Capitolo 7 - Una giornata piena di sorprese

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    La sera prima Alice era andata a letto ponendosi diverse domande sul suo prossimo futuro. La notte stava passando tranquilla, mentre la ragazza sognava posti colorati e pieni di magia, proprio come i sogni che faceva da bambina, quegli stessi sogni che, una volta sveglia, andava a raccontare al suo amato padre, colui che amava più di tutta la sua vita, colui per il quale avrebbe fatto di tutto; ma i suoi sogni vennero ben presto interrotti da un interminabile bussare e, mentre si ridestava dal letto, si chiese chi mai potesse essere.

Avendo le tende chiuse, inizialmente pensò che fosse già mattina e che Angelica fosse venuta a portarle la colazione. Perciò si alzò, si mise la vestaglia e si diresse, ancora assonnata, verso la porta per aprirla, ma con grande stupore, alla porta non c'era nessuno e a giudicare dall'assordante silenzio che alleggiava nei vari corridoi, doveva essere ancora troppo presto affinché qualcuno si fosse già alzato.

Mentre Alice richiudeva la porta, chiedendosi se quel rumore se lo fosse solo sognato, i battiti ricominciarono, ma questa volta si rese conto che il bussare non proveniva dalla porta, ma bensì dalla portafinestra che dava sul balcone.

Un po' intimorita, si avvicinò alla tenda, per poi accostarla molto lentamente per vedere chi mai l'avesse destata dai suoi sogni e l'avesse buttata giù dal letto così presto. E quando la spostò, sul suo viso si formò un piccolo sorriso perplesso.

A bussare alla finestra altri non era che il Cappellaio, il quale stava in groppa a Gaston, la tartaruga volante che l'aveva accompagnata a terra due giorni prima. Tarrant le sorrideva come sempre e con le mani le mimò di aprire la finestra, in modo da poter parlare.

«Ma cosa ci fate qui a quest'ora del mattino?» domandò Alice a bassa voce, una volta aperta la portafinestra.

«Caso mai a quest'ora della notte, cara Alice, eh-eh-eh» disse il Cappellaio facendole l'occhiolino.

Alice, dal canto suo, sbuffò appena e roteò gli occhi pensando che era stata ridestata dai suoi sogni a causa delle strane stravaganze dell'amico. Ma non fece in tempo a ribattere che Tarrant riprese a parlare mantenendo il suo solito buonumore e il suo solito sorriso che gli conferivano sempre di più l'aria da matto. «Cara amica mia, ma non ti ricordi cosa ti ho detto la scorsa sera?».

«Attualmente non ho la mente abbastanza lucida, mio caro Cappellaio. Sai com'è, qualcuno mi ha buttata giù dal letto alle... Ma che ore sono?!?» domandò con aria assonnata e furiosa.

Il Cappellaio, non rispose alla sua domanda, ma sempre sorridendole riprese il suo discorso «Biricchina, come puoi non ricordarti che ti ho promesso di che ti avrei sorpresa e, per l'appunto, sono qui per questo!» disse ormai euforico pensando a quello che aveva in mente per la ragazza.

«E dovevi proprio farmi una sorpresa prima dell'alba Cappellaio? Non potevi aspettare, che ne so, tra qualche ora!?!» così dicendo la fanciulla si era riavvicinata al letto e ci si era tuffata sopra pesantemente portandosi poi un cuscino in testa, come per dire all'amico di lasciarla dormire e di ritornare più tardi.

Tarrant, dal canto suo, aveva cominciato a capire che forse non era stata una buona idea svegliarla a quell'ora della notte, ma non poteva aspettare oltre, perciò scese dal dorso di Gaston con un balzo, il quale rise avendo intuito quello che stava per succedere, e, avvicinandosi ad Alice, la prese di peso in braccio per portarla verso la terrazzina.

La ragazza aveva così iniziato a dimenarsi e a protestare. Ma il Cappellaio sembrò non badarci più di tanto mantenendo la sua aria sempre allegra e, con molta grazia, l'adagiò sulla groppa della tartaruga. Una volta salito anche lui, dietro di lei, le disse di reggersi forte e così dicendo, Gaston prese il volo.

La tartaruga partì come un razzo, facendo urlare Alice e facendo invece ridere come un matto il Cappellaio. La ragazza dopo pochi secondi urlò con quanto fiato aveva nei polmoni, «Se lo state facendo per farmi svegliare del tutto, vi posso assicurare che sono completamente sveglia ora! Ti prego Gaston rallenta!».

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