33. LA LEZIONCINA

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MELISSA

La mamma si mise subito all'opera per chiamare zio Yago e zio Teo e a quanto sembrava era vero: erano in partenza, ma non ancora saliti sul volo. Fortunatamente riuscì a convincerli a non partire visto che Mia era sana e salva da noi, e ciò li tranquillizzò, anche se mamma omise il dettaglio di certe informazioni che in quel preciso momento un certo Marco Valente, sconosciuto a me, stava divulgando ad un tizio dal nome Axel Andersen. Meglio che zio Yago non lo avesse saputo altrimenti avrebbe sviluppato poteri sovrannaturali e volato come superman fino alla grande mela.

Dopo ciò, aspettammo in silenzio notizie di papà, tra qualche altra ramanzina della mamma a Mia su come aveva comunque combinato un casino. E in realtà l'attesa non fu poi così lunga visto che papà si presentò nella suite dove eravamo depositate con sguardo indecifrabile. La mamma scattò in piedi.

'Marco Valente! Tu ora mi dai spiegazioni e anche subito!'

Come previsto papà le lanciò uno dei suoi sguardi assassini.

'Rispetto, Chloe.' Disse semplicemente.

'Caro signor Valente, coniugato con la qui presente Chloe Rossi, sarebbe così gentile da darmi spiegazioni in questo immediato momento, nonché adesso?' Lei sbatté le ciglia alla "Vanessa", come era solita dire lei anche se noi non sapevamo il perché.

'Non lo sono.' Rispose papà lasciandola perplessa.

'Uhm?'

'Gentile. Non lo sono. Perciò non ti dico nulla.' Le rispose antipatico come sempre.

'Voglio solo sapere se Yago è in pericolo, tutto qui!' Disse lei esprimendo i nostri stessi pensieri.

'Non lo è. Almeno sembra. E comunque ancora non capisco perché continui a preoccuparti per quel b-'

'Papà!' Lo richiamai prima che dicesse quella parola. Lui mi trucidò con uno sguardo. 'È zio Yago in pericolo sì o no?'

Dopo un silenzio prolungato, parlò.

'Non sembra lo sia. Ma per strane ragioni volevano quelle informazioni.'

'Che tu gli hai dato!' Sbottai.

'L'ho fatto, sì. Problemi, tesoro di papà?' Disse con quella faccia da schiaffi.

'Non dirmi "tesoro di papà" in queste occasioni! Ci sono problemi, sì! Primo, lo hai ricattato a svantaggio di mia sorella, e secondo, c'è sempre un pericolo sulla testa di zio Yago! Sono sicari, cavolo!' Buttai le mani all'aria.

'Non ho ricattato quell'essere. Ho solo fatto sì che mia figlia aprisse gli occhi e vedesse finalmente che razza di uomo stava per scegliersi. Voglio solo il meglio per voi, e quel tizio non lo era per niente. Peccato che sono arrivato troppo tardi e non ho potuto evitare che succedesse ciò che stava accadendo in quel bagno.' Disse voltandosi verso Mia che arrossì come un peperone.

'Non sembra il caso di ricordarglielo ogni volta, Marco!' Intervenne la mamma.

'Comunque ora basta. Non ho più voglia di sentire altro su questo argomento. Però se succede qualcosa a zio Yago non ti perdonerò papà.' Gli puntai un dito. Lui alzò un sopracciglio.

'In realtà faremmo un favore al genere umano se quella scusa di essere umano sparisse dalla terra.' Continuò lui incessante. Si può prendere a martellate il proprio padre?

'Papà, per favore. Zio Yago non è stato altro che buono con noi. Non dire queste cose di lui, qualsiasi sia stato il suo passato.' Stavolta fu Mia finalmente a parlare.

Papà fece per aprir bocca ma la mamma probabilmente decise che non era il caso di continuare la discussione.

'Va bene, gente! È il momento di chiudere l'argomento! Credo che io e vostro padre andremo via domattina, vero amore mio?'

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