Capitolo 2

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Buongiorno e buon venerdì a tutti! Spero che il vostro rientro alla vita "normale" dopo le vacanze di Natale sia andato nel migliore dei modi.

Ecco il secondo capitolo di questa storia, come vedrete non succede niente di particolarmente importante in questi primi capitoli, diciamo che semplicemente ci fanno conoscere meglio i personaggi. 

Ringrazio chiunque abbia speso un po' di tempo per leggere il capitolo precedente, votarlo o commentarlo. 

Spero che anche questo vi piaccia! 

Un bacio enorme

Sil


Non ero mai stata una di quelle persone che esterna i suoi sentimenti, anzi, a dire la verità odiavo esternarli. Non mi piaceva risultare smielata o appiccicosa.

Io sapevo chi erano le persone a cui volevo bene e questo bastava, perché agli altri non doveva importare nulla di quello che pensavo io.

Odiavo esternare i miei sentimenti, ma quando si trattava dei miei nonni non potevo fare a meno di dimostrare loro quanto fossero importanti per me e quanto fossi grata del fatto che mi avessero cresciuta nonostante non volessero avere nulla a che fare con mio padre, loro figlio, o mia madre.

«Non avresti proprio dovuto aspettarmi sveglia» dissi a mia nonna Grace mentre le coprivo delicatamente le occhiaie con il mio correttore.
Era pronta per andare in chiesa, ero sicura che si sentisse ridicola nel farsi truccare da me, ma nonostante la sua età avanzata, non voleva risultare sciatta o dare da parlare alle pettegole della parrocchia.

«Sei la mia bambina, mi preoccupo per te» mi rispose stringendomi appena un braccio «Nonna, lo sai che torno tardi e che non c'è bisogno che mi aspetti, te l'ho detto mille volte» le sorrisi ultimando la mia opera prima di lasciarle un bacio sulla guancia e sedermi di fianco a lei.

Prese ad accarezzarmi i lunghi capelli, come faceva quando ero una bambina, e mi lasciai cullare dalle tenere attenzioni che solo mia nonna mi aveva sempre dedicato poggiando la testa sulla sua spalla.
«Non ho sentito la macchina di Niall» disse continuando a passare la mano fra i miei capelli «Perché ha finalmente attirato l'attenzione della ragazza a cui sbava dietro da più di un anno e mi ha lasciata da sola».

Lei si staccò da me leggermente accigliata «Non sarai tornata da sola, spero» le sorrisi stringendole la mano per rassicurarla e scossi la testa «No, nonna, mi ha accompagnata un compagno che abita qui vicino» mi guardò curiosa per qualche secondo, ma poi scosse la testa e sorrise lasciandomi un bacio tra i capelli «D'accordo, ricorda solo di stare attenta, quando esci» mi disse premurosa prima di alzarsi per andare a controllare che il nonno fosse pronto per la chiesa.

Non potevo nemmeno lontanamente immaginare quanto fosse stato difficile per i miei nonni accettare che il loro unico figlio perdesse la custodia della loro unica nipote.
Né potevo immaginare quanto fosse stato difficile rimboccarsi le maniche e crescere una bambina di sei anni che, fino a quel momento, era rimasta in casa con due genitori che non facevano altro che riversare su di lei i loro fallimenti.

I momenti più felici che ricordavo della mia infanzia erano proprio quelli in cui i miei genitori mi lasciavano dai nonni, così che loro potessero andare a bere o a divertirsi con gli amici.
Per questo quando, appena compiuti sei anni, mia madre mi aveva detto che si sarebbero trasferiti e che finalmente non sarei stata un peso, ero più che contenta di andare a vivere con loro, con le uniche persone che mi avevano dimostrato affetto quando ero solo una bambina che andava in giro con due codini sfatti e due occhioni azzurri quasi sempre pieni di lacrime.

Innocence [H.S.]Where stories live. Discover now