Capitolo 8

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Dopo quell'episodio decido di andare a casa.
Non ho nemmeno voglia di salutarla.
Non ho nemmeno voglia di vederla.
Ho voglia solo di distendermi sul letto e dormire.
Il viaggio in macchina è silenzioso e so che qualunque canzone io metta, mi ricorderà lei in qualche modo.

Vorrei tanto non essermi perdutamente innamorato di lei. Vorrei essere una persona normale, che dipende solo da se stesso e non da altri. Invece aspetto sempre che un giorno lei ritorni, ritorni da me.
Il 99% di me sa che lei non tornerà, sa che lei mi odierà per sempre, ma quell' 1% della mia anima ci spera che un giorno lei entri dalla porta di casa mia e si dichiari a me.

Arrivato a casa mi butto sul letto, ma appena tento di chiudere gli occhi sento la porta sbattere e in poco tempo la mia ragazza è davanti a me.

"Daniel. Dimmi sinceramente: ami quella ragazza?" Mi chiede senza troppi giri di parole.

"No." Sì.
"Dimmi la verità!" Urla.
"No."
"Non ci credo."
"Te lo giuro!" Sì che la amo.
"Non mi hai mai guardata come guardi lei." Sospira.
"Non sei dentro la mia testa." Le dico girandomi dall'altra parte tappandomi le orecchie con il cuscino, ma lei me lo tira via.
"Sono un passatempo per te, non è così?" I suoi occhi sono infuocati.
"No." .
"Continui a dire no, ma i tuoi occhi non mentono! Sei perso di quella ragazza! Non mi hai mai più sfiorata da quando l'hai rivista, neanche prima non mi toccavi più di tanto, eri sempre un po' distaccato ma ora veramente! Non mi guardi neanche! Non esisto per te!" Urla piangendo.

Io le vado vicino e la abbraccio.
Lo so che ha ragione, ma non lo ammetterò mai davanti a lei.
"Mi dispiace. Ho avuto un rapporto incasinato con lei e quando la vedo sto ancora un po' male, ma ti assicuro che non la amo più. Ora ci sei tu, lei era il passato. Tu sei il presente" le sfioro la guancia.
Lei accenna un sorriso e poi mi bacia.
Io la bacio a sua volta.
-
Quella notte facemmo del sesso.
Non era amore. Era sesso.
Io non la amo. E nonostante tenti di dimenticare Violet, lei è un mio pensiero fisso.
Oggi la vedrò anche a lavoro, non so se riuscirò a resisterle.

Mi alzo dal letto per poi farmi una doccia veloce.
E quella doccia, mi fa venire in mente un ricordo. Di me e lei.

"Daniel! Esci immediatamente! Chiamo il preside?" Urla.

Io peró non la ascolto e mi tolgo la maglietta e i pantaloni, lasciandomi peró i boxer.

Entro dentro la doccia di fronte a lei senza smettere di avere un sorriso sghembo sul viso.

Ad un certo punto giro la manovella dell'acqua calda e la porto verso l'acqua fredda.

"Fottiti Daniel" ringhia e io scoppio a ridere.

"Dalla mia parte non scorre l'acqua, potresti venire di qua" sussurro con voce roca. Ma lei continua a non rispondere.

"Andiamo, ti prenderai qualcosa!" Ridacchio facendola innervosire ancora di più.

Decide di uscire, ma la mia mano le prende l'avambraccio trascinandola verso di me.

"Sei bellissima" sussurro al suo orecchio.

"Ho voglia di te, Violet. Solo di te. Natasha non è te." Sussurro continuando a fare piccoli cerchi sulla sua schiena.

Il mio corpo aderisce perfettamente al suo.

"Lo sai che ti potrebbero denunciare? Insomma,sono minorenne" "anche io, fino a giugno" dico ridendo.

Sorrido a quel ricordo di noi.

Esco e corro perchè sono già in ritardo.
-
Arrivato una donna sulla trentina mi accoglie dicendomi che il mio ufficio è di fianco a quello di Ethan.

Salgo di fretta e prima di andare al mio ufficio passo per quello di Ethan per salutarlo.
Busso ma poi apro senza aspettare un avanti!
"Oh buongiorno Daniel!" Dice lui voltandosi verso di me.
"Buongiorno. Cosa devo fare?"
"Andare nel tuo ufficio.Violet è andata a prendere delle fotocopie, tra poco ti invierà delle mail su ciò che devi fare."  Dice quasi ignorandomi e continuando a scrivere al computer.

"Ecco le sue fotocopie" una voce bellissima dietro di me mi fa voltare.
Eccola.
Con il suo vestitino blu notte che le fa risaltare gli occhi.
Mi guarda con occhi felici.
Io tento di non sorriderle, non devo ricadere nella sua trappola. Devo starle lontano.

"Buongiorno Daniel. Le piace il suo ufficio?" Mi chiede con un tono formale e decisamente eccitante.
"In realtà non l'ho ancora visto, ero passato a dare un saluto" le dico freddo, o almeno tento.
"Perfetto. Appena entra e si sistema le mando tutto ciò che deve fare." Sorride per poi andare a sedersi sulla sua scrivania.
O almeno prima che Ethan la chiamasse per sedersi vicino a lui.
Devi darmi una mano con questa bolletta. Ammette.
Classica scusa che mi fa solo morire ancora di più dalla gelosia, perciò esco di fretta da lì.

Il mio ufficio è davvero bello e pulito. Mi ci abituerò a stare qui.
Ma solo l'idea che nell'altra stanza potrebbe esserci Ethan con Violet, mi fa imbestialire.

Una casa per due//Daniel Sharman[COMPLETATA]Where stories live. Discover now