1° Capitolo

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Rose

Era il 10 aprile 1912 e stavo per imbarcarmi in quella che tutti definivano "l'inaffondabile" o "la nave dei sogni", il Titanic.

La nave stava per partire per il suo viaggio inaugurale, da Southampton in Gran Bretagna a New York, in America.
Ma per me non era "la nave dei sogni", per me non era altro che una nave carica di schiavi, che mi riportava in America in catene.

Ci stavamo dirigendo verso il molo di Southempton, nella nostra auto di lusso, bianca con finiture in oro.
Durante tutto il tragitto, mia madre Ruth e il mio futuro sposo Cal non fecero altro che parlare di quanto la nave fosse forte e robusta, visto che era stata costruita con dell'acciaio Hockley, l' azienda di Cal.
Io rimasi in silenzio per tutto il tempo e dopo alcuni minuti che mi sembrarono infiniti arrivammo al molo.

Uno degli inservienti aprì la portiera e mi aiutò a scendere, dandomi la mano.

Indossavo il mio vestito bianco a righe viola con abbottonatura di lato e un enorme cappello viola con fiocco che mi impediva la visuale ai lati. Appena vidi il Titanic, mi mostrai disinteressata dicendo:"Non vedo il motivo di tutto questo gran chiasso, non sembra più grande del Mauretania."

Al che Cal rispose:"Puoi essere blasè riguardo ad alcune cose, Rose, ma non riguardo al Titanic, è almeno 30 metri più lungo e molto più lussuoso"-poi si rivolse a mia madre e disse:"Sua figlia è davvero impossibile da sbalordire." Mia madre accennò una risata. Ovviamente sia lei che Cal erano elegantemente vestiti, devo dire che Cal non era bruttissimo, ma io lo odiavo, perché mi trattava come se fossi una sua cameriera, pretendendo che obbedissi ad ogni suo ordine, mi dava il disgusto.

Mia madre indossava come me un enorme cappello, era verde, un obbrobrio, abbinato ad un altrettanto orribile vestito verde.
Io e mia madre eravamo rimaste senza denaro dopo la morte di mio padre e per assicurarci di continuare a vivere nel lusso, mi aveva costretta a fidanzarmi con Cal.

Cal guardò il suo orologio d'oro da taschino e disse: "Signore, è meglio far presto, muoviamoci."

Mi prese a braccetto e ci dirigemmo lungo il ponte riservato ai passeggeri di prima classe.

Agli occhi degli altri ero tutto quello che una ragazza di buona famiglia doveva essere, ma dentro invece, urlavo.

TitanicWhere stories live. Discover now