XVII / fine

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☞︎︎︎𝒌𝒖𝒓𝒐𝒐'𝒔 𝒑𝒐𝒗
"Kuroo, devi concentrarti! Time out!" gridó l'allenatore, richiamandomi dal campo.
Erano trascorsi davvero pochi giorni da quando avevo ripreso a praticare la pallavolo, tuttavia egli non aveva esitato a convocarmi per la partita imminente.
Ancora oggi, faccio fatica a comprendere il perché di quel gesto; forse per pietà, forse per darmi quella spinta che sarebbe servita a farmi riprendere. Ma, come a mio solito, già non avevo la minima voglia di andare agli allenamenti, con la partita fu addirittura peggio.

Infatti, quella era nonché la terza volta che un mio attacco veniva murato; non che mi importasse.
Udito il time out, non esitai ad uscire dal campo e recarmi dall'uomo che poco prima aveva fatto il mio nome.
Inutile dire che, oltre ad essere preoccupata per me, la squadra era altrettanto in soggezione per quello che sarebbe stato l'esito della partita: eravamo arrivati all'ultimo set, quello che avrebbe decretato la vittoria. Muovendomi sotto gli occhi scrutatori dei compagni, afferrai un asciugamano, cercando di trascinare via lo stress assieme alle gocce di sudore; non accadde.
"Che ti succede Kuroo? Non ne hai mandata a segno una, oggi hai la testa tra le nuvole!" esclamó l'allenatore con un pizzico di compassione; non potei che notare la sua espressione alterata. Tra le occhiate preoccupate, un mio compagno mi porse una piccola boccetta d'acqua.
Bevvi finché la gola non mi si fu liberata dal deserto che l'ardeva, riuscendo finalmente ad esordire.
"Mi dispiace, cercherò di concentrarmi." furono le uniche parole che riuscii a tirar fuori.

Nonostante tenessi la testa china, riuscivo a sentire come gli sguardi puntati su di me mi trafiggessero.
I secondi che seguirono parvero mascherarsi in ore.

☞︎︎︎𝒏𝒐𝒃𝒐𝒅𝒚'𝒔 𝒑𝒐𝒗
Keiji osservava il tutto dagli spalti, scorrendo il cellulare in preda all' agitazione; quando una chiamata si fece spazio tra le notifiche, non esitò a rispondere. Essendo osservato e scrutato da Kuroo, quest'ultimo poté notare immediatamente la sua espressione mutare. Un velo di sorpresa si fece spazio tra le sue iridi bluastre. Tuttavia, Kuroo decise di non farvi troppo caso.
Quando gli eterni attimi di silenzio giunsero alla loro fine, la voce dell'allenatore prese a protraersi nella sua ramanzina. Inutile dire che il ragazzo non osò neppure crogiolarsi nell'ascoltarlo, le parole vagavano a vuoto disperdendosi nell'aria circostante.
Le sue speranze erano ormai andate in frantumi, era arrabbiato, scoraggiato, ferito nelle più profonde maniere possibili. Qualunque cosa l'uomo stesse dicendo se la sarebbe fatta scivolare sopra, consapevole del fatto che alcuna lama avrebbe potuto scalfirlo più della perdita del suo ragazzo.

Un suo compagno di squadra intervenne di punto in bianco, spezzando la voce logorroica dell'allenatore.
"Kuroo..." esordí, un sospiro assai meravigliato si intromise tra i suoi tentativi di parlare.
"Ho detto che proverò a concentrarmi. " rispose il bruno con fare freddo e deciso. Cominciava a stancarsi del fatto che le persone non potessero fare a meno di dirgli cosa fare. Tuttavia, l'amico non si fece intimidire dal suo improvviso cambio di tono, e decise che rischiare di farlo arrabbiare fosse niente in confronto alla notizia che stava per ricevere.

"No, Kuroo, non quello. Solo, porta lo sguardo all'entrata..." balbettó nel tentativo di attirare la sua scarsa attenzione.
Kuroo rimase alquanto confuso da quella frase, non poté fare a meno di domandarsi il perché mai avrebbe dovuto guardare una misera porta. Lentamente, sollevò il capo in modo da poter rivolgere il proprio sguardo all'amico; rimase sorpreso nel vedere quante persone stessero osservando un qualcosa alla sua sinistra.
Non potendo ignorare la sua curiosità, voltò lo sguardo, e fu lì che il suo cuore perse un battito. Si mise in piedi, il terreno morbido sotto le sue gambe in preda al terrore, il suo stomaco contorto.
Sentiva la testa stringersi nel tentativo di elaborare, la saliva prosciugarsi lentamente nel suo palato. Le sue labbra emisero un sospiro, la bocca spalancata.
Koutarou sostava all'entrata.

Un'ennesimo ragazzo sosteneva il suo peso alternandolo in due punti differenti: un braccio posto sulla spalla del primo, mentre l'altro intento a sorreggere una stampella. Le sue iridi dorate; la luce del suo sorriso; il manto roseo delle sue gote; Kuroo impiegó un secondo nel riconoscere Kenma.
Non appena i due ragazzi fecero la loro entrata in palestra, questo si allontanò un poco da Koutarou; la stampella fu sufficiente a sostenerlo.
Scorgendo la paura, la meraviglia nel suo sguardo, aveva già riconosciuto Kuroo. Esattamente a come i suoi ricordi suggerivano, il suo amore ancor più forte e bisognoso di pochi mesi prima. Allargò il suo sorriso, cercò conforto, la bottiglietta di Kuroo cadde dalle sue mani. Pensò di starsi inventando tutto, che una cosa simile non sarebbe mai potuta accadere.
Ma Kenma era lì.

"Kenma..." sospirò a malapena.

"Kuroo!" escalmó l'altro, il sorriso incideva le sue guance ancor di più; il sole le illuminva in ruscelli dorati.
Sperando di non svegliarsi da quello che stava divenendo il suo paradiso, Kuroo fece un passo avanti; sentiva come se quella visione sarebbe potuta sparire da un momento all'altro; così non fu.

"Kenma!" ripeté ad alta voce, cominciando a riversare i suoi passi in quella corsa perdifiato. Un abbraccio li ricongiunse, strinse i loro animi nel bisogno che sentivano per l'altro. Lacrime su lacrime si susseguirono, terrorizzato, Kuroo lo teneva nel tentativo di non farselo più scappare.

Kenma era stato dimesso dalla struttura qualche ora prima; ci vollero diversi controlli ed altrettanta forza di volontà, ma i dottori constatarono che stesse bene e che tra non molto sarebbe potuto tornare a camminare.
Non appena fu al corrente che Kuroo si trovasse ad una partita in quel momento, insistette per farsi portare là. Fu solo per merito del primo che gli venne permessa una cosa del genere.

"Quando..." singhiozzò confuso sulla spalla del biondo, la voce fin troppo spezzata per concludere la frase.
L'altro, bisognoso di tranquillità, lo strinse a lui; egli fece lo stesso.

Infine, Kenma sospiró.

"Non pensarci. Adesso sono qua, come sempre."

Spazio Autrice

Siamo arrivati alla fine, spero la storia vi sia piaciuta.
Questa è stata la mia prima fanfiction, e non ho potuto fare a meno di revisionarla un po'. Spero di averla migliorata.
Vi ringrazio per tutti i commenti e voti ricevuti fino ad adesso! <3

Passate a leggere le altre mie storie se vi va!
- desy

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 ❝𝗳𝗼𝗿𝗲𝗯𝗼𝗱𝗶𝗻𝗴❞ 𝗄𝗎𝗋𝗈𝗄𝖾𝗇Where stories live. Discover now