Prologo

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In this game, I own the rules
You were my favorite entertainer
I watch you, I laugh and we fake it too
Don't you take me for a fool

Molte persone che conosco hanno sempre giudicato il mio lavoro, come se fosse l'occupazione più volgare che esista.

A causa di questo ho litigato con la mia famiglia, le persone che ritenevo mie amiche mi hanno scartata come se fossi inadeguata.

Ma c'è una cosa che ho imparato da 19 anni a questa parte: di non consentire a niente e a nessuno di ostacolare i miei obbiettivi.

A me piace quello che faccio.
Mi sento libera.

Ogni volta che salgo sul mio piccolo palco, mi aggroviglio attorno al palo, muovendomi con leggerezza e spensieratezza, mi sembra di vivere in un altro mondo.

Mi sembra di riuscire a toccare il cielo con le dita.

Per me è una forma d'arte, non da tutti compresa.

All'inizio gli occhi poco discreti delle persone che popolavano il locale, che si posavano su ogni centimetro della mia pelle scoperta, mi facevano sentire in difficoltà.

Ero troppo tesa nei movimenti, troppo imbarazzata per sentirmi a mio agio.

Mi sentivo anche in un certo senso sbagliata... finché un paio di occhi misteriosi, color caramello non si sono posati su di me quella sera.

Occhi privi di giudizio, di sgarbatezza, ma solo di premura, quasi come se volessero salvarmi da qualcosa.

Pronti ad accettarmi, ad accettare il mio corpo, le mie imperfezioni, i miei difetti, le mie insicurezze. Pronti a spingermi ad amarmi.

Fu quella sera che lo conobbi e le nostre anime si incontrarono, come se già sapessero che erano destinate a scontrarsi.

Entertainer ||Z.MDove le storie prendono vita. Scoprilo ora