Capitolo 12

3.9K 184 6
                                    

Lo guardo ancora per qualche secondo e poi ne sono certo: è il padre di Violet.

"Come sa che conosco Violet?" Chiedo stranito.
Lui mi guarda e tira fuori un foglio di carta accartocciato. Lo apre e poi dice:

"Nell'ultima lettera che mi ha scritto circa cinque anni fa mi ha detto di essere follemente innamorata di un ragazzo di nome Daniel Sharman. Ho vagabondato per tutta l'America e sei il diciannovesimo Daniel Sharman che incontro. Ho bisogno almeno di qualche indizio per riuscire a trovarla e ho pensato che se trovo l'amore della sua vita, troverò anche lei." Il mio cuore fa un balzo quando dice che Violet è follemente innamorata di me. Violet non è tipa che esterna i suoi sentimenti a qualcuno così facilmente, e questo mi fa capire quanto si fidi di suo padre.

"Oh. Beh, credo di essere io. Lei è suo padre, giusto?" Chiedo e lui annuisce con un sorriso.
"Molti mi credevano disperso, ed effettivamente lo ero, o almeno prima di essere stato trovato. Sono stato rinchiuso per una settimana in una specie di grotta a causa di un masso che aveva bloccato l'uscita. Per fortuna, urlando e urlando, qualche angelo mi ha scovato. Dopo quell'accaduto ho deciso di lasciare l'esercito, ormai ero vecchio e poi volevo vedere com'è diventata bella la mia bambina." Ridacchia un po' goffo e io non posso fare a meno di sorridere.

"Lei comunque non è qui. Vede, io,esattamente cinque anni fa, ho fatto un casino e io e lei ci siamo allontanati per molto tempo. Lei era nel procinto di sposarsi e io mi ero fidanzato. Un giorno lei mi chiamò e, appena ci incontrammo, io non volli lasciarla più. Lei era pronta a lasciare suo marito per me, e io ero pronto a lasciare la mia ragazza." Sospiro e poi continuo "purtroppo, proprio poche ore fa sono venuto a sapere che la mia ragazza ha un cancro al cervello e che ha solo due mesi di vita. Insomma, si metta nei miei panni, chi è così crudele da lasciare la sua ragazza proprio quando sta male, anzi, malissimo. "

Lui mi guarda un po' basito.

"Tu la ami?" Mi chiede di punto in bianco.
"sì, la amo tanto." Ammetto.
"E allora il vostro amore supererà qualsiasi cosa, e se così non sarà comunque saprete di aver dato il meglio di voi stessi per far sì che questo amore funzionasse. Forse neanche voi ve lo meritate, e forse vi distruggerà, ma l'amore della vita è così forte e così potente che nonostante tutto vi ricorderete di voi stessi e di cosa eravate;forse non vi amerete più, ma ogni volta che vi guarderete, per qualche attimo, ritornerete ad essere ciò che eravate e ripenserete a tutto. È questo il bello dell'amore, anzi, del vero amore."

Guardo quest'uomo saggio con ammirazione e penso che una persona, per pensare ciò, deve averlo provato sulla propria pelle.

"Grazie." Dico guardandolo.
"Mi dispiace di non riuscirti a dare una mano su Violet perché non so dove siano lei e suo figlio." Ammetto, ma alzando lo sguardo lo vedo sbiancare.
Mi accorgo solo dopo qualche istante che avevo tralasciato quel dettaglio chiamato Stefan.

"Ha un figlio? Suo? Cioè fatto da lei stessa?" Balbetta e io annuisco.
"E chi è il padre?"
"Io." Sorrido e lui fa un sospiro di sollievo.
"E sono fuggiti via?" Continua.
"Tecnicamente..." inizio e poi ripenso alle sue parole.

"Capisco le tue ragioni. Quando sarai pronto verrai da me." Sussurra sulla mia spalla.
"Tu intanto dove andrai?"
Poi si stacca e mi sfiora il viso con le sue soffici mani.
"In un posto che non vedo da cinque anni" mi sorride.

"Forse so dove si trovano!" Esclamo eccitato.
"Dove?"
"Mi segua!" Urlo scendendo le scale di corsa e precipitandomi in macchina.

Dopo qualche secondo sale in macchina anche lui e sfrecciamo via per le strade a massima velocità.

"È cresciuta bene?" Mi chiede e io sorrido.
"Per me è la donna più bella che esista sulla faccia della terra" ammetto e lui mi tira un pugno sulla spalla.
"Vedi di trattarmela bene."
-
Poco dopo arriviamo e io gli intimo di stare in macchina.
Suono il campanello e dopo pochi secondi una Violet sporca di panna sul viso e con una scodella in mano mi guarda.
È davvero bellissima: ha una crocchia disordinata in testa e un grembiule da chef che le avvolge il corpo.

"Daniel, scusa se sono ridotta così, ma io e Stefan stavamo facendo una torta al cioccolato con sopra la panna montata." Si giustifica guardando in basso.
Io le prendo il mento e, con un dito, le prendo la panna che ha sul volto.

"Deliziosa" dico di gusto.
"A cosa devo la sua visita signor Sharman?" Ridacchia.
"Ecco, ti volevo presentare una persona che forse già conosci." Lei mi guarda storto e proprio in quel momento il padre di Violet esce dalla macchina e la ciotola di Violet cade a terra.
Lei lo guarda come se stesse vedendo un oasi in mezzo ad un deserto.

"Papà?" Urla eccitata Violet.
"Figlia mia!" Urla a sua volta lui correndo verso di lei per abbracciarsi.
"Ti credevo morto, lo sai questo?" Sussurra piangendo Violet.
"Sì amore, ma l'importante è che ora sono qui, con te." Suo padre le lascia un bacio sulla fronte e poi lei ci invita ad entrare.

Stefan mi saluta con la mano e poi guarda storto l'uomo che entra dalla porta.

"Chi sei?" Gli chiede Stefan indicandolo.
La dolce Violet gli risponde: "È tuo nonno, ovvero mio padre."

Stefan lo squadra e poi corre ad abbracciarlo.

Una casa per due//Daniel Sharman[COMPLETATA]Where stories live. Discover now