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Quinto giorno.

Mi svegliai abbracciata a Beatrice, ho ancora gli occhi incollati dalle lacrime e dal sonno. Ieri doveva essere una giornata importante per me, una giornata da festeggiare ma si era trasformata nell'opposto.
Sono arrabbiata con me stessa, sono stufa di essere considerata ingenua e di essere trattata come tale, trattata come nei romanzi che tanto disprezzo. Per me la donna non deve essere sottomessa all'uomo, anzi...
Sono stufa e ora voglio tutta la verità e se la verità si rivelerà tale, questa volta non mi metterò da parte per lui.
Mi alzai con la convinzione che tutto si sarebbe sistemato, spostai delicatamente il braccio di Beatrice, scesi dal letto e andai a mettermi un collant con sopra un top sportivo, presi le cuffiette e uscii di casa, presi il telefono e cliccai sulla mia playlist preferita  di canzoni, iniziai a correre, dovevo togliermi tutto quel nervoso da dosso.
Correvo da ormai almeno due ore, mi sento stanchissima e non mi sento neanche più le gambe, non sono abituata a correre così a lungo ma continuai lo stesso.
Sentii il mio telefono squillare interrompendo la musica che mi aiutava a correre ancora, mi fermai e presi il telefono per vedere chi fosse, sul display comparve il nome "Professor Allen", sono indecisa se rispondergli o far finta di nulla e continuare la mia corsa... No questa volta, no! Agganciai il telefono e appena ripartì la musica riiniziai la mia corsa.
Ormai correvo da più di due ore, non avevo più il fiato e sentivo i miei polmoni gelare, mi fermai davanti ad un camioncino, acquistai una bottiglietta d'acqua, mentre toglievo il tappo attraversai la strada e andai al parco difronte a me.
Mi siedo un attimo per riprendere fiato, cazzo! Sbottai a ridere da sola, al solo pensiero di come la mia vita avesse preso una piega così inaspettata e di merda, si di merda! Non potevo innamorarmi di un ragazzo normale? Perché solo io devo stare così dannatamente a pezzi?...
Mentre bevevo e mi rifugiavo nei miei pensieri sentii squillare di nuovo il telefono, era un'altra volta lui, non gli risposi, mi alzai e iniziai a correre più veloce di prima.
Dopo un'altra ora di corsa andai verso casa mia, prima che tutti si sveglino e inizino a preoccuparsi per me, sapevo com'era fatta mia madre e sapevo che non vedendomi sarebbe entrata in panico.
Mentre ero quasi sulla via di casa vidi una macchina famigliare venirmi in contro, mi tolsi le cuffie e cercai di vedere chi fosse.

<< El che cazzo fai! >> disse un ragazzo uscendo dalla macchina

<< Professor Allen >>

<< Ora è  così che mi chiamo? >>

<< Scusa, James >>

<< Che ti succede ora? Cosa ho fatto, perché non rispondi al telefono?! E perché cazzo sei mezza svestita a quest'ora! >>

<< Volevo correre, tranquillo non hai fatto nulla, ero solo soprappensiero >>

<< Ok, ma rispondi alle mie chiamate, mi stavo preoccupando >>

<< Ok, ma tu non hai delle cose importanti da fare a New York? Perché sei qui? >>

<< El, so che hai chiamato Tommy, me l'ha detto >>

<< AH! Bene, allora sai quello che so >>

<< El te lo volevo dire fra qualche giorno, te l'ho detto che fra una settimana ti avrei raccontato tutto >>

<< Si James, l'hai detto, però hai dimenticato un particolare >>

<< Quale? >>

<< Che avremmo passato l'anno prossimo distanti non so quanti chilometri >>

<< El non sarà  così, te lo giuro, aspetta qualche giorno e ti dirò una cosa, te lo giuro >>

<< Ok James. Come vuoi tu, aspetterò questi ultimi giorni, ora vado se no mia madre si preoccupa >>

<< Ok, ciao El >> disse rientrando in macchina

Lo guardai andare via, le parole che mi aveva detto non mi avevano tranquillizzata, non mi fidavo più, so che può sembrare che io sia incavolata con lui per una cavolate da nulla, ma per me non è così, per me il futuro con una persona è molto importante e lui ormai mi ha nascosto troppe cose.
Devo scoprire cosa mi dirà fra quattro giorni, non voglio essere impreparata, questa volta no!
Tornai a casa, feci colazione con Beatrice e mia madre che stranamente non si erano preoccupate.

<< Dove sei stata? >> mi chiese Beatrice

<< O corso un po' >>

<< Non è che stavi con quel professore? >> domandò mia madre

<< No mamma, James si trova a New York, tranquilla >>

Dopo aver finito di mangiare i miei cereali presi il telefono e andai al piano di sopra, entrai in camera mia e chiamai Tommy, era l'unica idea che in questo momento mi veniva in mente.

<< Ellen >>

<< Ciao Tommy, dobbiamo parlare >>

<< Dimmi tutto >>

<< Ieri hai detto che ci saremmo visti presto, cosa intendevi? >>

<<È una sorpresa, lo saprai al momento giusto, tranquilla una bella sorpresa, almeno spero >> disse ridacchiando

<< Tommy, devi essere sincero con me, ti prego >>

<< Lo sono, te lo posso promettere >>

<< Sai cosa vuole dirmi James? >>

<< Ellen basta, non voglio parlare di lui, ti prego >>

<< Lo so Tommy, ma te sei l'unico a sapere queste cose, lui parla con te, ne va del mio futuro, io lo devo sapere! >>       << ti prego, Tommy ti prego... >>

<< Ok, ma non devi dirgli che io te l'ho detto. Comunque anch'io penso che tu debba saperlo >>
<< Ellen lui vuole che tu vada a New York con lui, ha già parlato di te al preside, del tuo rendimento scolastico e vuole vedere se ti può far entrare in via non ufficiale alla New York University. >>

<< Stai scherzando? >> gli domandai

<< No >>

<< Lui lo sa che il mio sogno è Harvard >>

<< Ellen lo sappiamo tutti >>
<< Penso che lui ti voglia far scegliere, da quello che ha detto a me almeno >>

Dopo questa notizia riattaccai immediatamente il telefono, non mi avevano sorpreso le parole di Tommy, sinceramente non mi aspettavo altro da lui.
Sentivo il vuoto avanzare e un dolore al cuore, delle piccole fitte, la mia mente cercava di capire chi fosse la persone di cui ero e sono innamorata...
È iniziato tutto con l'incidente che ho avuto anni fa, lui mi aveva salvato e poi portato delle rose rosse in ospedale, per anni non ho saputo chi fosse quella persona poi vengo a sapere che quella persona è il mio professore di letteratura.
La mia inizialmente era infatuazione, il suo continuo stuzzicarmi, mi ha fatto scoprire l' intimità in una relazione,mi ha fatto innamorare di lui.
L'amore non è solo sesso, è anche sostenersi e non mentire, l'amore è fidarsi...
Gli ho perdonato di non avermi detto che si scopava sua sorella, gli ho perdonato di aver baciato un'alta, gli ho perdonato il continuo allontanarsi da me, gli ho perdonato tutto e lui ora vuole questo? Devo veramente scegliere fra lui e il futuro i che tanto sogno?
Colui che nella sua libreria privata a una rosa per ricordare la ragazza che in quell'incidente gli ha cambiato completamente la vita, lui è veramente cambiato?
Mentre mi tornava in mente ogni singolo momento passato con lui, l'unico sentimento che provavo era risentimento ma questa volta avrei reagito, non subito, dovevo escogitare un piano per far si che James non si dimentichi mai di me. 
In questi giorni avrei fatto finta di nulla, non voglio che lui capisca nulla di tutto ciò, voglio che la sorpresa che gli preparerò sia inaspettata e dolorosa, voglio che lui provi ciò che ho provato io in questi mesi.

La mia domanda per voi lettori è... se una rosa rossa come significato possiede l'amore passionale, una rosa bianca, quale significato possiede?
Il mio destino è stato collegato con dei petali rosso fuoco, ma questo fuoco mi ha distrutta, quindi voglio ripartire da quella rosa rossa e gliela voglio porgere tra quattro giorni, proprio come fece lui il giorno del mio incidente.

YES, PROFESSORDove le storie prendono vita. Scoprilo ora