Capitolo 11 - Verso una nuova avventura.

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    Si trovava lì, in quel giardino, tanto familiare quanto estraneo e stava fissando la fontana dalla quale era da poco riemersa.

Presto avrebbe dovuto spiegare alle guardie di palazzo, che cosa ci faceva nel giardino della regina d'Inghilterra in pieno pomeriggio e perché era tutta bagnata dalla testa ai piedi; ma non le importava, aveva una missione da portare a termine e sapeva che il tempo, in quell'occasione, non le sarebbe per niente stato amico.

Una volta ridestata dai suoi pensieri, decise di incamminarsi verso l'enorme reggia, nella speranza che le sarebbe venuta presto in mente una brillante idea per spiegare l'accaduto e non finire nuovamente in un manicomio.

Come previsto, all'uscita dai giardini, incontrò una delle guardie, la quale vedendola ridotta ad uno straccio e barcollante sui propri passi, decise di dare l'allarme ed aiutarla ad entrare.

«Santo cielo madamigella, che cosa le è successo!» le chiese la guardia, mentre l'aiutava ad entrare nella veranda del palazzo.

Era strano che non le venisse chiesto, come prima cosa, cosa accidenti ci facesse all'interno dei giardini, ma vista la situazione la ragazza preferì continuare nella sua abbozzata commedia.

«Non me lo ricordo. L'ultima cosa che ricordo è di essere uscita durante la festa a prendere una boccata d'aria e poi il vuoto...» sì così poteva andare, dopo tutto a guardare fuori dovevano essere circa le tre del pomeriggio e lei era scomparsa solo la sera precedente, dopotutto le prime volte che era stata a Sottomondo a lei erano sembrati giorni, ma nel suo mondo erano passate solo poche ore, o almeno Alice sperò che anche quella volta fosse stato come le precedenti.

"Il tempo scorre in modo imprevedibile a Sottomondo Alice. Le prime volte ti è sempre andata bene, ma questa volta potresti non essere altrettanto fortunata al tuo ritorno in superficie..." quella voce non faceva altro che rimbombare nella sua testa come un eco strozzato.

"Proprio un bel paragone hai affibbiato alla voce della Regina Rossa", un piccolo e sfuggevole sorriso le solcò le labbra a quel pensiero.

Nel mentre, la guardia che l'aveva trovata e che l'aveva aiutata a sedersi su un piccolo divano da giardino, era corsa subito a chiamare i soccorsi. Alice sentiva che stava perdendo troppo tempo, ma non poteva muoversi e rovinare così i suoi piani come se niente fosse, quindi decise che era meglio attendere e continuare a fingere.

Presto una voce familiare giunse alle sue orecchie. Era molto spaventata, ma Alice poteva scorgere nella sua voce anche una nota di sollievo. Non appena la donna la raggiunse, si buttò in ginocchio davanti alla ragazza per essere alla sua stessa altezza e per poterla abbracciare e per constatare che fosse ancora tutta intera, nonostante i vestiti completamente fradici.

«Madre...» sussurrò la fanciulla contro al petto di Lady Kingsley.

«Grazie al cielo sei viva, bimba mia...» calde lacrime le solcarono il viso ormai segnato dagli anni.

Alice, sentendo le lacrime della madre, ebbe un brutto presentimento e l'unico modo per scoprire se quel pensiero era la realtà, era porgere alla madre un'unica fatidica affermazione.

«Madre» si districò dall'abbraccio giusto per poterla guardare in viso «sono solo passate poche ore».

Il viso di Helen Kingsley si rabbuiò per un istante, prima di proclamare la risposta che la ragazza tanto attendeva.

«Alice, ma cosa dici?! Non sono passate poche ore dalla tua scomparsa! Oh Santo Cielo bambina mia... Sono settimane che nessuno ha più notizie di te!» le disse prendendole il viso pallido tra le mani.

Alice impallidì. "Settimane?!".

Sua madre riprese a parlarle, mentre con una mano le accarezzava il viso e i capelli, come a tranquillizzare un cucciolo ferito ed indifeso, anche se Alice era solo rimasta spiazzata da quella rivelazione. «Ti abbiamo cercata ovunque Alice. Perfino la stessa Regina in persona ha fatto ricorso ai suoi uomini più fidati per cercarti, visto che eri sparita durante la Sua festa. In un primo momento ho pensato anche che tu e signor Harcourt, visto che nemmeno lui era più alla festa, foste scappati chissà dove. Conoscendoti, poteva essere da te, prendere e sparire per settimane. Ma Harcourt era semplicemente tornato a casa e quando ha saputo della tua scomparsa non si è dato pace. Così come tua sorella. Io sono rimasta qua, nella speranza di ricevere notizie il prima possibile e... Oh, tesoro mio...» strinse nuovamente la figlia in un abbraccio «Ho temuto di non rivederti mai più e che qualcuno ti avesse fatto del male... Grazie al Cielo, c'è qualcuno lassù che ha ascoltato le mie preghiere».

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