Capitolo 5

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Il vecchio aveva lasciato il locale.

Lo capì nel momento stesso in cui il suo stivale consumato e logoro mise piede sulla via acciottolata, nel momento stesso in cui fece l'errore di uscire allo scoperto, dove lei poteva vederlo, dove poteva sentirlo.

Non che avesse poi così tanta importanza, questo è chiaro. La sua doveva essere solo una missione ricognitiva, un modo per tornare indietro, inseguire delle tracce che – ne era sempre più convinta – si stava solo immaginando.

Eppure qualcosa la spingeva a scavare sempre più a fondo in quel deserto composto da null'altro che sabbia, come si ostinasse a trovare qualcosa che non sembrava esistere, l'impronta di un'idea senza fondamenta che l'aveva solo condotta lontano da dove doveva essere.

Eppure qualcosa c'era...

Qualcosa doveva esserci. Soltanto, non voleva essere trovato.

E il vecchio poteva essere una solida partenza, dato che era stato così sciocco da non notare che lo stava tenendo d'occhio da quasi tre rotazioni (o almeno così le piaceva credere) e pareva essere comunque una papabile fonte di salde informazioni e genesi di domande interessanti... a partire dal perché si trovava lì, così lontano da tutto ciò che conosceva o avrebbe dovuto conoscere. Per quanto ne sapeva lei, lui sarebbe dovuto essere morto da tempo.

Si acquattò nell'ombra, coperta dal mantello, certa che nessuno avrebbe guardato nella sua direzione. La sua mente aveva esteso le percezioni verso tutti gli organismi nel raggio di una decina di metri, assaporandone i respiri, le emozioni... assicurandosi che non l'avrebbero scoperta.

Fu con un fremito di fastidio che notò il ragazzino che si era concessa di salvare la notte prima, un marmocchio che adesso rincorreva goffamente il vecchio con un'espressione spaesata appicciata sul volto fanciullo.

Questo avrebbe complicato le cose.

Per un secondo nutrì la speranza che l'uomo si sarebbe presto liberato del giovane, specie perché, nel corso dei suoi appostamenti, non si era degnato di spiccicare parola nemmeno con un droide; ma poi il lieve sorriso che il vecchio rivolse al ragazzo fece crollare anche quell'aspettativa.

Storse la bocca in una smorfia, seccata da quella sgradevole novità, ma poi si impose di mantenere la calma: qualunque segreto il vecchio nascondesse, glielo avrebbe estrapolato anche a costo di serie minacce... una prospettiva che, però, non era totalmente piacevole... né per lui e né tantomeno per lei.

Scosse la testa per cacciare via quei pensieri distraenti e decise di uscire dall'angolo buio che era il suo rifugio.

Uno, due, tre passi.

Mantenne lo sguardo puntato in basso, sebbene la Forza – i suoi veri occhi – avesse sotto controllo ogni minima forma di vita.

Percepì il vecchio e ragazzo avviarsi verso il deposito dei veicoli poco lontano e, silenziosa, lì seguì, abbassandosi il cappuccio sul viso e coprendosi le spalle col mantello nonostante il suo corpo stesse letteralmente evaporando nell'afa.

Salirono su un landspeeder classe Seraph, vecchio modello, probabilmente scassato ma comunque funzionale.

Li seguì con lo sguardo mentre sfrecciavano verso l'orizzonte lasciandosi dietro una scia di sabbia dorata, il mantello che oscillava appena nell'aria immobile e il volto coperto da ombre.

Si morse distrattamente un labbro, abbastanza certa che, se non si fosse mossa immediatamente, la possibilità di perderli si sarebbe evoluta e reale certezza. Anche se, ricordò a se stessa, non aveva idea di dove vivesse il vecchio.

Voci nel deserto [Star Wars][Attualmente sospesa]Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum