Capitolo 2

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È arrivato il giorno.
Oggi la rivedrò, rivedrò quel viso bellissimo.

Mi avvio per la strada.
Non ho mai avuto così tanta paura.
Sto per andare da lei, sto per andarla a conoscere.

Arrivato davanti al bar vado dentro.
"Mi scusi, è passata una certa Violet... bassa, capelli castani, bella... molto bella" sorrido al pensiero di lei.

"No. Non l'abbiamo vista, mi dispiace" mi dice il barista pulendo una bottiglia di vino.

Mi allontano e mi vado a sedere su un tavolo.
Inizio a guardare fuori dalla finestra posta accanto al tavolino.
Chissà come sarai... ti sarai tagliata i capelli? Sarai dimagrita? Oh se quello stronzo non ti ha fatta mangiare lo picchio.

"Daniel." Mi volto di scatto al suono bellissimo di quella voce. Mi ero dimenticato quanto fosse bello il mio nome pronunciato dalle sue labbra.

Lei è lì. In piedi, davanti a me.
È... reale.

Alta, ha finalmente imparato a portare i tacchi. Ha un tubino rosso, che le arriva fino al ginocchio, non è molto truccata e i suoi capelli sono raccolti in uno chignon.

È... una donna. Decisamente la donna più affascinante che io abbia mai visto.

"Violet. Siediti" le propongo, lei si accomoda di fronte a me.
Non smetto di guardarla.

"Mi sei mancata." Le sorrido, ma lei sembra rimanere seria e muta.
"Mi dispiace ancora per quello che ho fatto..."
non mi lascia finire la frase che si mette a ridacchiare.
"Tu non ti sei ancora reso conto di ciò che avevi fatto. Matt ha rischiato di morire. IO ho rischiato di morire! Perché la coppia di assassini voleva finire ciò che aveva iniziato" ride isterica.

"Quel giorno doveva finire l'accordo. Mi aveva chiesto di... di... un'ultima volta. Sarebbe finito tutto. Io e te saremo potuti rimanere insieme per tutta la vita, fare un figlio..." alla frase fare un figlio lei sobbalza.

"Tutto bene?" Le chiedo e lei annuisce.
"Io però sarei rimasta tradita. Tradita da un uomo come te, che a parer mio doveva rimanere in cella in eterno!" Sbraita mettendosi le mani sulla fronte.

"Eri la prima. La prima donna che io avessi mai amato sul serio. Non sapevo che fare, volevo passare tutta la vita con te, e allora ho scelto di terminare l'accordo. Un male minore per un bene maggiore, anche se quel male minore si è trasformato in un circolo vizioso." Dico disperato cercando il suo contatto visivo, ma lei non me lo permette.

"Si chiama karma Daniel. Comunque il motivo per cui ti ho chiamato è un altro..." la lascio continuare.

Prende dalla borsa una busta.

"Ecco... Avremmo piacere se tu venissi al matrimonio tra me e Matt." Deglutisce.
Non ci vedo più.
Inizio a ridere falsamente e le prendo il viso tra le mie mani. Mi mancava la sua pelle.

"Secondo te... Un uomo sano di mente andrebbe a vedere la donna che ama sposarsi con l'uomo che odia di più al mondo?" Ringhio.
"Ma tu infatti non sei sano di mente." Mi sorride.
"E poi servirebbe anche una specie di babysitter al n... a mio figlio. Non so, potresti conoscerlo" continua.

"Già. Ho sentito che il suo secondo nome è Daniel. E ho sentito anche che hai scelto tu quel nome." Le sorrido.

"Non è detto che sia tu." Sbuffa roteando gli occhi.
"Non lo so ma penso di essere stato il Daniel più importante della tua vita o meglio adolescenza".
"Quella ragazza non esiste più. È sepolta dentro la mia anima. Ora c'è una donna." Mi sussurra.
"Una meravigliosa donna. Forse la più bella." La correggo.

"Ti ricordo che sia io che te siamo fidanzati." Mi dice tirandosi una ciocca di capelli ribelle dietro l'orecchio.

"E ti ricordo che sia io che te non ci siamo dimenticati di cosa eravamo." Dico io spostando i miei ricci dalla mia fronte.

"Non aver dimenticato non è la stessa cosa di amare ancora" dico cercando di prenderle la mano, ma lei la tira indietro alzandosi dalla sedia.

"È ora di andare. Ci sentiamo Daniel." Mi dice lasciandomi lì, da solo.
Con lei incisa nella mia anima, nella mia mente e nel mio cuore.

Una casa per due//Daniel Sharman[COMPLETATA]Where stories live. Discover now