24. Solitudine e rivelazioni scottanti.

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Of the Night, Bastille.

Demons, Imagine Dragons

Senza Harry il tempo sembrava congelato.
Nulla poteva distrarmi. Nulla poteva alleviare il dolore che provavo.

Passavo le mie giornate tra il letto e il divano. Cercavo di tenermi impegnata fino a tarda notte per evitare che i pensieri invadessero la mia mente. Così mi addormentavo subito e gli incubi non tornavano.

La segreteria telefonica era piena di messaggi inascoltati. Nessuno sarebbe stato suo.
Harry era passato a prendere le sue cose quando ero fuori di casa, come aveva promesso.

Certe promesse non vorresti mai che vengano mantenute.

La prossima settimana saremmo dovuti partire per Bali, per il matrimonio. Invece di trovarmi nel pieno della preparazione, ero nella tristezza più totale.

Erano passati parecchi giorni dalla nostra rottura e stavo pensando che fosse davvero definitiva. Avrei dovuto chiamare l'ispettore al più presto per disdire tutto. Avrei dovuto fare le valigie per andarmene via.

Mentre pensavo a ciò, sentii suonare il campanello. Corsi a vedere chi fosse dallo spioncino della porta.

La mia delusione nel non vedere Harry era palese. Speravo sempre in un suo ritorno.

Tuttavia provai un po' di felicità vedendo Luke. Aprii la porta e lui mi salutò con un grande sorriso.

Indossava un cappello nero e la giacca di pelle che mi aveva prestato l'ultima volta che ci eravamo visti.

-"Luke, come stai? Entra pure.. Lo so, la casa è un disastro.."-

Lo feci entrare nell'attico. Teneva le mani nelle tasche posteriori dei jeans. Il colorito del suo viso era più roseo del solito, forse per il freddo.

-"Non ti preoccupare. Più che altro, hai un aspetto terribile. Che ti è successo?"- mi chiese.

-"Nulla, solo influenza."- dissi cercando di nascondere i miei occhi rossi, circondati da profonde occhiaie.

Ci sedemmo sul divano, mentre gli chiedevo se desiderasse qualcosa. Lui rifiutò.
Era particolarmente nervoso quel giorno. Non si vedeva traccia del ragazzo del locale.

-"Non mi hai più chiamato."- sospirò.

-"Lo so, mi dispiace moltissimo. Ho avuto davvero poco tempo ultimamente."- gli sorrisi, cercando di sembrare convincente.

Luke giocherellava con i suoi braccialetti di cuoio. Sembrava combattuto. Guardava in basso, evitando i miei occhi.

-"Allora, quindi è vero? È vero che ti sposerai?"-

Il dolore nella sua voce era evidente. Mi sentii in colpa per non averglielo detto. Aveva il diritto di saperlo.

-"Non lo so, Luke.."- risposi.

Mi sentivo insicura sotto il suo sguardo. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Non sopportavo la tensione che si era creata tra noi.

Luke's point of view.

Ricambiai il suo abbraccio restando immobile. Non trovavo la forza di guardarla.

Ciò che le stava capitando era orribile ed esserne testimone lo era ancora di più. Come potevo dirle tutto? Ma soprattutto come potevo stare in silenzio?

Sentendo i suoi capelli sfiorarmi il collo, mi resi conto di quanto il destino fosse uno schifo.

Tra tutte le persone, proprio io dovevo finire a Brixton per un concerto. Proprio io dovevo sentire quello che avevo sentito.

The ProposalWhere stories live. Discover now