VII

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☞︎︎︎𝒌𝒖𝒓𝒐𝒐'𝒔 𝒑𝒐𝒗
La consapevolezza che Kenma non riuscisse a ricordarsi di me stava già iniziando a distruggermi: ciò non solo per il fatto che fosse il mio ragazzo, infatti in cuor mio sapevo che, conoscendolo da praticamente tutta la vita, non avrei mai potuto perdonarmi se avessi perso la persona a cui ero più legato.
Lasciando che essi venissero accompagnati dal suo corpo tremante, secondi di fragile silenzio pervasero la stanza.
"Kenma, va tutto bene?" esordii poi, preoccupato di vederlo in quel modo.

"Perché non mi ricordo di te? N-non mi ricordo quasi niente, che succede?" rispose lui agitato, il suo respiro affannato accompagnava la sua voce inclinata. Udendo le sue parole intimorite, cominciai a spaventarmi a mia volta, a domandarmi se fossi io a farlo preoccupare troppo.
"Kenma... Kenma guardami." dissi nel tentativo di calmarlo, poggiando le mie dita sul suo volto "Hey, sta tranquillo. Hai appena preso un forte colpo alla testa, è normale che tu sia confuso... Guarda."

☞︎︎𝒌𝒆𝒏𝒎𝒂'𝒔 𝒑𝒐𝒗
Cominciavo a preoccuparmi.
La mia mente non riusciva a ricordarsi un minimo dettaglio su quello che era successo, così come sulla mia vita passata: ciò che mi preoccupò altamente, fu il rendermi conto che il volto di quel ragazzo mi sembrasse familiare, nonostante io non riuscissi a rammentare un particolare legato alla sua vita.
Quando prese il mio viso, potei sentire un'ennesima fitta attraversare la mia tempia. Tuttavia, notando che fosse già preoccupato, tentai di non darlo a vedere.
Lui tiró fuori il cellulare dalla tasca, cominciando a cercare qualcosa.

"Ecco." esordì fiero una volta trovata, permettendomi così di afferrare l'apparecchio elettronico "Kenma, puoi fidarti di me. Forse ci vorrà del tempo, ma andrà tutto bene, non preoccuparti." concluse, prendendo posto affianco a me.
Non proferendo parola, afferrai il cellulare: vedendo sempre più chiaramente la prima foto, potei notare lui e me.
Vedendoci abbracciati, cominciai a domandarmi il perché quella mi sembrasse una sensazione così familiare, così rassicurante. Incuriosito, osservai la seconda foto, scorgendo le nostre sagome dormienti. Il ragazzo di fianco, di fronte a quei ricordi, non poté fare a meno di farsi scappare un sorriso.
"Cosa c'è?" chiesi confuso.

"Quella foto l'ha scattata Bokuto. Quando ti sei svegliato e lui ce l'ha fatta vedere, tu hai iniziato ad arrabbiarti perché non volevi essere fotografato." rise "Poi però, una volta calmato, gli hai chiesto di mandartela soltanto perché volevi tenerla per te. È stata una scena piuttosto divertente." concluse con tono scherzoso, non cessando ancora di sorridere.
"Bokuto?" chiesi nuovamente.
"Oh, si. Il mio migliore amico." esordì scosso dalla mia dimenticanza.
Passai per la terza volta il mio dito sullo schermo, e comparve un video di appena dieci secondi.
"Oh no, quello non guardarlo, è imbarazzante." esordì ridendo imbarazzato, cercando vanamente di costringermi a passare alla foto successiva.

"Devo rammentarmi di te o no?" chiesi serio, seppur con voce inclinata; cliccai sul tasto affinché il video partisse.
Stupendomi di ciò che stavo osservando, vidi un filmato in effetti piuttosto imbarazzante: tenendo il corvino di fianco a me, un alto ragazzo dai capelli grigi cessava i suoi movimenti, continuando a ripetere ad un certo "Akaashi" di riprendere la scena. Nel frattempo, divertito poggiavo un cerchietto munito di orecchie da gatto sulla testa della vittima, sogghignando nell'udire il più energico dei quattro utilizzare strani appellativi come "gattaccio".
Sorrisi.
"Quello è Bokuto comunque." esordì il ragazzo, indicandolo sullo schermo.

Non osai rispondere, la mia mente era sovrastata dal ricordo di quella scena; mi risultò così tanto familiare.
Percependo la mia testa pulsare a causa dello sforzo, cominciai a tentare di ricordare gli avvenimenti tanto sentiti.

"Tutto bene?" chiese il ragazzo vedendo il mio sguardo fisso sullo schermo spento: nonostante percepissi sempre più il mio corpo tremare, il mio respiro affannarsi, riuscii a rammentare qualche frammento di ricordo.
"Hey, Kenma?" continuò preoccupato, scuotendomi leggermente.
"Tu... Tu ti chiami Kuroo, giusto?" esordii voltandomi, una veloce lacrima attraversó il mio volto.
Era l'unica cosa che ero riuscito a ricordare.

"Si, sì!" esclamò lui asciugando le mie lacrime, permettendo al suo volto di rigarsi a sua volta. Rassicurato, cercai subito di sorridergli, ma le labbra curvate tramutarono in una smorfia di dolore.
"Kuroo, la mia testa... fa male."
"Chiamo il dottore, un secondo. Tu sdraiati, Kenma." rispose lui preoccupato, facendomi stendere sul materasso. Corse al di fuori della stanza, lasciando la mia mente avvolta nel totale silenzio per i pochi minuti che vennero a seguire.

 ❝𝗳𝗼𝗿𝗲𝗯𝗼𝗱𝗶𝗻𝗴❞ 𝗄𝗎𝗋𝗈𝗄𝖾𝗇Where stories live. Discover now