Dannato Elfo.

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Ron ed Harry si stavano scambiando le loro lettere per vedere i risultati dell'altro. Alexandra fissava la sua lettera interdetta, mille domande per la testa. Perché? Perché farla andare a Serpeverde? Doveva frequentare l'ultimo anno, poteva anche restare a Grifondoro. A loro cosa cambiava? E poi come avevano saputo di quello che il Cappello Parlante le aveva detto durante lo Smistamento? Sapevano ciò che il Cappello Parlante le aveva detto? Aveva parlato e suggerito a Silente di spostarla? A che pro? E poi, anche Sebastian, a quel punto, era stato spostato in Tassorosso, Casa che gli spettava dall'inizio?
"Bravo" disse la signora Weasley fiera, arruffando i capelli di Ron e destando Alex dai propri pensieri. "Sette G.U.F.O., più di Fred e George messi insieme!"
"Ehi, noi siamo qui!" Esclamò indignato Fred.
"Hermione..." chiese Ginny esitante-Alex non si era nemmeno accorta che fosse lì-, visto che lei non si era ancora voltata. "come sei andata?"
"Io... non male" rispose Hermione con una vocina.
"Oh, andiamo" fece Ron. Si avvicinò a lei e le strappò i risultati di mano. "Sicuro... nove 'Eccezionale' e un 'Oltre Ogni Previsione' in Difesa contro le Arti Oscure". La guardò un po' divertito e un po' irritato. "Sei proprio delusa, vero?"
Hermione scosse il capo, ma Harry rise.
Alexandra, decisa a non rovinare né ai Weasley né a se stessa quella giornata, ripose la pergamena nella busta e la affidò a George affinché la custodisse nella tasca dei suoi jeans, dal momento che lei non aveva tasche. Ma a rovinarle l'umore -più di quanto non ci avesse già pensato la lettera- ci pensò Harry Potter. 

Pranzarono tutti insieme in un clima decisamente allegro. Il signor Weasley e Bill- il fratello maggiore che era fidanzato con Fleur- non riuscirono a tornare per il pranzo, impegnati com'erano con il loro lavoro al Ministero, dunque mangiarono senza di loro. Qualche ora dopo, a pranzo terminato e pulita tutta la cucina, Harry aveva chiesto ad Alex di poter parlare in privato. Per farlo, le aveva chiesto di seguirla, assieme a Ron ed Hermione, nella stanza di Ron.
"Di cosa dovete parlare di così segreto?" si era intromesso Fred, che era arrivato da poco al fianco di Alexandra e le stava cingendo la vita con il braccio destro.
"Nulla che ti possa interessare" Rispose Harry, freddo.
Fred guardò Alexandra, e lei ricambiò il suo sguardo. Non aveva idea del perché ma sentiva dentro di sè che qualcosa stava per andare storto, e voleva Fred con sè.
"Non ho segreti con Fred. Tanto qualsiasi cosa mi vorrai chiedere, gliela dirò più tardi." affermò con decisione, guardando il moro davanti a sè. Egli alla fine accettò, anche se con disappunto, a far assistere Fred alla conversazione, arrendendosi all'idea che, testarda com'era Alexandra, non avrebbe accettato una risposta diversa da quella. Di conseguenza, tutti e cinque, si recarono al quinto piano, nella stanza di Ron. 

"Allora, di cosa volevi parlare?"
Harry sedeva sul letto di Ron, con quest'ultimo alla sua destra ed Hermione al fianco di Ron. Alex su una sedia e Fred su uno scatolone, sedevano di fronte a loro.
Era la prima volta, dalla morte di Sirius, che Alexandra affrontava Harry. Sentiva la rabbia, mista a rancore- un mostro che era riuscita a far riaddormentare da poco tempo-, tornare a crescere dentro di sé. Un po' si disprezzò da sola per questo. Tutti- Fred, Sebastian, Remus- non facevano che ripetere che Harry non c'entrava con quello che era successo e che stava soffrendo anche più di lei per la sua perdita.
"Silente, ieri sera, è venuto da me. Mi ha parlato del Testamento di Sirius. Era il mio Padrino, suppongo tu lo sappia." 
Il cuore di Alexandra mancò un battito. Perché Harry voleva parlare con lei del testamento di Sirius? Le aveva lasciato qualcosa? Harry aveva scoperto la verità? Ma si riprese subito. Il tono di Harry era piatto e gli occhi erano fissi nei suoi. Alexandra era ben decisa a non dargli alcuna soddisfazione e non tradirsi da sola, non prima di sapere dove volesse andare a parare lui. 
"Si, lo so" annuì semplicemente, neutra. 
"Mi ha lasciato il suo oro, e il numero dodici di Grimmauld Place, la casa della sua famiglia."
"Qual è il punto, Harry?" chiese Alex, spazientita. Dovette trattenersi dallo sbuffare. 
"Il punto è che, come mi ha spiegato Silente, la tradizione di famiglia dei Black stabiliva che la casa venisse ereditata per linea diretta, passando al maschio successivo della famiglia. Sirius era l'ultimo della sua linea di sangue, perché suo fratello Regulus, morì prima di lui ed entrambi non hanno avuto figli. Mentre il suo testamento esprime la chiara volontà che la casa vada a me, è comunque possibile che sul luogo sia stato gettato un incantesimo o un sortilegio per assicurarsi che non possa essere proprietà di nessuno che non sia di sangue puro. E se esiste un sortilegio simile, allora è molto probabile che la proprietà della casa passi al più anziano dei parenti in vita di Sirius, ossia sua cugina, Bellatrix." Harry parlava con un tono spaventosamente piatto, studiando ogni minimo movimento di Alexandra, in cerca di una reazione alle sue parole.

Alexandra, dal canto suo, si stava sforzando di rimanere impassibile, ma la paura si impossessò di lei. Aveva vissuto con Sebastian in quella casa fino a poche settimane prima, e ci erano entrati senza alcun tipo di problema. Significava che il 'maschio successivo della famiglia e di sangue puro' era Sebastian? Harry sapeva qualcosa?
Harry proseguì, con una calma quasi raggelante. "Quindi abbiamo tentato il tutto per tutto. Ereditando la casa, ho ereditato anche Kreacher. Così l'ho chiamato. Gli ho dato degli ordini per vedere se mi avrebbe obbedito. L'ha fatto. Quindi io sono il legittimo proprietario del numero dodici di Grimmauld Place e di Kreacher."
"Storia avvincente" commentò Alexandra, sarcastica. "Grazie per averla condivisa per me."
Fred, al suo fianco, le diede una leggera gomitata sul braccio. Un gesto che voleva intendere "non fare l'acida". Alexandra lo sapeva.
"Te ne ho voluto parlare perché quando ho chiamato Kreacher, urlava una cosa assai curiosa. Ovviamente si lamentava di non voler stare con me. Urlava di appartenere ai Black. A Bellatrix. E ai suoi figli." Fece una pausa nello stesso istante in cui il cuore di Alexandra mancò un altro battito. "E ha detto che se doveva stare con dei mocciosi, preferiva i gemelli purosangue, che me."
Alexandra capì che Harry aveva finito il suo discorso. Sentiva il suo sguardo trapassarle l'anima, come se riuscisse a leggerle dentro. Fred le afferrò la mano, stringendola forte. Gesto che non passò inosservato agli occhi attenti di Ron ed Hermione. 
"E a quel punto mi sono ricordato di una cosa" aggiunse inaspettatamente Harry. "quando durante le vacanze di Natale sei venuta a trovarci assieme a Sebastian. Stavamo pulendo il salotto, quando, per puro caso, hai ordinato a Kreacher di fare silenzio e di lasciare la stanza. E lui obbedì. Nessuno ci fece caso, impegnati come eravamo, ma a ripensarci, è davvero strano, non trovi? Lui ha sempre obbedito solo a Sirius. Ha sempre ignorato ciò che gli dicevamo noi. Quindi perché ha obbedito a te? E perché tutto ciò che riguarda te, mi puzza così tanto?"

I tre ragazzi la fissavano, in attesa di risposte. Alexandra avrebbe voluto urlare. Stringeva la mano di Fred tanto forte che temeva di fargli male. Era in trappola. Non c'era una via d'uscita. Lo sapeva. Sapeva riconoscere una sconfitta. Lei e Sebastian avevano fatto tanto per impedire a chiunque di sapere la verità. Avevano studiato tutto nei minimi dettagli, sempre. Avevano prestato un'attenzione eguale al lavoro di un chirurgo da cui dipendeva la vita del proprio paziente. Tutto per essere scoperti da Harry Potter. Kreacher aveva vanificato tutti i loro sforzi di mantenere un basso profilo e non essere scoperti. Quell'Elfo Domestico aveva rovinato tutto. Dannato Elfo. 

The dark side 2. //Fred WeasleyWhere stories live. Discover now