𝘗𝘢𝘳𝘵𝘦 21

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Nota autrice: Salve ragazzi, da questo momento in poi utilizzerò SEMPRE e SOLO la terza persona. Ciò perché da questo momento in poi ci saranno diversi capitoli dove NON potrò usare la prima. Mi scuso se si andrá a creare confusione (dato che gli altri capitoli sono in prima persona) ma per ciò bisogna solo aspettare la revisione della storia che sto facendo per conto mio.
Grazie e scusatemi ancora!

Passi pesanti e svelti, la neve era frigida, le braccia tremavano, le guance bruciavano di freddo, gli occhi pizzicavano.
"Non ne vale la pena"
Continuava a ripetersi nella mente.

«La sua fidanzata.»
Qualcosa si era rotto, qualcosa dentro di lei.

Scosse la testa, "Non ne vale la pena".
La neve cadeva copiosa ma non le dava quel senso di serenità che solo un giorno prima le aveva dato. Era pesante, fredda da far male.
Petra girò l'angolo e vide quel grande cancello in ferro malandato.

Era la seconda volta che lo vedeva in un mese.

Con una mano gelida provò ad aprirlo, per un momento aveva temuto che fosse chiuso per qualche strana ragione.
Il cancello scricchiolò violentemente, raschiando il cemento crepato sottostante.

«Petra? Che succede?»
Levi si era avvicinato e immobilizzato non appena quella donna era entrata nel suo raggio visivo. «La tua fidanzata ti cerca.»
Petra si era voltata e aveva sorriso, in vita sua non aveva mai fatto sorriso più falso.

Una lacrima fredda e solitaria scivolò lentamente per la guancia tonda e rossa.
I denti e i pugni stretti, lo stomaco scomposto, il cuore ferito.
Petra camminava a passo sempre più svelto. Conosceva praticamente a memoria quel percorso: Era addirittura capace di evitare tutte le buche e le crepe che, con il corso degli anni, avevano usurato il cemento che era stato malamente abbandonato a sé stesso, senza un minimo di cura.

«Oh, eccoti qui.»
La donna aveva afferrato la mano di Levi e l'aveva stretta forte forte.
Petra osservò la scena: Ogni frammento di secondo era come un pugno allo stomaco per lei. Per la prima volta Levi sembrava comfuso, il suo sguardo assente, gli occhi più aperti del solito, le labbra semichiuse.

"Probabilmente è troppo felice di vederla"
Aveva pensato Petra, socchiudendo gli occhi per non dar spazio alle lacrime.

La lapide di sua madre era sempre la stessa.
Una cornice impolverata giaceva accanto alla lapide.
Petra la afferrò e gli passò due dita sottili sopra per liberarla dalla polvere.
Vide l'immagine di sua madre, solare e radiosa come solo lei sapeva essere. I suoi capelli lunghi e ramati erano legati in una precisa e studiata acconciatura e gli occhi sprizzavano di una gioia fuori dal mondo.
Quella foto la ritraeva a poco prima del suo matrimonio con colui che sarebbe stato per sempre l'amore della sua vita: Elton Ral.
Da lì, dopo pochi anni, sarebbe nata lei: Petra Ral.

La giovane sorrise malinconica e si affrettò a riportare la cornice al suo posto, sotto una piccola struttura in pietra che, tanti anni prima, lei e suo padre avevano composto.

Era proprio lì che avevano messo tutti gli oggetti importanti di quella meravigliosa donna che era stata sua madre.
Una piccola agenda, un album fotografico, una penna.
La giovane afferrò con molta cura la raccolta di foto. Quella era sempre stata una grande passione per sua madre.
Amava fotografare, cogliere il momento giusto e spontaneo, poi se la foto non era venuta bene lei la teneva lo stesso, sosteneva fosse più "vera".
Le esili dita di Petra sfogliarono con delicatezza i fogli usurati.
Agganciò gli occhi ad uno scatto: La giovane, al tempo bambina, in piedi con un microfono finto dinanzi a suo padre.
Ricordava benissimo quel momento.

𝘚𝘸𝘦𝘦𝘵 𝘤𝘰𝘭𝘥 //𝘙𝘪𝘷𝘦𝘵𝘳𝘢Where stories live. Discover now