7.

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Leeroy
Altro che terreno neutrale.
Quello era il mio terreno. E per ironia della sorte non era stato neanche un vantaggio cercato. In realtà non lo volevo affatto quel cacchio di vantaggio.
Appoggiai con violenza una cassa sul bancone e Brad, che era al mio fianco, ridacchiò come uno che la sa lunga.
- Nervosetti? -
- No -
La sua risatina servì solo ad innervosirmi ancora di più, cosa che non credevo neanche possibile.
I miei piani di incontrare Andrew su un campo imparziale erano miseramente falliti quando il mio capo aveva spostato il mio turno di Domenica. Avevo avvertito Andrew, dicendogli che non potevamo vederci, che potevo raggiungerlo al caffè né troppo chic né troppo grezzo che avevo scelto per algebra due ore prima di quando avevamo stabilito, ma lui mi aveva risposto con un no secco. La principessa aveva un appuntamento con Jillian irrinunciabile (ma poi perché me l'aveva detto? Mi aveva preso per la sua fottuta segretaria?) e i soliti stupidi allenamenti (stentavo ancora a credere che per correre dietro una pala dovessero impiegarci tutte quelle ore, non era la stessa cosa che facevano i cani e con molte meno rotture di scatole?).
Comunque avevamo litigato, discusso, lo avevo mandato al diavolo e gli avevo detto di arrangiarsi e lui mi aveva risposto che ero un inetto. Non ero nemmeno certo che sapesse cosa volesse dire quella parola, ma esasperato gli avevo detto di stare zitto e presentarsi al bar alle 7, perché a quell'ora non c'era nessuno e io volevo togliermelo di fretta di torno.
Solo non avevo fatto i conti con l'intrusione di Andrew Harrison nella mia vita.
Mi sembrava di essermi messo da solo un bersaglio sulla schiena e di avergli caricato la pistola prima di mettergliela in mano.
Il mio era stato un suicidio.
Ripensai a quando mi ero fatto avanti per riprendere quelle lezioni, quando avevo deciso di fare il primo passo.
Ripensai ad Andrew fermo nel cortile di quel liceo scadente che non provava altro piacere se non nel gossip più scadente.
Lo rividi con il torto dalla sua, gli sguardi di tutti addosso, e lui fiero, glaciale come una statua di ghiaccio. Bello come faticavo ancora ad ammetto qualche volta. Dannatamente bello.
Ed era davanti a me.
E mi guardava come se fossi uno scherzo. Perché in mezzo a tutte quelle occhiate il suo problema ero io, e in quel momento per la prima volta in dieci anni avevo sentito una connessione con Andrew.
Ecco perché avevo parlato.
Ma ancora non sapevo spiegarmelo, ed era.. Frustrante.. Era..
La gomitata di Brad mi riscosse.
Lo guardai male, ma il suo capo mi indicò l'ingresso del bar
- È arrivata la tua principessa -
E con un'altra risata, se ne andò nel retro del locale.
Trattenni il fiato e mi voltai, inquadrandolo subito.
Era fuoriluogo come un gattino dal manto bianco in una gabbia di iene.
Che ci facevo io con un tipo simile?
Parve chiedersi la stessa cosa l'altro quando sollevò lo sguardo e intercettò il mio.
Sbuffai e lui fece la stessa cosa prima di avvicinarsi.
Era vestito elegantemente con una camicia bianca dall'aspetto costoso, e dei pantaloni grigio scuro attillati e di marca. Doveva venire dall'appuntamento. Cercai di non soffermarmi su come gli stessero quegli abiti, e gli diedi mentalmente del damerino.
- Un whisky prego -
Lo fissai sollevando un sopracciglio e appoggiai le mani sul bancone
- Documento -
Mi guardò sorpreso
- Cosa? -
- La legge non è la stessa nei piani alti? Devi avere 21 anni per bere. -
Era sempre più indignato. Ci fu uno scambio di sguardi intenso e alla fine cedette lui.
Sbuffò lanciando la sua tracolla su uno degli sgabelli e si sedette su quello accanto prima di esclamare secco
- Tu non hai 21 anni. -
Sorrisi e alzai le spalle
- Qui non stiamo parlando di me. Ma di te. E per tua sfortuna ci sono io dall'altra parte del bancone, e.... - schioccai la lingua contro il palato e lui assottigliò feroce lo sguardo - Tu qui dentro non berrai -
- Fanculo Daves -
- È bello essere un uomo rispettoso della legge qualche volta -
Alzò gli occhi al cielo e sorrisi quando fui certo che non potesse vedermi, quando tornò a fissarmi ero di nuovo serio e fermo nei miei principi.
- Posso avere almeno dell'acqua? -
- Mi sembra di essere stato chiaro, tu qui non berrai. Niente. Nemmeno l'acqua del lavandino o del cesso -
Sgranò gli occhioni azzurri e mi sfuggì un altro sorriso che questa volta vide, ma per fortuna era così arrabbiato da non farci caso
- Sei uno stronzo! Guarda che te la pago! -
Sospirai con fare teatrale
- Questo è il problema di tutti voi figli di papà credete di poter risolvere tutto con i soldi -
Mi guardò con odio e il sorriso che gli rivolsi fu sincero. Tra noi non era cambiato nulla. La nostra antipatia reciproca, la voglia di punzecchiarsi, il battibeccare infantile, era tutto come al solito.. avevo temuto di aver rovinato tutto per quanto potesse essere assurdo pensare di aver paura di rovinare un rapporto del genere, ma ora che vedevo che non era così sentivo un piacevole calore espandersi nel mio petto e si.. Qualcosa di molto simile al sollievo.
Ma non gli avrei servito niente.
In quel momento arrivò Brad, e Andrew colse immediatamente la palla a balzo
- Potrei avere un bicchiere d'acqua? Grazie -
Lo guardai duramente e Andrew mi rivolse uno di quei suoi sorrisetti irritanti, di quando vinceva qualcosa di molto stupido, Brad ci guardò entrambi perplesso e poi lo servì.
Il bastardo si portò il bicchiere alle labbra lentamente e senza mai interrompere il contatto visivo con il sottoscritto. Parve assaporare ogni singola goccia all'interno del bicchiere, e i miei pensieri si fecero immediatamente poco casti. Quando sentii il mio respiro diventare irregolare, sbattei lo strofinaccio sul bancone e secco esclamai
- Apri quel cavolo di libro, non ho tutta la giornata da perdere con te -
Andrew sorrise e obbedì, sembrava.. Allegro e questo mi mise sull'attenti.
Se mi aveva insegnato qualcosa la vita era di non abbassare mai la guardia con Andrew Harrison.
Mi schiarii la gola e gli chiesi dove ci fossimo fermati l'ultima volta.
Lo guardai con la coda dell'occhio e una strana ansia nel petto. Lui era lì con i capelli biondi che gli ricadevano sugli occhi e un labbro fra i denti mentre cercava di ricordare gli argomenti dell'ultimo incontro.
Benvenuto nel mio mondo Drew.

Broken HeartsWhere stories live. Discover now