14. LA SCOMMESSA

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MELISSA

Guardare Mia arrabbiarsi in quel modo era stata una scena unica e rara. Non mi sarei immaginata che un ragazzo sarebbe stato la causa della perdita di compostezza di mia sorella. Forse le ci voleva. Era sempre così seria senza ridere mai. Almeno era una reazione diversa dal solito e le avrebbe fatto bene.

Intanto entrai nell'auto di Ken, che mi aveva accompagnata poco prima, e in un certo senso mi rilassai. Almeno avevo trovato Mia, anche se il pensiero di papà e la sua conoscenza di Monteiro non mi faceva stare tranquilla. Forse Andreas conosceva di più di quel tizio visto che ne aveva parlato con lui.

'Stai per chiedermi qualcosa, Barbie.' Disse lui senza ancora mettere in moto. Era così palese?

'In un certo senso...' Risposi non sapendo come fargli la domanda e guardando dritta davanti a me.

'Ti ascolto.' Disse slacciandosi la cintura e voltandosi verso di me. Era la prima volta che qualcuno che non fosse la mia stretta cerchia familiare si prendesse del tempo per ascoltarmi.

'Ok...uhm...vorrei sapere se sai qualcosa su Tristan Monteiro...' Gli chiesi, stavolta guardandolo.

Lui mi fissò per un attimo, forse valutando se rispondermi o meno.

'Monteiro non c'è più. Puoi stare tranquilla.' Disse alla fine. Non era la risposta che volevo.

'Questo l'ho capito, ma volevo sapere di più sulla sua persona, chi era, cosa faceva-'

'-e cosa c'entra tuo padre con lui?' Mi interruppe continuando lui. Cavolo, aveva perfettamente intuito le mie preoccupazioni.

Stavolta lo fissai io senza rispondergli. Ancora, era così palese sul mio viso?

'Dovresti stare tranquilla, Melissa. Magari tuo padre l'avrà detto per cercare di spaventarmi. Non è detto che l'avrà conosciuto personalmente in passato.' Rispose con un tono calmo.

'Non hai risposto alla mia domanda, però.' Io volevo sapere se era la persona che si diceva che fosse.

'E cosa vorresti sapere? Che era un trafficante di donne? Che si occupava di droga, armi e affari illeciti? Che era un assassino spietato? Che violentava senza pietà e trattava le donne come schiave e animali selvaggi? Credo che questa storia sarà arrivata anche alle tue orecchie.' Rispose quasi sdegnato da tutto ciò, quasi come se gli infastidisse parlare di quell'essere. E poi sì, aveva appena confermato tutti i miei dubbi.

Abbassai lo sguardo preoccupata. E se papà aveva avuto a che fare con lui sotto qualche aspetto del genere? Se gli fosse stato nemico, non avrebbe detto che si sarebbe fatto aiutare da lui...

'Sta tranquilla, Melissa. Ripeto, l'avrà detto solo per spaventarmi.' Mi disse di nuovo ed io incrociai il suo sguardo trovandogli un piccolo sorriso rassicurante.

'Forse hai ragione. Mi sto solo facendo film mentali come al solito. Meglio se mi accompagni all'ingresso del campus...' Conclusi volendo chiudere ormai quell'argomento.

'Senza un per piacere?' Alzò un sopracciglio divertito.

'Muoviti e accompagnami!' Sbottai.

'Non senza un per favore.' Mi provocò.

'Forse non ci siamo capiti, tu fai tutto ciò che ti dico e chiudi pure il becco!' Eccolo che ricominciava con la sua arroganza.

'Porta il dovuto rispetto, ragazzina. Ti ricordo che non sono tuo fratello.' Si fece improvvisamente serio.

'Non mi importa chi sei. Io odio gli arroganti e più fai così più ti rispondo come voglio, sottomarca di Ken!' Sapevo di essere troppo spontanea e soprattutto poco gentile, ma era più forte di me. Quando si comportava così andavo su tutte le furie.

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