"Oh, ecco il tè con i biscotti." Mia madre cerca di deviare l'argomento portando l'attenzione sulle domestiche che stanno arrivando.

"Solo due zollette di zucchero, grazie." Ognuna di loro decide la quantità per il loro te.

"È delizioso Kery, devi assolutamente farmi vedere quale compri."

In breve tempo l'argomento più importante diviene il tè, io mi limito a berlo, a sorridere e a commentare di tanto in tanto. Non posso pretendere di avere un certo discorso con donne di quest'epoca, per loro determinate cose potevano farle solo gli uomini. Loro esistevano solo per essere belle al loro fianco e donargli un erede, nulla di più e nulla di meno. Ringrazio di essere maturati almeno in questo campo nella nostra epoca, mi sarei sentita fin troppo oppressa a vivere costantemente in quattro mura. Fortunatamente non tutti gli uomini trattavano le proprie donne come bambole da esposizione, qualcuno che ragionava al di fuori degli schemi c'era. Solo che era molto... anzi, estremamente raro.

Le donne in nostra compagnia restano fino a sera, perdendosi in chiacchiere come: abiti, profumi, cibo, domestiche e pettegolezzi. La cosa più importante per loro è sparlare di qualcuno che, magari, pochi attimi prima stava sedendo a tavola con loro. La signora Betty aveva ragione, c'era poco da fidarsi di queste donne. Non dirò sicuramente mai nulla a loro, se adesso sparlano di qualcuna in sua assenza chi mi dice che non faranno lo stesso con me e la mia famiglia appena non saremmo più con loro? Quando sopraggiunge l'orario in cui i loro mariti sarebbero tornati, iniziano a prendere i propri soprabito e a dirigersi verso la porta. Ci salutano e vanno via.

"Cerchiamo di non aprire più certi argomenti." Commenta mia madre appena la porta si chiude.

"Non mi pare di aver detto nulla di male." Dico leggermente confusa.

"Sono pensieri che certe donne non condividono e che tu dovresti tenere per te. Pensa ciò che vuoi ma vivi come è giusto che sia."

Elisabeth guarda mia madre. "E com'è giusto vivere?"

"Come nostro Signore ci ha istruito, noi donne siamo il riparo dell'uomo. Dobbiamo esserci quando lui richiede che noi ci siamo e dobbiamo farci da parte quando lui pensa di potercela fare da solo. Siamo la sua ombra e, allo stesso tempo, la sua cosa più importante. Non possiamo distrarci con certe sciocchezze, non possiamo pensare di poter vivere la loro stessa vita. Non siamo nate per questo."

Sto per aprire bocca ma soffoco subito le parole nella mia gola, potrei vomitare da un momento all'altro se solo sento un'altra parola simile uscire dalla bocca di mia madre. Non riesco a guardare questa donna e a pensare che sia la stessa che odia sol sentire parlare di questo genere di cose. Fa un effetto molto strano, l'epoca cambia i pensieri. Anche fin troppo. Mi limito ad annuire e a fare un mezzo sorriso. Al ritorno di mio padre e mio zio ci dirigiamo direttamente a tavola per la cena. Gli uomini raccontano delle varie pratiche e di argomenti rilevanti al lavoro e mia madre racconta loro qualche pettegolezzo detto dalle signore, senza mai accennare alla discussione avuta durante l'ora del tè nata a causa mia.

Quando finiamo di cenare, mia madre e mia cugina vanno a lavarsi. Io aspetto che loro finiscano per poi richiedere la presenza di Kira durante il bagno. La richiedo con la scusa che voglio che si occupi dei miei capelli. Lei non se lo fa dire due volte e si dirige con me nel bagno. Mi aiuta a rimuovere tutti gli indumenti mentre riempie la vasca con acqua calda, una volta che sono immersa in essa lei si appresta a lavare la mia chioma.

"Signorina, i suoi capelli sono sempre più belli e lucidi. Non sa quanto desidererei averli come i suoi." Sorride.

"Oh Kira, fidati, saranno anche belli ma sono molto difficili da gestire. A volte credo abbiano vita propria." Ridacchio.

Vivere in un sognoWhere stories live. Discover now