8. I GEMELLI ANDERSEN

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MELISSA

I fratelli Andersen?? Quei cavolo di fratelli Andersen?? Quelli di cui si racconta che siano spietati, senza cuore e che facciano i sicari per conto altrui?? Di certo ci doveva essere un errore nel mio ascolto, oppure era per pura coincidenza che si chiamassero proprio come costoro. E poi si raccontava che i famosi e temuti "fratelli Andersen" fossero tre, e questi erano solo due. In più gli originali erano probabilmente molto grandi di età e quei ragazzi sembravano non avere più di venticinque o ventisei anni. Non conoscevo tutta la storia, ma conoscevo abbastanza da sapere che non erano tizi affidabili, bensì pericolosi. Ma non dovevo fermarmi alle apparenze, anche se l'apparenza era molto molto buona. Erano due gran pezzi di popolazione maschile. Due modelli. Due uomini perfetti. E già di per sé era pericoloso. Era il momento di ritornare con i piedi per terra e riprendermi la mia dignità dopo aver fatto la prima figuraccia. Tanto loro avevano detto di essere gemelli, e nessuno aveva mai detto che i famosi sicari lo fossero.

'Vorremmo avere anche i vostri nomi se non vi dispiace. Grazie.' Dissi prendendo la parola dopo che mia sorella aveva fatto uno sforzo immane per parlare al posto mio.

Il biondino antipatico roteò gli occhi annoiato e quasi mi venne da metterci due dita dentro e accecarlo. Era così rude e maleducato che volevi maledirlo da ora all'eternità! Fortunatamente prese la parola la sottomarca di Ken, che a parte la sua espressione da schiaffi, era meno antipatico.

'Io sono Andreas e lui è mio fratello Axel. Siamo stati assegnati a voi come vostre personali guardie del corpo-'

'Babysitter sarebbe la parola migliore.' Il gemello più antipatico lo interruppe. Ora gli faccio vedere io!

'Ehi, non abbiamo bisogno di babysitter! Non siamo delle bambine!' Sbottai.

'Perché a diciotto anni siete grandi, vorrai farmi credere. E per di più ricche e viziate.' Rispose ancora arrogante.

Feci per aprire bocca per dargli ciò che si meritava, quando mia sorella mi precedette, avanzando di qualche passo fino ad avvicinarsi terribilmente a lui.

'A diciotto anni si può essere persino più maturi di te, arrogante che non sei altro. Se sei venuto qui con i pregiudizi su di noi è meglio che prendi la tua strada e te ne torni da dove sei venuto, perché dei tipi come te non sappiamo che farcene. Spero ti sia chiaro, Axel Andersen.' Concluse con quella fierezza negli occhi appartenente solo ad una degna discendente di Chloe Valente. Rimasi a bocca aperta, così come la sottomarca di Ken, che iniziò ad applaudirla con una faccia soddisfatta.

'Wow, piccoletta, tu sì che sai tener testa a mio fratello Axel! Nessuna mai si era permessa prima!' Gli scappò una risatina, guadagnandosi uno sguardo di rimprovero dal fratello.

'Risparmiati l'applauso. Non ho bisogno di lodi. Non le tue.' Rispose mia sorella continuando a guardar male Axel l'arrogante, che a sua volta stava cercando di eliminarla con un solo sguardo.

Andreas alzò le mani in segno di resa. Mia sorella riprese la parola. Quasi non la riconoscevo più.

'Hai intenzione di continuare a fissarmi in quel modo o potresti iniziare a muovere il tuo sedere e iniziare il tuo lavoro?' Disse all'ormai poveretto di fronte a lei prima che lui le afferrasse il viso avvicinandola a sé. Feci uno scatto in avanti per difendere Mia, ma la sottomarca di Ken mi afferrò per il polso fermandomi. Lo guardai male.

'Allora, bimbetta, forse qui non hai capito con chi hai a che fare. Potrei distruggerti senza far trovare più tracce di te in pochi minuti.' Sentii dirgli. Sgranai gli occhi. Allora era vero? Erano quei fratelli Andersen? Papà lo sapeva?

Our Twinguards - Le Nostre Guardie Gemelle ✔Where stories live. Discover now