VIII

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☞︎︎︎𝒌𝒖𝒓𝒐𝒐'𝒔 𝒑𝒐𝒗
Una volta uscito dalla stanza di Kenma mi precipitai alla ricerca di un dottore: il mio corpo tremava al solo pensiero di poterlo lasciare solo. Così, non appena ebbi trovato il medico, cominciai a spiegargli la situazione; subito entrarono nella camera.
Per mala sorte, rimasi nuovamente obbligato ad aspettare in sala d'attesa, sperando che facessero il più presto possibile. Purtroppo, non fu così: trascorse un'ora, in quegli strazianti, lunghi minuti i dottori non erano ancora tornati.
Non riuscivo a restare fermo, in cuor mio ero già consapevole che un trauma cranico avrebbe potuto comportare delle perdite di memoria, ma lo scoprire che Kenma si fosse dimenticato tutto, che egli non riuscisse neppure a ricordarsi di me mi lacerava, mi uccideva.

Infatti, aveva impiegato più di dieci minuti per ricordarsi il mio nome, lasciando che subito dopo potesse cominciare a sentirsi male a causa dello sforzo. Il mio cuore perse un colpo, avrei dovuto chiamare immediatamente il dottore, non mettermi a parlare con lui.
E se avessi peggiorato la situazione?
Mi accorsi della voce che già da un po' mi stava chiamando: scosso com'ero, non me n'ero neppure accorto.
"Signor Kuroo?" ripeté un'infermiera per la terza volta, avvicinandosi a me.

"Mh?"
"Mi scusi se la disturbo, ma sta tremando già da un po'. Si sente bene?" chiese preoccupata, lasciando potessi accorgermi di tutti gli sguardi che avevo attirato in sala d'attesa.
"Sí..." esordii alzandomi dalla sedia "Può dirmi che succede nella stanza di Kozume Kenma? I dottori non sono ancora usciti." continuai indicando la porta, aumentando il tono.
"Non si preoccupi, stanno facendo altre analisi, tra poco usciranno. Cerchi di calmarsi." concluse.

Non le risposi, semplicemente tentai di seguire il suo consiglio e tornai a poggiarmi sulla sedia. Come mai avrei potuto calmarmi in quella situazione.
C

ercando di passare il tempo, osservai l'orologio: le tre e trenta del mattino.

Avrei voluto chiamare Bokuto per spiegargli cosa stesse succedendo, decidendo però di mandargli un messaggio per chiedergli se fosse ancora sveglio. Se mai l'avessi chiamato a quell'ora, avrei potuto svegliarlo; l'ultima cosa che volevo era disturbarlo.

Al contrario di quanto credessi, egli rispose subito al massimo della sua energia. Mi disse che stava tornando proprio in quel momento a casa, in compagnia di Akaashi. La cosa mi stupì, ma in quella circostanza decisi di non fare domande.
N

on appena gli spiegai la situazione, preoccupato Bokuto si offrì per recarsi subito all'ospedale: insistendo prontamente, alla fine convinsi i due ragazzi ad spettare almeno fino alla mattina seguente prima di raggiungerci. Alla fine, convinto da Akaashi accettò sommessamente, dandomi la possibilità di ringraziarlo.


Venti minuti dopo i dottori diedero luce alle mie iridi: uscirono dalla stanza di Kenma, e uno di loro si avvicinó a me.
"

Come sta?" chiesi non appena ne ebbi la possibilità, alzandomi dalla sedia.
"Adesso è molto agitato, è normale.

Sfortunatamente per adesso non potrà lasciare l'ospedale; per i prossimi giorni potrebbe avere alcune perdite di memoria, problemi a parlare correttamente ed appunto, agitarsi facilmente."
Fossilizzai i miei pensieri ancor prima di dargli luce, rimasi immobile nuovamente. Nonostante fino a poco prima le persone in camice avessero continuato a ripertermi e ripetermi di non preoccuparmi, tutto ciò adesso sembrava prendere una piega non troppo confortante.

Il dottore pronunciò un'ennesima frase con cui non fece altro che peggiorare la situazione.
"Tetsurou, va tutto bene?" chiese impensierito "Non si preoccupi, Kenma dovrebbe riprendersi quasi certamente."
A

lzai lo sguardo, i miei occhi come lame.

"Che vuol dire quasi?"
P

reso alla sprovvista, il dottore tentò vanamente di parlare: già, vanamente dal momento che un solo sibilio uscì dalle sue labbra.
"Cosa succederà se non ri riprenderà nei prossimi giorni?" chiesi alzando ancora una volta il mio tono di voce: ero furioso, spaventato, terrorizzato.

Il dottore tuttavia, ancora una volta, non diede spago alle sue parole.

 ❝𝗳𝗼𝗿𝗲𝗯𝗼𝗱𝗶𝗻𝗴❞ 𝗄𝗎𝗋𝗈𝗄𝖾𝗇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora