarmi con occhi curiosi ma svogliati in attesa di una qualsiasi risposta da parte mia.

Sembrava essere minimo una decina d'anni più vecchio di me, ed inoltre era anche parecchio alto, ma nonostante ciò non incuteva alcun terrore, risultava solo... bizzarro, credo.

"Huh, sì, va tutto bene grazie." Alla fine mostrai un sorrisetto per dimostrare quanto detto poco fa, l'altro sembrò apprezzare quest'azione.

"Meglio così, allora? Sei nuova qui? Non mi sembra di averti mai visto." Continuò poi mangiucchiando silenziosamente il pezzo di pane che gli era stato servito.

Mi ricordò che eravamo nel bel mezzo della sala a parlare come due idioti,lui non ci destava molto caso e, nuovamente, sembrava aspettare un qualche suono da parte mia.

"Già."

"Che strano, non l'avrei mai detto. Sei piuttosto seria per essere un nuovo soldato, quasi mi ricordi qualcuno." Aggiunse una piccola risatina,non curando affatto di soffocarla,era una di quelle ironiche,le quali non si emettono perché effettivamente quel qualcosa faceva ridere.

"Non credo possa determinare il tempo che ho passato qui solo in base al mio carattere, appreso tra l'altro in neanche due minuti." Gli rivolsi una sorta di occhiata, mi stava dando un lieve fastidio,inoltre sempre più occhi si puntavano su di noi, e come biasimarli,andare a prendere posto a sedere come le persone normali era troppo difficile al mio interlocutore, ed a quanto pare io ottenevo la mia parte di colpa non riuscendo a dirglielo apertamente.

"Con permesso, non vorrei fare tardi." Mi diressi verso un tavolo libero.

"Oh comunque il mio nome è Mike Zacharias, sono un caposquadra!" Il suo tono di voce si fece più alto vedendomi andar via, rimase comunque piuttosto menefreghista.

Mi bloccai, avevo mancato di rispetto ad un capitano.

"Che figura di merda."

Non riuscii lo stesso a voltarmi, solamente, continuai per la mia strada.

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Dopo un pasto adeguato, mi diressi in giardino dove delle persone stavano già aspettando il mio arrivo.
Fortunatamente non ero in ritardo,forse erano soliti ritrovarsi lì cinque minuti prima, tradizione a cui il capitano Levi non doveva aver preso parte,data la sua mancata presenza.

Mi sedetti un poco più distante dagli altri, la loro chiacchierata di sottofondo stese i miei muscoli,tesi fin da quando mi ero svegliata,ed anche se non stavo partecipando a quella conversazione,mi piaceva questo senso di tranquillità che si fiutava nell'aria.

Mi ricordava me e Leatrice.
Mi mancava Leatrice.

"Oi." Una figura alle mie spalle richiamò la mia attenzione.

Mi guardò per qualche attimo senza dire nulla,poi riprese: "Sono il Capitano Levi,d'ora in poi seguirai i miei ordini e ti allenerai con la mia squadra. Non fare tardi e non rimanere indietro."

"Che bel benvenuto! Coinciso!" Pensai,socchiusi gli occhi cercando di darmi conforto, poi mi avvicinai al gruppetto ed imitai i loro passi...almeno per capire dove stessero andando.


Buonsalveee😂
Come vi è parso questo capitolo? Tra poco le cose inizieranno a farsi più interessanti,lo giuro AHAHAHAH,però siamo agli inizi,è normale dai.😌
E nulla,ora come ora non so che scrivere,vi prego di farmi notare vari errori di scrittura poiché potrei non essermene accorta,ciau!😂❤️

•Good and Evil• LevixReader / Attack on TitanWhere stories live. Discover now