Capitolo 4

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La musica strisciava fuori e dentro di me, in un ritmo baldanzoso e trascinante che avvolgeva l'intero il locale insieme ad un increscioso intreccio di odori nauseanti dalla dubbia provenienza.

Deglutì a vuoto, esitando per un attimo sulla soglia della Cantina, la mente che si tramutava in un campo di battaglia in cui flussi di certezze contrastanti si abbattevano l'uno contro l'altro senza lasciare al corpo la forza di fare un passo.

Portai una mano sudaticcia al Carabina legato alla cintola e mi concessi un respiro profondo, sebbene pareva che nessuno, della feccia che abitava quel buco di universo, si fosse lontanamente accorto della mia umile presenza.

C'è gente cattiva lì, Luke, non ti avvicinare mai, aveva esortato una volta zia Beru, strattonandomi un braccio per distogliere il mio sguardo bambino da quel covo, dall'origine della musica che adesso, come un amaro deja vu, mi scivolava nelle orecchie e piegava al suo ritmo il battito del cuore.

Non mi accorsi neanche di essermi mosso, tanto ero immerso in quei ricordi risalenti a fin troppi anno prima; mentre tentavo invano di convincere me stesso di essere abbastanza grande da non avere paura.

Questo è rischiare troppo, mio caro, mi ammonì quel filo di ragione che era rimasto nel mio cervello levigato dalla sabbia Oggi vuoi proprio morire, congratulazioni.

Feci una smorfia, stringendo gli occhi attraverso lo strato di fumo che permeava il locale, e appoggiai i gomiti sul bancone, imponendomi di ignorare le occhiate indagatrici che mi stavano scoccando un paio di Rodiani alla mia sinistra.

Il barista, un uomo tarchiato vestito con una tunica logora e un grembiule bucato, mi squadrò dall'alto in basso, soffermandosi un secondo di troppo sui miei capelli impastati di polvere.

Inarcò un sopracciglio e storse la bocca in una bizzarra linea a zig zag.

-Sì?- grugnì, notando che continuavo a fissarlo con occhi straniti.

Mi schiarii la gola e mi lanciai un repentino sguardo alle spalle, nell'improvviso timore di ritrovarmi davanti Boba Fett o qualche altro brutto muso pronto a trapassarmi il cranio con un colpo. Sicuramente non mi avrebbe sorpreso...

I miei occhi si scontrarono solo contro la band di Bith, oscillante sulle note della ballata.

-Devo fare una telefonata- dissi rivolgendomi nuovamente al barista, la voce ridotta ad un roco bisbiglio.

Quello si esibì in un sorriso sbilenco e carico di perfido sarcasmo, che mi fece correre un brivido lungo la schiena.

-Abbiamo un piccolo contrabbandiere, eh?- fece, ironico, senza però mettere in quelle parole un reale interesse. Il suo ghigno si smorzò e lui mi scrutò di sbieco -Dov'è che devi telefonare, ragazzo?

-Alla fattoria Lars- risposi quasi subito -Non è troppo distante da qui, mi basta avere a disposizione un trasmettitore di serie B come quelli della vecchia...

-Sì, sì, come vuoi- mi interruppe l'uomo, evidentemente infastidito, levando gli occhi al cielo -Ma noi non mettiamo più a disposizione i nostri trasmettitori alla clientela, non so se ti è chiaro.

Aprii la bocca per ribattere ma ne uscì soltanto un rauco e deluso "Ah".

-Ultimamente trasmettere è diventato più caro di una bottiglia di Bile Hutt decente- bofonchiò il barista, a mo' di scusa. Scosse la pelata e brontolò qualcosa di indefinito, che non riuscii a cogliere nel ronzio collettivo, poi indicò con un cenno distratto una figura seduta nell'angolo più buio del locale, il cappuccio calato e le spalle ricurve, quasi volesse confondersi con il muro ingrigito alle sue spalle -Quel tipo viene da quelle parti, comunque, potrebbe darti una mano- tagliò corto l'uomo, per poi allontanarsi verso un altro cliente e lasciandomi inebetito e con la bocca arida a fissare la sagoma incappucciata, il fiato trattenuto.

Voci nel deserto [Star Wars][Attualmente sospesa]Onde histórias criam vida. Descubra agora