6.

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É ricominciato a piovere.
Finalmente, direi.
Non amo il caldo, non l'ho mai amato.
La pioggia, per molti, é una cosa brutta, un ostacolo.
Invece, i più intelligenti, riescono a capire che la pioggia é una liberazione.
E solo i migliori riescono a stare sotto la pioggia, perché riescono a piangere senza farsi vedere.

Sono le 6 e 30 del mattino.
Apro le grandi tende viola per vedere le gocce scivolare sul vetro della finestra.
I tetti sono bagnati, non c'è in giro nessuno.
Il buio sta pian piano andando via per fare spazio alla luce del sole.
Tutti dormono. Solo una finestra é illuminata.
Vedo l'ombra di un ragazzo. Un ragazzo piuttosto alto. Ora la sagoma nera si porta una sigaretta alla bocca. So chi é quel ragazzo. Lo riconosco dal modo un po' bizzarro di fumare. É Noah, quella é la sua casa. Beh, buono a sapersi.

Rimarrei lì, sul davanzale della finestra, mentre i miei migliori amici dormono, a osservare quel ragazzo di cui mi sono innamorata subito.
Ma devo andare a svegliare mia sorella per portarla a scuola, quindi, a dopo ragazzo misterioso.

Sono le 7 e 30.
"Sveglia ragazzi" dico a Finn e Millie appena tornata a casa.
Finn si sveglia di scatto ma oops, ecco che si scopre che stava dormendo abbracciato con Millie.
"Devi dirmi qualcosa?" dico a Finn con tono da presa in giro.
"I-io... Dai su, poche chiacchere, dobbiamo andare a scuola" dice dopo essersi schiarito la voce ed essersi staccato da Millie, che si sveglia e chiede, mezza addormentata:
"C-che succede?"
"Nulla, dobbiamo andare a scuola" risponde velocemente Finn.
Io intanto cerco di trattenere le risate mentre Finn mi fulmina con lo sguardo.

Saliamo sul pullman.
Cerco subito il volto di Noah. Eccolo! É seduto ai nostri soliti posti e, come al nostro primo incontro, ha le cuffie e lo sguardo fisso sul telefono. La musica rock al massimo, l'odore del fumo e i jeans strappati, come ai vecchi tempi.

"Ciao Noah" dice Millie quando ci sediamo vicino a lui.
"Hey!" risponde lui togliendosi gli auricolari.
"Quindi... Noah tu dove abiti?" chiede Finn.
"Proprio di fianco alla casa di Jade" gli risponde lui, porgendo il suo sguardo verso di me.
"Che coincidenza!" dice Millie ridacchiando.
Le tiro una gomitata come per dire "smettila" , ma lei ride ancora di più.
Noah e Finn ci guardano un po'confusi, così io aggiungo:
"Niente, Millie é scema ahahah" provando a coprire l'imbarazzo che la mia migliore amica aveva creato.

Lo scuolabus d'un tratto si ferma, siamo arrivati a scuola. Alla prima ora, come ogni giovedì, c'è la lezione di storia con il signor Jackson, il mio prof preferito. Sì, le sue lezioni sono sempre molto interessanti, e ogni volta non riesco a non prestare attenzione.

Alle 14.00, solita ora di uscita, su tutta New York batte una pioggia torrenziale. Si sta allagando tutto, ovviamente non possiamo andare a casa di Schnapp con lo skate.
Quindi decidiamo di prendere la metro, che arriva proprio in Mable Street.

La metro é piena zeppa.
Finn e Millie si attaccano alla stessa maniglia *SHIP* e io e Noah ad un'altra.

Ad un certo punto il treno fa una curva brusca, e vengo spinta in avanti.
Noah mi prende.
Oh, che meraviglia. Non penso di aver mai provato emozione migliore. Il braccio con cui non si stava tenendo, coperto dalla morbida felpa totalmente nera, mi avvolge e mi stringe al suo petto. Riesco di nuovo a sentire quell'odore. L'odore del fumo e del profumo alla vaniglia. Quel dannatissimo odore che non scorderò mai.

Mi sento al sicuro abbracciata a lui.
Il suo calore. Il suo respiro. Il battito del suo cuore che accelera per l'emozione.
Il treno riprende ad andare dritto.
Mi stacco da Noah, anche se non vorrei, e mi sistemo i vestiti, schiarendomi la voce. Noah guarda verso l'alto. Wow, é arrossito anche lui.

Millie e Finn ridono come dei pazzi, ma quando io mi giro verso di loro con uno sguardo assassino guardano verso il basso fischiettando.

"Prossima fermata, Mable Street 43" dice la voce robotica della metro.
"Arrivati!" esclama Millie.

Continua...

𝐩𝐬𝐲𝐜𝐡𝐨𝐩𝐚𝐭𝐡 [𝐧𝐨𝐚𝐡 𝐬𝐜𝐡𝐧𝐚𝐩𝐩]Where stories live. Discover now