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James fa sempre più forza sulla presa sul mio braccio ad ogni spintone che subiamo. Non so cosa farei se lo perdessi in mezzo a tutto questo caos. Mi sto pentendo di essere venuta. Ci sono uomini oltre i cinquant'anni che lanciano occhiatine a ragazze della mia età, e ciò mi mette i brividi. Appena Sam è salito sul ring mi ha sorriso ma, nonostante io sia stata invitata da lui, sono qui solo per Harry. Ho bisogno di parlargli ma ad ogni pugno che riceve, mi si blocca il cuore e ricomincia a battere quando per fortuna risponde con qualche altra mossa. Sono sempre stata contro le risse, la lotta, l'utilizzo delle mani. Sono sempre stata la ragazza che si metteva in mezzo ai due ragazzi per farli smettere di litigare e magari, prendersi anche qualche pugno, ma poi smettevano. Ed ora sono qui che, nonostante io preghi che questo incontro finisca all'istante, spero che Harry dia una lezione alla sfacciataggine di Sam.

«Niall.» Faccio un respiro profondo.

«Niall.» Lo richiamo. Sta esultando al colpo appena sganciato da Harry, non mi sente.

«James, per favore.»

«Niall, cazzo, non respiro!» Esaspero e finalmente mi presta attenzione.

«Cosa?» Si allarma.

«Ho detto che non respiro.»

Non riesco più a stare in piedi, non sono più stabile, la vista sta calando e sento così tanto caldo. I miei piedi non toccano più terra, ma non capisco.

JAMES

La prendo in braccio, sta svendendo e questo non va fottutamente bene. La gente la guarda, ghignano e si rigirano. Teste di cazzo, spostatevi.

«Spostati cazzo!» Do una spallata furiosa ad un tizio che credo abbia il doppio della mia età e che pesi il triplo di me ma non mi importa. Tutto ciò che mi importa ora è arrivare fuori da tutta questa merda.

Fanculo Styles e Kingson. Se non esco di qui.. non voglio neanche pensare a cosa potrà succedere ad Alaska.

Dopo altre spintonate, imprecazioni e diti medi alzatisi davanti la mia faccia, sono fuori, ed è una bella boccata d'aria anche per me.

Sono sul retro e la stendo su una delle panchine malridotte che ci sono.

«Okay, okay Alaska andiamo.» Le accarezzo una guancia, anche se so che non serve a niente.

Mi sta prendendo l'ansia, la paura, deve svegliarsi.

«Alaska, Alaska ti prego non so cosa fare.» Le chiedo, sperando che apra quei suoi bei occhioni azzurri e mi risponda con una delle sue risposte già pronte.

Ma non lo fa.

«Alaska, non è un bello scherzo sai? So che sei sveglia, so che vorresti ridere ma non lo fai per rendere la tua parte impeccabile, ma dai, ci sono cascato. Ora ridi.» Le prendo la mano e la stringo forte nella mia.

«Ridi, per favore.»

«Perché non stai ridendo?»

«Alaska, perché non stai ridendo?»

HARRY

Non riesco a capire perché Alaska sia qui. Chi le ha detto di venire? Chi l'ha invitata? Non è un posto per lei questo, ci sono persone sgradevoli, maniaci che usano donne solo per i soldi, dovrebbe star lontano da posti come questo.

Non sono stato io ad invitarla, e ovviamente, la risposta viene da sé. Kingson. Il che mi fa aumentare la rabbia.

Gli sgancio qualche colpo sulla mascella e uno sullo stomaco per rallentarlo, spero sia l'ultimo, è già caduto a terra e sto iniziando a stancarmi.

Con la coda dell'occhio vedo James farsi strada verso l'uscita del locale, con Alaska in braccio, senza sensi. E questo non va fottutamente bene. Mi concentro completamente su Sam, tiro un pugno dopo l'altro, cade a terra e io gli salgo sopra, proclamando la mia vittoria.

Non aspetto che il ragazzo che ha presentato l'incontro ufficializzi la sua sconfitta, corro immediatamente verso l'uscita dove Niall è scappato, sperando che Alaska stia bene. Arrivo velocemente verso le due porte e le spingo violentemente trovando Alaska stesa su una panchina e Niall inginocchiato vicino a lei, sta piangendo.

«Che cazzo le è successo?» Chiedo agitandomi.

«È svenuta durante l'incontro e io non so cosa fare.» Si alza girandosi verso di me, copre il suo viso con le mani asciugando le lacrime che ormai lo hanno bagnato.

D'impulso la prendo in braccio e faccio per tornare dentro con lei.

«Harry.» Lo sento richiamarmi.

Mi giro, annunciando che lo sto ascoltando.

«Mi fido di te.»

Annuisco lanciandogli un'occhiata come per dirgli di non preoccuparsi ed entro. Non faccio il percorso affollato per arrivare al ring ma prendo una strada ora isolata, quella degli spogliatoi. Entro nel mio e chiudo a chiave la porta. I soldi ed i medici posso aspettare fuori.

La stendo sulla panchina, prendo l'asciugamano dal mio borsone, lo bagno col l'acqua fredda del lavello e glielo stendo sulla fronte. Probabilmente sto sbagliando, ma mia nonna faceva sempre così a me e mia sorella quando ci sentivamo male, spero soltanto che serva per farle riaprire gli occhi.

«Alaska.» Inizio, anche se so che non sta ascoltando.

«Alaska, non sono Niall. Sono Harry. So che probabilmente non mi vorrai, ma io sono qui, sono qui perché non voglio essere da nessun'altra parte se non ci sei tu. Voglio stare ovunque tu sia, proteggerti e dirti di amarti ogni volta che ne ho voglia. Baciarti ogni volta che ti ho a fianco e toccarti ogni notte, stringendoti a me mentre ci addormentiamo. Ho fatto una cazzata ad essere quel l'anonimo che ti mandava messaggi è vero, ma almeno ti ho conosciuta, ho conosciuto la vera Alaska ed è stato bellissimo e francamente, lo rifarei altre mille volte. A volte mi chiedo, cosa faremo in palestra ora? Mi sorriderai, mi guarderai? Mi piacerebbe, ma non è questo quello che voglio io. Lo sai ciò che voglio, e sarebbe un sogno se tu volessi lo stesso. Perché Alaska ti amo, ti amo come non ho mai amato nessuno, ti amo come tu ami la nutella, e spero anche me. Ti prego svegliati, perché so che stai bene anche se sei svenuta, non voglio neanche pensare che potresti.. potresti..» Vedo una lacrima cadere sul dorso della sua mano che è tenuta ben salda nella mia.

Mi alzo, corro verso la porta, la sblocco e penso a quanto sono stato stupido, ancora. Chiamo alcuni medici che stavano chiacchierando qui fuori e chiedo se possono dare un'occhiata ad Alaska. Cazzo, da troppo tempo sta così.

«Da quanto tempo è in queste condizioni, ragazzo?»

«Circa un'ora.»

La donna le poggia un apparecchio sul petto, per qualche secondo resta in silenzio poi lancia uno sguardo al collega. «Il battito c'è.»

E rilascio un sospiro che neanche sapevo di star trattenendo.

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Vi do il permesso di ammazzarmi.

Okaaaay, ho la febbre a 39,5 in questo preciso istante, avrei dovuto recuperare due materie ma non l'ho più potuto fare ma sono qui. So che non ve ne frega un'emerita minchia ma sto lavorando anche da malata.

Ora, grazie a tutte le persone che mi hanno dimostrato di tenerci mandandomi messaggi o v u n q u e chiedendomi quando avrei aggiornato. Beh, eccolo qui.

Domandina: seguite ed? Qual è la vostra canzone preferita?

La mia thinking out loud e photograph ma sono tutte ashkl.

Un baciotto

ily

Lots of love, Maddy.

Right NumberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora