Capitolo 11

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Sento la testa che sta per esplodere.
"M-ma sopravviverà. Non è così?" Balbetto.
Lui mi guarda e sposta la testa da destra a sinistra.
Mi passo una mano sui capelli e poi lo guardo nuovamente.

"Quanti mesi?"
"Massimo due. Non le ha mai parlato dei forti dolori alla testa? Insomma, non può essere di certo una cosa improvvisa, anzi, è quasi terminale." Sospira e poi mi saluta dandomi una pacca sulla spalla. Non mi sento per niente bene.
Corro via come una freccia.
Voglio solo andare da una persona e raccontarle tutto.
Voglio vedere Violet.

Le strade sono piene di gente che sembrano quasi scoppiare. Cerco di sviare ogni persona e, dopo qualche minuto di corsa, arrivo a casa di Matt e Violet.
Suono il campanello, ma ad aprirmi non è lei.

"Guarda questo gran figlio di puttana." Sorride ironico Matt.
"Devo parlare con Violet." Lo intimo.
Lui sghignazza e poi sospira: "lei non abita più qui. Se ne è andata, con il nostro bambino."
Io lo guardo storto.

"Ti sbagli. Quello è mio figlio, penso che solo uno stupido non sarebbe stato in grado di capirlo. È la mia fotocopia." Gli dico.
Lui prima fa finta di non sapere e poi guarda da un'altra parte. Infondo lo sapeva anche lui.

"Allora dov'è Violet?" Continuo a chiedergli feroce.
"Perché dovrei dirtelo dopo che hai fatto scappare la donna della mia vita! Non sai quanto ho speso per lei. Tu eri in carcere e non puoi sapere. Per un anno è stata depressissima, non usciva mai e ha tentato più volte il suicidio. Ho tentato di parlarle, ma lei pensava solo a te. Piangeva, piangeva tanto. A metà di quell'anno poi, quando ha scoperto di essere incinta e che il figlio era il tuo era ancora più triste. Quando il figlio è nato io e lei ci eravamo iniziati a sentire, lei aveva aperto un varco per me. Ho colto l'occasione. Ero e sono innamorato perso di lei e nessuno me la farà togliere dalla testa. Ormai non ti pensava più, o almeno quando era con me e Stefan pensava solo a lui o a volte anche a me. Poi però ha saputo che tuo zio avrebbe pagato la cauzione, e da allora è ritornata ad essere confusa come lo era all'inizio. Lei è la mia metà, forse io non sono la sua ma lei è la mia. Io me la sono sudata Daniel. Tu non te la meriti minimamente una come Violet."

Dopo quel discorso il cuore mi si gela. Forse Matt ha ragione, forse io non me la merito.
Sto per uscire quando sento la porta aprirsi.
Un angelo appare sulla porta.
Violet ci guarda entrambi con aria turbata.
Sto già meglio vedendola.

"Tutto apposto?" Chiede e io le annuisco.
"Sono ritornata solo per prendere il cellulare che mi ero dimenticata. Stefan è in macchina, se vuoi salutarlo" dice a Matt e lui la guarda con gli occhi a cuoricino.
"Vado." Sbuffa sconsolato.

Appena esce Matt, lei mi guarda.
"Che hai?" Mi chiede.
"Ecco... non so come dirtelo..." allungo il brodo.
"Cosa mi devi dire?" Chiede storta Violet.
Silenzio.
Lei ripete la domanda e io mi gratto la nuca.
"Lei è malata." Dico velocemente. "La mia ragazza ha un cancro."
Violet mi guarda prima basita e poi sconsolata.
"E quindi non posso lasciarla proprio ora. Agli ultimi mesi della sua vita." Continuo.
"Morirà quindi?" Violet è a bocca aperta.
"Sì."

Si avvicina a me e mi abbraccia, facendomi sentire vivo e libero, cosa che non accadeva da tempo.

"Capisco le tue ragioni. Quando sarai pronto verrai da me." Sussurra sulla mia spalla.
"Tu intanto dove andrai?"
Poi si stacca e mi sfiora il viso con le sue soffici mani.
"In un posto che non vedo da cinque anni" mi sorride. Io non capisco, ma non voglio farle domande, voglio solo guardarla.
Prima che se ne vada la prendo per il braccio.

"Ti amo." Le dico.
"Ti amo anche io." Ammette per poi uscire.

Non so come lei mi riesca sempre a far sentire meglio. È lei l'amore della mia vita. Quello per cui si lotta, quello per cui si piange.
Sono sicuro che sia lei. Forse ci ho messo davvero troppo tempo per accorgermene.

"Vai a casa Daniel." Mi dice Matt rientrando.
Io annuisco perché so cosa vuol dire amare una persona con tutta l'anima.

-
Arrivato a casa mi distendo sul letto e tento di chiudere gli occhi, ma lei non è al mio fianco. Lei non mi tiene compagnia. Vorrei sentire il profumo dei suoi capelli. È camomilla.

Appena chiudo gli occhi, però, vengo svegliato dal campanello.
Vado ad aprire e mi ritrovo un uomo, non troppo anziano con la divisa da soldato.

Lo guardo un po' allibito e prima che io possa parlare lui esorta con:
"È qui Violet?"
Solo in quel momento capisco chi è lui.

Una casa per due//Daniel Sharman[COMPLETATA]Where stories live. Discover now