𝘗𝘢𝘳𝘵𝘦 18

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Il campanello della grande casa era a pochi metri di distanza.

La povera sfortunata alla quale sarebbe toccato di suonare ero proprio io.

Gli invitati c'erano proprio tutti, salvo quelli che avevano preannunciato di non esserci. Un minimo avevamo fatto conoscenza, in un piccolo bar vicino la casa di Levi.

Nanaba e Mike erano una coppia di sposi fantastica. Umili, complici, dolci.
Erano stati educati e molto piacevoli, avevano addirittura portato un maglioncino natalizio come regalo a Levi..non sapevo se di compleanno o di Natale.
Eren e Mikasa li ricordavo proprio bene.
Innamorati, ma senza il coraggio di confessarsi. A volte Mikasa sembrava più una sorella maggiore, molto seria, pacata, ferma, ma era sempre pronta a tirare le orecchie al ragazzo, più reattivo e capace di mettersi nei guai facilmente. Spesso lui le rispondeva e lei ci rimaneva male, ma ciò contribuiva a rafforzare ancor di più il loro rapporto che era da invidiare.
Eld e Gunther, gli amici di Auruo, erano simpatici ed educati, Auruo non aveva perso l'occasione per cercare di spiccare tra i due, ma aveva fallito miseramente, mordendosi malamente la lingua.
Erwin si era presentato puntuale e preciso assieme a quel Moblit. Hanji non aveva tardato ad assalire i due con innumerevoli chiacchiere e le gote arrossate.
Formavano un bel trio.
Il ragazzetto più giovane  sembrava conoscere Hanji da molto, le era sempre vicino e sembrava spesso preoccupato dall'agitazione della donna.
Da quanto mi aveva detto lei stessa, lui era il suo assistente di laboratorio a lavoro, sempre pronto ad aiutarla e, soprattutto, a sistemare i suoi macelli.

Tutti erano delle persone interessanti.
Ma un dubbio mi era rimasto: La misteriosa donna, Steffi Voigt, non mi aveva dato risposta al messaggio, ne tanto meno si era presentata.
Ne avevo parlato anche con Hanji che, in risposta, mi aveva detto di star esagerando e di star tranquilla.

Avevo sfiorato quel campanello davvero tante volte, ma in quell'occasione sembrava quasi impossibile.
Era lucido e di un colore simile all'oro.
Potevo vedere il mio riflesso per quella straordinaria lucidità, dietro di me poi il resto delle persone.

Da lì, riuscii ad intravedere Mikasa che si era avvicinata.
Mi girai, guardandola con un sorriso accennato.
Lei incurvò leggermente le labbra e mi sorprese, non era solita a farlo, ma aveva un sorriso davvero bello.

<Secondo me, dovresti fargliela pagare>

Scattai dritta su me stessa,
dei brividi quasi mi uccisero a sentire quelle parole pronunciate quasi con sfida.
<Eh?!>

Girandomi, vidi un ghigno disegnato sulla faccia della giovane.
Non ero sicura di aver capito bene ciò che aveva detto, o forse non lo avevo capito di mia spontanea volontà.
<Eheh...cosa hai detto? Ho capito bene?!>
Chiesi tesa, ridendo per non piangere.

Un altro sorriso divertito sul suo volto.
<Si, hai capito. Sei sempre così puntale e disponibile per lui, dovresti divertirti un po' ora che puoi!>
Non ebbi né tempo né modo di rispondere. La corvina si era già ritirata, accanto ad Eren.
La guardai confusa, sentivo il giovane di rimproverarla.

<Cosa le hai detto? Sei impazzita?>
Sussurrava.
Il cuore mi batteva forte, perché doveva toccare proprio a me?
Mi sentivo vittima delle pessime mosse che la fortuna giocava su di me.

Gli altri erano fermi dietro di me.
Sentire tutti quegli occhi addosso mi metteva una soggezione terribile.
Tornai a guardare quel campanello così pulito.
Cercai di non temporeggiare ulteriormente, ormai stava diventando troppo stressante la situazione.

Suonai.

Pressai il campanello quasi con paura e indecisione.

Il silenzio regnava.

𝘚𝘸𝘦𝘦𝘵 𝘤𝘰𝘭𝘥 //𝘙𝘪𝘷𝘦𝘵𝘳𝘢Where stories live. Discover now