𝘗𝘢𝘳𝘵𝘦 24

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Il signor Ackerman, al centro della tavolata della riunione, si teneva la fronte martire di una crisi di nervi.
«Quello è un documento molto importante, come cazzo è possibile che sia sparito?» Il timbro era duro, graffiante.

«Signor Ackerman, mantenga la calma, abbiamo già avviato le indagini per scoprire chi è stato» postillò qualcuno.

Levi lo pietrificò con un'occhiata torva.
«Non abbiamo tempo, quel documento è essenziale per concludere l'accordo con quell'azienda giapponese.»

Sospirò esausto.
«Senza non potremo fare nulla»

«Non è detto»
Steffi, presente alla riunione, si era alzata in piedi, ora tutti la ascoltavano.

Levi la osservò di sbieco.
«Spiegati»

Ella sorrise compiaciuta e prese tra le mani una serie di carte disordinate.
«Se il documento non verrà ritrovato, qualcuno dovrà andare di persona ad Oxford, nella loro sede inglese»

La donna rimirò il corvino con occhi callidi.
«Così si potranno chiarire tutte le questioni a voce... Faccia a faccia»

Egli, dal canto suo, sapeva già dove quella volesse andare a parare.

«Naturalmente lei verrà con me, signor Ackerman»

Silenzio.
L'uomo teneva le dita ossute strette in un pugno.

«Credo che sia una buona idea» Commentò un uomo.
Levi gli rivolse un'occhiata attenta e fredda, deglutì.

«Chi potrebbe rappresentare al meglio questa azienda se non voi due?» Spiegò sbrigativo, poi rivolse la sua attenzione alla donna.

«Lieto che sia tornata tra di noi, signorina Voigt»
Ella abbozzò un sorriso tirato ringraziando spicciola.

«Bene, allora-»

La suoneria del cellulare del corvino interruppe quella seccante conversazione, egli farfugliò un "con permesso" e ringraziò mentalmente Oruo per la sua puntualità.

«Qui Ackerman»

«Buongiorno signore, ho fatto le mie dovute ricerche, credo sia meglio sentire le persone che sono entrate in contatto con lei nelle ultime settimane» Oruo camminava per il suo studio con una manciata di documenti tra le mani.

«Qualcuno potrebbe aver sentito o visto qualcosa, potrebbero fornirci una prima strada»

Levi strinse la sua penna in una mano.
«Molto bene, allora fai un giro di telefonate e convoca le dovute persone per una chiacchierata in azienda oggi pomeriggio, sarai tu stesso a fare le domande, ci sentiamo»

Il corvino attaccò al telefono, tutti gli occhi puntati su di egli lo seccavano assai.

Si alzò dalla sedia.
«Bene, la riunione è finita, del viaggio ne parliamo domani»

Steffi gli rivolse un'occhiataccia che egli ignorò completamente. Non gli tolse gli occhi di dosso finché lui stesso non sparì dalla stanza per arrivare alla macchinetta del caffè.

"Che scocciatura..."


***


«Miseriaccia, Hanji! Sono nei guai, nei guai fino al collo!» Prorompè Petra.
Ella si aggirava nei dintorni dell'entrata di quel palazzone.

Hanji affondò una mano nel sacchetto delle patatine, teneva la spalla sollevata verso l'orecchio per sorreggere il cellulare.
«Petra... Ora stai calma... spiegati» Rispose mangiucchiando.

Quest'ultima cominciò a torturarsi le dita della mano libera con ansia, prese un bel respiro prima di parlare.

«Sono davanti l'azienda dal signor Ackerman-»

𝘚𝘸𝘦𝘦𝘵 𝘤𝘰𝘭𝘥 //𝘙𝘪𝘷𝘦𝘵𝘳𝘢Where stories live. Discover now