IX

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☞︎︎︎𝒌𝒖𝒓𝒐𝒐'𝒔 𝒑𝒐𝒗
Le mie iridi sgranate erano ormai fisse sul dottore: non aveva ancora accennato una risposta. Una volta compreso cosa ciò volesse stare a significare, pensai di non sbagliare nel credere che non fosse proprio una cosa da poco.
Infatti, nonostante il medico avesse esordito con un "quasi certamente", non era affatto sicuro che il biondo avrebbe potuto riprendersi.
"E va bene." dissi indietreggiando, le mie gambe si erano mosse da sole, mi ero avvicinato troppo "Starà meglio." conclusi preoccupato.
"Adesso posso andare da lui?" continuai.
"Per ora è meglio lasciarlo da solo, deve riposarsi, più tardi potrà andare."
"È sicuro lasciarlo da solo?" domandai di rimando.
Le mie gambe tremavano, in quel momento avrei solo e soltanto voluto vedere Kenma.

"Stia tranquillo, ci siamo noi qui." esordì il dottore nel tentativo di non farmi impensierire troppo: nonostante lo fossi già, compresi che far riposare il biondo sarebbe stata una buona idea.
"Se vuole, mentre attende può andare a prendere le cose di Kozume; dovrà stare in ospedale per un po', per qualunque cosa l'avvertiremo." continuò il medico deciso.
"No, no andrò domattina a prenderle. Grazie, aspetto qua." risposi distratto, sicuramente non avrei mai voluto allontanarmi troppo da lui.

"Va bene." concluse il dottore accennando un lieve sorriso: richiamato da un suo collega, egli scomparve dalla mia vista poco dopo.
Lasciando che il mio corpo quasi sobbalzasse dallo spavento, il telefono immediatamente squilló.

Controllai, non era altro che un ennesimo messaggio di Bokuto.
"Hey Kuroo, sicuro che tu non abbia bisogno che venga lì? Come va?"
Troppo su di giri per rispondere, mi limitai ad osservare il messaggio dalle notifiche; a passo fiacco, andai poi in sala d'attesa, visualizzando il messaggio solo una volta seduto.

Non volendolo far preoccupare ad oltranza, gli risposi immediatamente aggiornandolo sulla situazione.
Le mie dita si mossero da sole, conclusi con un ennesimo messaggio:
"Per adesso non posso entrare nella sua stanza, i dottori dicono che deve riposare. Sono in sala d'attesa."
"

Senti Kuroo, se hai bisogno non esitare a chiedere. Posso raggiungerti io nel frattempo, poi Akaashi verrà domattina." rispose subito lui.

Se devo esser sincero, esitai davanti a quest'ultimo messaggio: nonostante non volessi disturbarli troppo, riuscivo a comprendere quanto Bokuto ed Akaashi potessero essere preoccupati.
"

Va bene, grazie Bokuto." infine digitai, tirando un lieve respiro di resa.


Lasciando che i miei pessimi sentimenti potessero svampire, tentai vanamente di rilassarmi un poco: sì, vanamente dal momento che non feci altro che peggiorare la situazione.
Tentai e ritentai, e i minuti trascorsero; vista la stanchezza, cominciai a prendere sonno.
Ciò nonostante, mentre iniziavo ad addormentarmi, una mano scosse la mia spalla.
"Hey Kuroo."
Sobbalzai davanti alla sagoma di Bokuto: ricomponendosi un po', mi osservava con aria preoccupata.
"

Ho cercato di fare il più veloce possibile, scusa se ci ho messo un po'." esordí, sedendosi di fianco a me.
"Tranquillo." risposi io raddizzandomi sulla scomoda sedia; portai la mano sulle mie palpebre, la mia vista stanca faticava a mettere a fuoco.
"Non ti fanno ancora entrare nella sua stanza?" chiese lui.


"No... È passata a malapena un'ora, Bokuto."
U

n secondo, il silenzio regnava nuovamente sovrano sulle nostre menti. Bokuto era ansioso, cercava di scovare un qualsiasi modo per aiutarmi; non trovandolo, diveniva sempre più nervoso.
"Kuroo." esordì quindi, frantumando il prezioso silenzio.


"Mh?"
L

e nostre iridi si intrecciarono, i nostri sguardi immersi nella stanza.
"È stato lui vero?" mi chiese tutto d'un fiato, il tempo, il mio respiro, la mia mente si immobilizzarono alle sue parole; tremante, mi voltai in sua direzione.
"Ci ho pensato anch'io, non ne ho idea Koutarou." sospirai "Certamente non ho alcuna prova, inoltre Kenma non rammenta niente." risposi rassegnato.
"Devi andare dalla polizia Kuroo, questa storia deve finire."


"Lo so, Bokuto, ma adesso non è il momento di pensarci." lo zittii al più presto, la mia mente non era mai stata affollata quanto allora: volevo urlare, gridare davanti alle condizioni pietose nelle quali avevo trovato Kenma.

Tentando di farmi perdonare da quella mia scortesia, provai però a rimediare: stavolta fui io a frantumare il silenzio.
"Grazie per essere venuto qua, ti devo tanto." esordii.
Il mio cuore si scaldò, Bokuto presto cacciò fuori uno dei suoi migliori sorrisi.

"Mi stai davvero ringraziando?" rispose, lasciando che qualche sua carezza percorresse la mia schiena.
E

ntrambi attendemmo in sala d'attesa per diversi minuti, poi un dottore ci chiamò un'ennesima volta.


 ❝𝗳𝗼𝗿𝗲𝗯𝗼𝗱𝗶𝗻𝗴❞ 𝗄𝗎𝗋𝗈𝗄𝖾𝗇Where stories live. Discover now