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Arrivai davanti l'ospedale, parcheggiai la mia auto in doppia fila per sbrigarmi, presi le chiavi che avevo all'interno della vettura e mi sbrigai ad entrare, andai verso la camera di mio padre, nel corridoio vidi mia madre in lacrime, corsi verso di lei, << mamma, dov'è? >> domandai con affanno, << dentro >>, aprii la porta, mio padre era steso sul lettino con dei macchinari attaccati al suo cervello e al cuore, mi avvicinai a lui lentamente e lo vidi, era sveglio, << papà! >> urlai mentre mi scesero delle lacrime, << Ellen, bambina mia >> << è bello rivederti! >> disse, << anche per me >> risposi, mi chinai verso di lui e lo abbracciai delicatamente, stando attenta hai vari macchinari collegati a lui, mi sentivo finalmente felice, riavevo il mio papà e non potevo desiderare di meglio.
Mia madre in quel momento entrò nella camera << scusa se mi hai visto piangere, ti ho fatto pensare al peggio >> disse, << tranquilla mamma, avrei pianto anche io >>.
Mamma baciò mio padre poi abbracciò me e disse che questo era stato un miracolo e che ora la nostra famiglia era al completo, io non credo nei miracoli, credo nella scienza e nella bravura delle persone che lavorano in questo settore, io sarei diventata così, come loro, volevo ridare la vita a chi la stava perdendo.
Mio padre non sarebbe tornato subito a casa, prima dovevano monitorarlo , almeno per qualche giorno, la mia intenzione era di tornare da James, mia madre sarebbe rimasta sicuramente con mio padre e io ne avrei approffittato per stare con lui, dopotutto in ospedale non poteva starci più di un famigliare a paziente.

<< mamma, io torno da Beatrice, così gli spiego tutto e gli do la buona notizia >>

<< Ellen, perché hai i panni di questa mattina? Sono zuppi >>

<< andando verso casa di Beatrice ho dovuto parcheggiare l'auto distante da casa sua, ho corso ma comunque mi sono bagnata >> risposi

<< Ellen, perché non hai usato il loro garage? >>

<< in quel momento non ci ho pensato, pensavo ad altro >>

<< capisco, si, vai da lei, io resto con tuo padre >> << resta da lei anche domani se vuoi, tanto è domenica, però lunedì dopo la scuola vieni direttamente a casa, ok? >>

<< certo, allora io vado >> << ciao papà >>   << ciao mamma, qualsiasi novità chiamami >>

<< si, Ellen >>

Uscii dall'ospedale, volevo passare del tempo con mio padre ma allo stesso tempo volevo recuperare il tempo che avevo perso stando lontana da James, mia madre voleva stare con lui, come giusto che sia quindi non c'era nulla di male a passare questi due giorni con James.
Incamminandomi verso la mia auto notai mia madre osservarmi dalla finestra della camera, era strano, non riuscii a decifrare il suo sguardo, la salutai con la mano e entrai in auto senza pormi troppe domande.
Mentre mi trovavo in auto chiamai James per chiedergli se potessi rimanere da lui anche il giorno seguente, lui mi rispose che dovevo fare come se fosse casa mia, forse aveva ragione ma io ancora non mi sentivo del tutto a mio agio.
Stavo andando verso casa mia per prendere qualche cambio in più e soprattutto per prendere le cose che potevano servirmi.
Entrata a casa andai verso la mia camera, presi una maglietta con un jeans a vita alta nero, andai verso il bagno e mi feci una doccia veloce, mentre finivo di preparare la borsa che avrei portato da James, sentii dei passi al piano di sotto, << c'è qualcuno! >> gridai, rispose mia madre che mi chiese di scendere.

<< mamma, mi hai spaventata. Cosa ci fai qui? >>

<< Ellen, dove stai andando? >>

<< da Beatrice, perché? >>

<< perché lei non ti ha prestato dei vestiti suoi? >>

YES, PROFESSORDove le storie prendono vita. Scoprilo ora