Capitolo 8 |Puma|

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<Io sarei... un ibrido?> chiesi incredula.
<Non è possibile. No, non è assolutamente possibile> mi alzai lentamente dalla poltrona e continua a parlare in modo confuso.
<Io sono sempre stata una mutaforma. Non ho mai manifestato nessun altro potere> la guardai in cerca di una risposta.
<Sta mentendo> sussurrai impercettibilmente, ma ancora una volta quella fu un'affermazione fatta più per convincere me stessa.
<No, è la verità> questa volta a parlare fu Xavier.
<Come ha spiegato prima la preside il potere di tua madre era geneticamente più forte, visto il suo albero genealogico. Di conseguenza è stato il primo a manifestarsi, tuttavia dentro di te risiede anche il potere di tuo padre ma è latente, per questo motivo non si è manifestato> spiegò <Per il momento>.
Il suo sguardo pungente e le ultime parole dette così amaramente mi fecero rabbrividire.
A quel punto mi sorse un dubbio.
<Se questo potere è sempre stato latente... come fate a essere così certi che io ne sia dotata?> chiesi sospetta.
Xavier fece per rispondere ma la preside lo precedette.
<A ogni potere è associato un simbolo. É grazie a quello che si individua il potere del neonato. Per i mutaforma è un po' diverso. Solitamente compare un animale, diverso per ogni persona. Quello che li rappresenta di più in assoluto. Il simbolo compare sulla nuca ed è visibile per i primi mesi di vita. Alla nascita avevi due simboli. Quello da mutaforma e il simbolo dei 4 elementi , come tuo padre> spiegò la preside.
<Io e lui eravamo gli unici a saperlo. Elijah mi supplicò affinché tenessi segreta la cosa. Purtroppo però ne venne a conoscenza anche tua nonna, subito dopo averti rapita>.
Il mio sguardo era fissò sul pavimento, ero angosciata da un assordante stato di confusione.
La mia mente elaborò quelle informazioni come se fosse un computer.
Il mio potere non è mai stato per me motivo di vanto, anzi.
Più crescevo più mi sentivo diversa, mi vedevo come una creatura anomala, e per questo iniziai ad usarlo sempre meno.
Ora scoprire di possedere anche un secondo potere mi disgustò ancor di più.
Era a tutti gli effetti uno scherzo della natura.
<Soleil> mi chiamò la preside, ma non ricevette risposta.
Lacrime salate iniziarono nuovamente a percorrere le mie guance pallide.
<Soleil, guardami> continuò lei.
Sospirai e puntai il mio sguardo nel suo.
<Tu possiedi un potere fortissimo dentro di te. So che tutto questo è difficile da accettare e capisco che tu sia spaventata, ma noi ti aiuteremo. In questa scuola imparerai a manifestare il tuo secondo potere e soprattutto a controllarlo e non solo> mi prese dolcemente la mano <Qui ricomincerai a vivere>.
Ricominciare a vivere... chissà perché ebbi la sensazione di non avere mai iniziato a farlo.
<Va bene> sussurrai.
<Mi fido di lei> dissi alzando di poco il tono della voce, successivamente mi girai verso Xavier e Nathaniel.
<E anche di voi>.
Ricevetti un sorriso smagliante da parte di Nathaniel mentre Xavier si limitò solo a osservarmi, come suo solito.
Successivamente una domanda, forse apparentemente insignificante, mi balenò in testa.
Inoltre, molto probabilmente ero già a conoscenza della risposta.
<Preside, quale animale comparse sulla mia nuca?> chiesi.
Ella sorrise lievemente <Il puma>.
Sorrisi a mia volta, la mia ipotesi venne confermata.
<Hai il sorriso di tuo padre> affermò la preside Ramona.
<Alla tua nascita gli promisi che se fosse accaduto qualcosa mi sarei presa cura di te e ti avrei protetta> disse queste parole con tono carico di rammarico.
<Purtroppo ai tempi non fui in grado di mantenere la promessa> si bloccò e mi guardò negli occhi con sguardo sicuro <ma da oggi in poi ti assicuro che farò l'impossibile affinché tu sia al sicuro>.
Mi accarezzò dolcemente la guancia fredda e ancora umida per le lacrime.
Non le risposi, mi limitai a guardarla cercando in qualche modo di esprimere la mia gratitudine attraverso i miei occhi.
Improvvisamente la porta dell'ufficio si spalancò e andò a sbattere prepotente alla parete.
A interrompere quel momento così commovente fu l'uragano Felix che non appena si rese conto di aver causato una piccola crepa sulla parete a causa dei sui modi un po' barbari divenne rosso porpora e si grattò il capo con fare imbarazzato.
<Ehm... ci stavate mettendo un bel pò e così abbiamo deciso-> venne interrotto.
<Hai deciso> ripeterono all'unisono Dusha e Dimitri lanciandogli occhiate di fuoco.
<...di controllare> finì Felix, più imbarazzato di prima.
<Caro Felix, prima o poi farai crollare la mia scuola, me lo sento> disse ridendo la preside.
<Comunque per vostra informazione abbiamo finito>.
Si rivolse verso di me <Ora Dusha ti accompagnerà fino al dormitorio femminile e ti mostrerà la tua stanza e domani, quando sarai fresca e riposata, uno di loro ti mostrerà la scuola e ti spiegherà come funzionano un paio di cose> spiegò.
<Se vuoi posso mostrar-> Nathaniel venne interrotto bruscamente da Xavier.
<Le mostrerò io la scuola> disse, rivolgendosi direttamente alla preside.
Quest'ultima annuì semplicemente mentre Nathaniel alzò le mani in segno di resa.
Fu un gesto apparentemente tranquillo tuttavia riuscii a notare la sua espressione un po' infastidita.
Guardai Xavier in malo modo per via della sua arroganza ma per sua fortuna non ero in vena di fare parole in quel momento quindi lasciai perdere.
<Okay ragazzi, potete andare adesso. Dusha puoi accompagnare Soleil nella sua stanza>.
Dusha annuì e iniziammo a dirigerci verso l'uscita.
<Ah Soleil> mi richiamò la preside <quando hai bisogno di qualcosa, la porta del mio ufficio è sempre aperta> disse.
<Va bene> le sorrisi <grazie>.
Mi girai e uscii dalla stanza affiancata da Dusha e Felix.
Quest'ultimo prima di chiudere la porta sospirò combattuto e si affacciò di poco.
<Preside mi dispiace molto per il piccolo incidente. Davvero, sono desola-> venne interrotto.
<Felix, chiudi la porta> lo ammonì la preside.
<Questa volta magari senza far crollare nulla> si fece scappare una piccola risata.
Felix con la coda tra le gambe salutò un'ultima volta e chiuse la porta seguendo le indicazioni dategli.
<Voi> urlò indicando Dusha e Dimitri.
<Siete due canaglie infami e traditrici> continuò adirato.
<Adesso vuoi incolpare noi per le tue maniere così rozze?> chiese un indifferente Dimitri.
<Mi sembrava fossimo tutti d'accordo sul fatto di entrare a controllare la situazione. Ne abbiamo parlato per quasi venti minuti> si difese Felix.
<A dire la verità hai parlato da solo per tutto il tempo, facendo domande e rispondendoti da solo. Alla fine hai deciso di entrare, di tua spontanea volontà, non solo dimenticandoti della nostra esistenza e ma facendo anche uso illecito di un plurale maiestatis per lavarte le mani> spiegò Dusha.
Il suo modo così ovvio e tranquillo di spiegare l'accaduto rese il contesto ancor più esilarante.
Immaginai la scena nella mia testa e mi feci scappare una sonora risata.
Felix mi guardò compiaciuto <Beh... se le mie sventure sono servite a far finalmente ridere questa giovane fanciulla, allora non sono state del tutto inutili> disse sorridendo.
<Forse per la prima volta sei servito a qualcosa fratello. Questo è un bel traguardo> lo prese in giro Nathaniel.
Ovviamente Felix anche questa volta ebbe la risposta pronta.
<Che c'è? Anche tu sei invidioso del mio culo?>.
Dopo quella frase scoppiammo tutti a ridere di gusto e per la prima volta cedette anche Xavier, che tuttavia non si scompose più di tanto.
<Comunque...> richiamai l'attenzione verso di me, ritrovandomi cinque paia di occhi puntati addosso.
<Volevo ringraziarvi, sia per avermi portata qui che per aver tollerato il mio temperamento particolarmente difficile.  Soprattutto all'inizio...> continuarono a fissarmi.
<Tutto qui> divenni leggermente rossa dall'imbarazzo.
<Non c'è bisogno di ringraziare, l'abbiamo fatto con piacere> disse Nathaniel, gentile come sempre.
<Ora suggerirei di recarci ognuno ai proprio alloggi, signore e signori> si fregó le mani tra di loro.
<Concordo. Sento il bisogno urgente di una vasca di acqua calda e sali profumati. Ho la pelle disgustosamente secca e irritata> disse Felix con il suo solito fare melodrammatico.
<Non interessa a nessuno> rispose Dimitri, ricevendo un'occhiata di finto disdegno da parte dell'amico.
Iniziammo a scendere l'innumerevole quantità di scale fino ad arrivare alla sala d'ingresso.
<Okay Soleil. Ora tu e Dusha proseguirete fino all'ala est dove si trovano i vostri dormitori. I nostri sono nell'ala ovest> spiegò Nathaniel.
<Bene> dissi.
Guardai i ragazzi <A domani. Suppongo...>.
<A domani?> ripetè ironico Felix.
<Tesoro mio, preparati perché saremo il tuo incubo per un bel pò di tempo. Le tue ombre> sussurrò con finta aria minacciosa.
Risi lievemente e dopo averli nuovamente salutati iniziammo a dirigerci ognuno verso i propri dormitori.
<Angioletto>.
Mi girai, sapevo perfettamente a chi appartenesse quella voce.
<Domani mattina ti farò vedere la scuola. Bada bene, non tollero i ritardatari> disse Xavier.
<Onoratissima. Quasi mi commuovo> risposi ironica ma abbastanza divertita.
Fece il suo solito sorrisetto e se ne andò senza dire più nulla.
Io e Dusha percorremmo un lunghissimo corridoio fino a raggiungere una grande stanza.
<Questa è la sala di ritrovo dei dormitori femminili> spiegò lei.
La stanza era particolarmente ampia.
Le pareti riprendevo le stesse tonalità della sala d'ingresso e dei corridoi, c'erano diversi divani e poltrone abbinate.
Vidi vari tavoli e sedie in legno scuro, vasi decorati e qualche rosa bianca a fare da ornamento.
Le ampie finestre erano ricoperte da dettagli dorati e difronte a me vidi un grande camino in marmo bianco, sopra vi era uno specchio anch'esso dorato che rifletteva la mia immagine.
Il mio aspetto non era certamente dei migliori.
I capelli biondo platino sembravano posseduti da qualche entità soprannaturale e i profondi solchi violacei sotto i miei occhi avrebbero potuto spaventare anche un morto nella tomba.
Non prestai molta attenzione ai particolari della sala, ero troppo stanca.
Così, dopo un'analisi abbastanza superficiale, percorremmo un altro corridoio.
<La tua stanza é al primo piano, accanto la mia> spiegò Dusha.
Superammo molte porte e salimmo una rampa di scale.
Iniziai quasi a provare un odio profondo verso quella quantità così esagerata di scalini.
<Ecco. Questa è la tua stanza. La mia é quella affianco> disse indicando le due porte
<Okay. Grazie mille Dusha> le dissi.
<Tu ringrazi un po' troppo sai> rispose lei sorridendo.
<Fidati, solitamente non lo faccio. É una novità anche per me>.
Sopirai, fremevo all'idea di potermi finalmente stendere su un letto.
<Buonanotte> le dissi aprendo la porta della mia stanza.
<Buonanotte Soleil>.
Finalmente entrai in camera e chiusi la porta alle mie spalle.
La stanza era spaziosa, i colori erano sui toni del beige e marrone scuro.
Al centro della stanza vi era il letto, coperto da una coperta bianca e semplice.
La scrivania in mogano era affiancata da una piccola libreria dello stesso materiale.
Accarezzai il dorso dei libri dalle copertine scure, erano ruvide e leggermente polverose.
Sulla scrivania era posata una specchiera a tre ante dai dettagli dorati.
Notai diversi libri e quaderni, una lampada, dei cofanetti in legno con dentro articoli di cartoleria e un piccolo vaso con all'interno un bouquet di rose bianche.
Dopo di che vidi la parte della camera che più mi piacque e seppi per certo che sarebbe diventata la mia preferita.
Un'ampia finestra con seduta si affacciava sul giardino di fiori candidi, regalandomi così una splendida visuale.
Dall'altro lato della stanza c'era una porta che scoprii essere il bagno.
Era piccolo ma accogliente e con tutti i confort, inclusa la vasca da bagno in marmo.
Accanto la finestra vidi un armadio ed aprendolo mi accorsi che era pieno di vestiti.
Non prestando particolare attenzione ai vari indumenti mi fiondai alla ricerca di un pigiama comodo riuscendo dopo qualche minuto a trovarne uno.
Mi diressi in bagno e decisi di farmi un bagno caldo per togliere lo sporco e rilassare i muscoli affaticati.
Vi era un assortimento spropositato di bagnoschiuma, shampoo e balsamo di ogni tipo.
Dopo un'attenta valutazione optai per quelli al cocco e alla vaniglia, beandomi del loro profumo dolce e della piacevole sensazione dell'acqua calda sulla pelle.
Inevitabilmente la mia testa rimuginò su tutte le informazioni che avevo acquisito durante la giornata.
Dall'assassinio di mio padre per mano di mia nonna alla scoperta di essere un ibrido.
Brividi di terrore percossero tutto il mio corpo quando mi resi conto di aver trascorso tutta la mia vita con qualcuno che credevo fosse un'altra persona, con la nonna che tanto amavo.
È possibile che in realtà dietro quel sorriso così sincero, si potesse nascondere una persona così ripugnante?
Passai una mano tra i capelli per la frustrazione.
Tutte quelle torture subite, gli esperimenti, il dolore provato, erano opera sua, colei che mi aveva cresciuta come una figlia mi aveva brutalmente pugnalato alle spalle.
Mi sentii così sola, così sbagliata, quasi anormale.
Come avrei gestito due poteri contemporaneamente se ero a malapena in grado di controllarne uno?
Mi resi conto che ormai l'acqua era diventata tiepida e le mie mani sottili era completamente raggrinzite.
Uscii dalla vasca, mi asciugai e misi velocemente il pigiama grigio dirigendomi sul letto, senza nemmeno asciugare i miei capelli.
Molto probabilmente il giorno seguente mi sarei svegliata con forti dolori al collo ma poco mi interessava.
Non appena mi distesi provai una sensazione bellissima.
Le coperte morbide avvolsero il mio corpo regalandomi un senso di sicurezza.
Quello non era né il materasso duro e freddo dell'istituto né il tronco umido di un albero.
Era un letto vero.
Mi rilassai completamente e non appena chiusi le palpebre abbandonai il mondo reale per entrare nel mondo dei sogni.

𝐀𝐫𝐜𝐚𝐧𝐞 𝐀𝐜𝐚𝐝𝐞𝐦𝐲 | 𝘓𝘢 𝘮𝘶𝘵𝘢𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢 |Where stories live. Discover now