Ricordare.

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Sebastian, come la maggior parte delle volte, aveva avuto ragione. Fred era riuscito a sbloccare Alexandra. L'aveva capito già quando non aveva più visto il rosso nel corridoio, deducendo che fosse entrato nella camera di sua sorella. Un po' era arrabbiato per questo: lui era suo fratello, e in dieci giorni non era riuscito a fare nulla per sua sorella, mentre Fred ci era riuscito in pochi minuti. Ma quel sentimento non durò a lungo. Dopotutto, ad essere importante era il fatto che Alex stesse bene, e non chi riuscisse a farla stare meglio. Se lei stava bene, stava bene anche lui.

I tre ragazzi pranzarono insieme, in un clima decisamente più allegro. Da quando erano arrivati al numero dodici di Grimmauld Place per l'estate, quella era la prima volta che al suo interno si sentivano delle risate. Al tavolo, un tocco di colore era dato da Geordie, la Puffola Pigmea che Fred e George avevano regalato ad Alexandra poco tempo prima ad Hogwarts. L'animaletto peloso e viola era al centro della tavola, intento a mangiare del cibo che Alexandra aveva tolto dal proprio piatto e gli aveva poggiato su un tovagliolo per farlo pranzare con loro.
Fred ascoltava lieto e soddisfatto i racconti di Sebastian e Alexandra di come, dopo la fuga di lui e George da Hogwarts, la Umbridge avesse fallito in ogni tentativo di mantenere l'ordine da lei imposto - e ogni altro tipo di ordine- nella scuola.
"è un peccato che tu e George non abbiate potuto provare la brezza di essere traghettati da Gazza per il corridoio del quinto piano" rise Sebastian, con il ricordo ben impresso del vecchio custode che digrignava i denti e borbottava furioso mentre si faceva spazio nella palude a forza di remare.
"A proposito di George" disse Fred, quando finì di ridere per quell'immagine. "Stasera devo andare via, o mi ammazza"

"L'hai lasciato da solo al negozio, eh?"
Fred annuì, ingoiando l'ultimo boccone del suo piatto. Bevve un sorso d'acqua e parlò "è stato lui il primo a dirmi di venire qui, in realtà. Però abbiamo un mucchio di lavoro e non posso lasciarlo da solo per troppo tempo"
"Sì, hai ragione" convenne Alexandra, anche se tristemente. Fred le era mancato tanto negli ultimi mesi, e il pensiero di separarsi di nuovo da lui la deprimeva.
"Perché quella faccia?"
"Che hai contro la mia faccia?"
Fred rise "nulla, mi piace la tua faccia"
Alexandra rise con lui.
"Come va il negozio di scherzi?" chiese Sebastian.
" Gli affari vanno bene, per essere aperti da poco tempo. Anche se la nostra fama ad Hogwarts ci precede: arrivano ragazzini ogni giorno chiedendoci se siamo noi quelli che sono fuggiti a cavallo di una scopa." sorrise, evidentemente compiaciuto. "Siamo super occupati, comunque, e non oso immaginare come staremo messi ad agosto, con l'inizio imminente della scuola. Io e George non stiamo più a casa"
"In che senso?"
"Dormiamo nell'appartamento sopra il negozio. E' decisamente più comodo. Non abbiamo paura di chiudere il negozio più tardi e non arrivare in tempo a casa per la cena, ad esempio."
"e siete capaci di cucinare e lavarvi le cose da soli?" chiese divertita Alexandra.
"La tua arroganza e poca stima nelle mie capacità mi ferisce qui." Commentò offeso Fred, puntandosi un dito sul cuore.

"Perché non parti con me, stasera?" propose Fred ad Alex, all'improvviso . Erano in salotto, seduti sul divano, Alexandra poggiata sul petto di lui.
Lei piegò la testa per guardarlo "cosa?"
"era già in programma che venissi da me in estate. Perché non stasera? Sinceramente, Lex, non penso ti faccia bene restare ancora in questa casa. E poi mi manchi. A settembre tu tornerai ad Hogwarts e sarà impossibile vederci."
Fred aveva ragione, ma Alexandra non rispose. L'idea di passare il resto dell'estate con Fred la allettava, ma non poteva lasciare Sebastian da solo a Grimmauld Place dopo che lo aveva ignorato per dieci giorni.
"Ma George?"
"non avrà nulla in contrario. Anzi, sarà felice di vederti"
"Dovrei parlarne con Seba.."
"Dai.." 
Alexandra non riuscì a trattenere un sorriso davanti agli occhi dolci del ragazzo "D'accordo. Però non posso venire stasera. Andrò con Sebastian da Ted e Andromeda. Andremo a trovare Amos e verrò da te."
"Oh andiamo, e quando?"
"Mi bastano pochi giorni" Alex gli diede un bacio a stampo, sperando di togliere dal suo volto quell'aria seccata. "sarò a Diagon Alley mercoledì. te lo prometto." 
"Posso accettarlo" acconsentì Fred, alla fine.

Quella sera Fred lasciò il numero dodici di Grimmauld Place poco prima del tramonto, con il pensiero che di lì a poco meno di tre giorni, avrebbe potuto passare il resto dell'estate con Alexandra. Quest'ultima aveva parlato con suo fratello, spiegandogli ciò che aveva in mente. Egli, ovviamente, era d'accordo. Fred gli stava simpatico ed era fermamente convinto che fosse la cosa migliore che potesse mai succedere ad Alex. Lui avrebbe passato il resto delle vacanze da Andromeda e Ted Tonks. 
Scesi per la cena, Alexandra e Sebastian avevano già preparato i bagagli: la mattina dopo sarebbero andati a trovare Amos Diggory, e per cena sarebbero arrivati a casa dei Tonks. Era tutto pronto: avevano tolto da casa ogni traccia del loro passaggio lì,  e avevano ordinato a Kreacher, nell'eventualità in cui i membri dell'Ordine avessero fatto uso del Quartier Generale, di non rivelare a nessuno- dal momento che a sapere la verità su di loro erano solo Lupin e Fred- che erano stati lì. Proibirono all'elfo di fare ogni tipo di riferimento alla loro breve permanenza in quella casa, di parlare del fatto che fossero dei Black-Malfoy, di dire che li conosceva e che era-anche se a malincuore- il loro servo fedele. Fecero sì che l'elfo domestico non potesse in alcun modo tradirli e far scoprire il loro segreto.
I due fratelli, per la prima volta in dieci giorni, cenarono insieme. Parlarono molto, soprattutto di Fred. Sebastian era felice di poter di nuovo parlare con sua sorella senza che lei cercasse di mandarlo KO. 

"Casa dolce casa" Sebastian e Alexandra si guardarono, sorridendo. Il sole stava tramontando dietro la casa dei Tonks, mentre i gemelli bussavano alla porta. Non avevano detto ai loro zii che sarebbero andati a trovarli, e quando un uomo biondo e panciuto aprì loro la porta, la sua espressione era un misto di stupore e felicità. Accolse i due ragazzi in casa con un gran sorriso e furono raggiunti da una donna incredibilmente simile a Bellatrix Lestrange, anche se aveva i capelli più chiari, di un morbido castano chiaro, e gli occhi più grandi e dolci.
"Non vi aspettavamo!" esclamò, abbracciando prima l'una e poi l'altro, con grande affetto. 
"Sennò non sarebbe stata una sorpresa" sorrise Sebastian. 
"siete ancora più belli dell'ultima volta.." Andromeda li guardava con lo sguardo colmo di affetto e felicità, soffermandosi sui loro volti per assicurarsi che fossero in salute. "Però, Alex.. i tuoi capelli.." 
"Onestamente, Dromeda, penso che nasconderli non sia necessario adesso. Non sono ad Hogwarts. Lì, avendo Malfoy tutti i giorni nello stesso castello, potrebbero nascere i sospetti sulla nostra somiglianza. Ma qui non corro rischi" 
Andromeda annuì, anche se con poca convinzione. Tuttavia non ribatté, perché si rese conto di dover preparare la cena e aggiungere dei posti a tavola. Ted, dunque, li accompagnò nella loro vecchia camera, dove dormivano quando erano piccoli.

"Quanto avete intenzione di fermarvi?" chiese Ted ai due gemelli. Avevano già sistemato le loro cose in camera e avevano risposto alle innumerevoli domande di Andromeda riguardo l'anno passato ad Hogwarts, evitando però di parlare di Sirius. Così come Alexandra evitò di parlare del proprio incidente.
"Io vorrei restare, se per voi non è un problema, tutta l'estate" disse Sebastian. "ovviamente posso andare anche da Amos. Alexandra dopodomani ci lascia"
Gli sguardi degli zii si spostarono su Alexandra, a cui fu risparmiata la pena di dare speigazioni quando all'interno della cucina arrivò un aggraziato lupo d'argento: il Patronus lucente parlò con voce femminile "sto tornando a casa, aspettatemi per cena"
Era inconfondibilmente la voce di Ninfadora, la figlia di Ted e Andromeda. Questi ultimi si guardarono, poi guardarono i due gemelli. Tutti e quattro arrivarono alla stessa conclusione: la memoria di Dora era stata modificata affinché non avesse più alcun ricordo di Sebastian e Alexandra, e dovevano pensare a come giustificare la loro presenza lì.

Nacque un acceso e frettoloso dibattito sul come risolvere la questione, quando Sebastian decise di intervenire. "Dovremmo solo dirle la verità"
"Dirle...?"
"Tutto. Ridarle la sua memoria. Decideste di farle dimenticare di noi per proteggerla, ma è grande adesso. Lavora per il Ministero e sa badare a se stessa. Ha il diritto di ricordare."
Ted lo guardò, in silenzio. Poi sulle sue labbra si aprí un sorriso dolce "anche voi siete diventati grandi". Lo disse con malinconia, come se sentisse la mancanza dei due gemelli da bambini.
Poco dopo, però, sentirono la porta di casa aprirsi e furono raggiunti in cucina da Ninfadora: era una ragazza poco più bassa di Sebastian, e i capelli, nonostante la sua fama del cambiare spesso aspetto, erano di un monotono grigio topo.
"Oh, voi non siete gli americani che vanno ad Hogwarts con Harry?" chiese lei , dopo aver salutato con affetto i propri genitori.
"Qualcosa del genere" annuì Alexandra.
"Perché siete qui? problemi con l'Ordine?"
Sebastian notò quanto il suo tono fosse spento e piatto, e come sembrasse triste. Evidentemente nemmeno lei aveva superato la morte di Sirius.
"No, Dora. Vedi, loro sono qui perché.. beh, tu li conosci, in realtà" parlò Ted, mettendo una mano sulla spalla di sua figlia. Quest'ultima lo guardava confusa
"È tempo di ricordare, Dora." affermò lui, sfilandosi la bacchetta dalla tasca.

The dark side 2. //Fred WeasleyOù les histoires vivent. Découvrez maintenant