#15

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La mia camera era grandissima per una sola persona. Avevo un bagno privato che era quasi grande come la stanza da letto. Avevo un mini-bar, un letto a baldacchino, una televisone e un divano in pelle.

"Ti piace? Questa è la mia stanza preferita la 143" Chiese Theo da dietro di me.

"Sei gia stato in questo albergo?" Chiedo sorpresa.

"Certo! Lo gestiscono i miei genitori, e io abito nei sotterranei." Disse con scioltezza ero sorpresa. Appoggiai la valigia e mi sedetti sul divano di pelle, poi gli feci segno di accomodarsi al mio fianco.

"Allora come è essere il nipote di una popstar?" Chiesi.

"Potrei farti la stessa domanda, come è essere la figlia di una popstar?" Ribatte lui.

"Ehm..." pensai a una risposta sensata.

"Strano!" Dissimo contemporanemente "... e... privilegiato..." dissimo ancora in contemporanea. Scoppiammo a ridere.

"Sai Darcy, sei una ragazza, bellissima..." arrosii e sussurrai un "Grazie"

"Posso farti un paio di domande?" La sua espressione era decisa.

"Certo..."

"Sei fidanzata?"guardava in basso. Eravamo seduti sul divano con il busto rivolto l'uno verso l'altra. Sapevo di essere rossa come un pomodoro in fiamme.

"No, o perlomeno, lo ero, ora non più..."dissi con un filo di voce che usciva dalle mie labbra.

"Ehm... Mi... mi trovi... ehm... attraente?" Balbetto' imbarazzato. Spalancai gli occhi. Come mai questa domanda. Mentre pensavo il suo corpo si era raddrizzato sul divano, ed eravamo più vicini.

"Cioè, sei un bel ragazzo... ecco, diciamo di sì" dissi appena.

"Allora, se mi trovi attraente, perché non mi stai baciando?" Senza lasciarmi realizzare ciò che aveva detto, mi prese delicatamente il mento e poggio' le soffici labbra sulle mie. Il bacio era dolce, non come quelli di Leo. Dentro mi sentivo scoppiare mille emozioni, mentre le soffici labbra di Theo facevano a gara con le mie per decidere chi si sarebbe staccato prima. Ci dividemmo senza fiato, fissandoci negli occhi, il suo blu oceano nel mio verde smeraldo.

"Scusa... non dovevo, mi dispiace" disse abbassando lo sguardo e arrossendo. Ma cosa sta dicendo vuol dire che lui non ha provato niente? Non ha provato quel vortice di emozioni che ho provato io? Mi sentivo muorire dentro. Ero rimasta con la bocca spalancata, mentre lui aveva abbassato la testa.

"Theo..." dissi con un filo di voce.

"Lo so, sono un mostro. Ho rovinato tut..." lo interruppi poggiando le mie labbra sulle sue, ancora e gettandogli le braccia al collo, lui fece salire le mani sui miei fianchi. Dentro di me, altro che farfalle, c'era una voliera a cui era stata aperta la gabbietta. Ci staccavamo solo ogni tanto per respirare. Le nostre labbra si muovevano in sincro, sembravano fatte apposta. Quando ci fermammo, apri gli occhi che fino ad allora erano rimasti serrati, e lo guardai. Con la coda dell'occhio vidi qualcosa, che luccicava. Dietro la vetrata, nel palazzo dall'altra parte della strada, più o meno paralleli a noi, dei flash a trilioni. Mi alzai e osserai meglio giornalisti, paparazzi e fotografi erano entrati nel palazzo di fronte e ci avevano fotografati. Andai nel panico. Theo aveva capito e sul suo viso era dipinto il terrore.

"Dobbiamo dirglielo, dobbiamo dirlo a mio padre, a mio zio e a tuo padre" disse lui terrorizzato.

"Muoviamoci!" Uscimmo di corsa il corridoio era deserto. Scendemmo al piano terra, nessuno.

"Mamma!" Urlò Theo. Una donna sui 37 anni uscì da una porticina.

"Dove sono lo zio, i suoi amici e papà?" Chiese. "Perche? Sono andati allo stadio a Dublino, ma prima facevano sosta alla Sony. Sono partiti 10 minuti fa." Spiegò la donna. Theo impreco' sotto voce, mi prese il polso e mi tirò verso una scalinata che portava nei sotterranei. C'erano due porte. All'interno di una un piccolo garage: due bici e una Kawasaki bianca. Prendemmo la moto e salimmo la rampa che dava in strada. Abbracciai Theo per paura di cadere e sfrecciammo a tutto gas mentre un paio di furgoncini della Tv e dei papatazzi ci inseguivano.

His Daughter (H.S.) [In Revisione]Where stories live. Discover now