Right Number

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HARRY

Entro nella palestra con alcuni minuti di ritardo, ma non mi importa. Ho ancora due ore e quarantotto minuti per stare con Alaska.

Quando spalanco il portone la vedo sbuffare con le braccia incrociate al petto mentre parla con McGerry, annoiata.

"McGerry, credo che ora tu debba andare via." Lo prendo per la camicia accuratamente stirata e allacciata fino al collo e lo trascino fuori.

"Aspetta, devo dire una cosa ad Alaska."

"Avete già parlato abbastanza." Chiudo la porta dietro di me.

"Avvicinati ancora ad Alaska e ti ritrovi con la metà dei denti." Lo minaccio.

"Ma-"

"Senti coso, mi stai facendo incazzare. Non esiterò a schiacciarti un occhio se dici un'altra parola. Chiaro?" Lo alzo per il colletto e lo incollo al muro.

"Chiaro." Deglutisce aggiustandosi gli occhiali.

"Bene." Lo lascio cadere e torno in palestra mentre lui raccoglie i suoi libri da terra.

Alaska è dentro lo stanzino dove ci sono tutti gli attrezzi, e mi siedo sulla panca dove ha appoggiato le sue cose, mentre aspetto che esca ed inizi a pulire.

"Prendi." Mi lancia un scopone.

"Io non pulisco." Lo afferro.

"Lo farai." Si gira ed immerge il suo nell'acqua.

"No, non lo farò." Appoggio lo scopone a terra.

"Sì."

"No."

"Sì."

"Ho detto di no." Afferro il mio telefono dalla tasca e lo sblocco.

"Io ho detto di sì, invece." Sbuffa sonoramente.

Mi prendo il permesso di inviarle un messaggio, dato che è di spalle e il suo telefono è nella tasca del suo giubbetto vicino a me. Riesco a vederlo dalla mia postazione.

Io: sei così cocciuta

Io: lo so perché oggi ti ho vista

Io: e stavi discutendo

Io: ma non ti dirò né con chi né dove né quando

Io: solo che sei cocciuta,

Io: piccola

"Che stai facendo?" Mi chiede venendo da me.

"Niente." Mi affretto a rimettere il telefono in tasca.

"Devi pulire." Incrocia le braccia al petto.

"Non mi va."

"Non mi importa se ti va o no, devi farlo."

"Sei così cocciuta." Afferro una scopa ed inizio a spazzare.