Capitolo 5 - Ricordi lontani

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    Subito dopo aver appoggiato la propria testa sul morbido cuscino, la mente di Alice si svuotò completamente e piano piano scivolò nel mondo dei sogni. La sensazione fu come di cadere nel vuoto ma per fortuna, anche in quell'occasione, pronta a salvarla dalla rovinosa caduta a terra, fu soccorsa dal suo nuovo amico Gaston. Nel sogno, si ritrovò improvvisamente in compagnia di Tarrant e insieme stavano volando verso l'alba. E mentre la realtà del suo sogno proseguiva, l'Alice in carne ed ossa, sdraiata sul letto e nel mondo di Morfeo, si portò le ginocchia al petto e strinse tra le braccia il cuscino a fianco sorridendo beatamente di quel meraviglioso sogno.

Quando si svegliò la mattina seguente erano ormai le nove passate e qualcuno stava bussando alla porta.

«Avanti» disse portandosi il lenzuolo al petto e cercando di mettere un po' d'ordine alla matassa disordinata che i suoi capelli avevano assunto durante la notte.

«Buongiorno signorina Alice, spero di non averla svegliata. Le ho portato la colazione». Era Angelica, una delle cameriere di Mirana e che aveva conosciuto durante la serata precedente. Aveva con sé un piccolo carrello con all'interno una quantità di cibo che poteva bastare per almeno altre quattro persone e Alice si chiese come avrebbe fatto a mangiare tutto quel ben di Dio.

«Tranquilla Angelica, ero sveglia già da qualche minuto» le mentì cercando di nascondere, miseramente, uno sbadiglio. «Colazione a letto?» chiese infine.

«Certo, la Regina Mirana mi ha chiesto di portarvela e visto che non sapeva che cosa preferiva, ha deciso di riempirle personalmente il vassoio con tutto ciò che il cuoco ha preparato stamane», rispose cordialmente la cameriera.

«Grazie. La Regina è premurosa come sempre. Solo che mi sembra un po' troppo imbandita come colazione per una sola persona».

«Stia tranquilla, non è obbligata a mangiare tutto» le sorrise Angelica. «Le lascio fare colazione con tranquillità e quando ha finito lasci pure tutto sul carrello, passerò più tardi a mettere in ordine la camera».

Alice si stava apprestando a scendere dal letto per recuperare la vestaglia quando si ricordò che quella mattina avrebbe dovuto parlare con Mirana. «Angelica, scusami. Per caso la Regina ti ha detto a che ora e dove la dovrei incontrare questa mattina?».

«Oh, che sbadata, me ne stavo completamente dimenticando!» esclamò la cameriera portandosi una mano alla bocca. «Mi ha detto di dirle che la riceverà nel giardino della tavola rotonda di pietra, che si trova nella parte est del castello, basterà che scenda le scale, prenda il corridoio dei quadri paesaggistici e poi giri a sinistra. Troverà infine la porta che la condurrà al giardino».

Alice si era leggermente persa, dopotutto era stata a palazzo solo altre due volte prima di quella, ma in entrambe le occasioni non aveva di certo potuto fare una visita dettagliata del castello e poi l'ultima volta ci era stata quasi sette anni prima.

Per non far perdere altro tempo ad Angelica, le disse che aveva capito e le chiese l'ora dell'incontro. Per fortuna aveva quasi due ore per fare colazione, prepararsi e cercare il posto indicatole.

Quando Angelica uscì dalla stanza, si alzò, si mise la vestaglia che aveva preparato vicino al letto la sera precedente e si avvicinò al vassoio della colazione. Non riusciva a capacitarsi di tutto quel cibo. Sapeva benissimo che non sarebbe mai riuscita a mangiare tutto quello che c'era, ma i pasticcini alla crema, i biscotti glassati di varie forme (alcune delle quali raffiguravano anche i loro amici), le piccole torte, i cupcake e tutti i dolci che si possano immaginare, erano lì che la fissavano con aria invitante. Alla fine, decise di optare per qualche pasticcino alla crema e qualche biscotto glassato, accompagnati rigorosamente con una tazza di thè fumante aromatizzato alla vaniglia.

The destiny?Where stories live. Discover now