Chapter twelve.

5.4K 461 349
                                    

Harry 



Mi svegliai sussultando guardando la mia valigia finire dritta dritta sul mio stomaco ancora avvolto nella coperta. 

Louis, davanti a me, liberava l'armadio di tutti i nuovi vestiti che mi aveva comprato dopo quell'incidente, silenziosamente. 

"Pulizie di Primavera?" chiesi con voce roca, alzando il mio busto ed incollandolo allo schienale del letto. 

"No, te ne devi andare" mi rispose secco. 

Trasalii e "Che stai dicendo?" chiesi, scioccato. 

 "Il debito è finito, te ne devi andare" 

Il giorno prima il nostro debito era terminato. Tuttavia, non mi ero preoccupato: io e Louis eravamo diventati inseparabili negli ultimi giorni, non ci staccavamo un attimo l'uno dall'altro, rotolando tra coperte, tappeti e qualsiasi altro posto dove si potesse fare l'amore. Avevo così appreso che il contratto fosse finito quando avevo guardato sul calendario, trovandoci un'immensa X, sul giorno stesso, che avevo tracciato la stessa sera in cui Louis ed io c'eravamo visti nel suo ufficio, la prima volta nella quale mi ero trasformato da semplice ospite a qualcosa di più. Ma Louis non aveva detto niente a riguardo: c'eravamo visti, avevamo scopato ed io ero tornato in camera mia, non prima di ricevere una carezza ed un "Dormi bene, Harry" da parte sua. 

Ma ora mi stava cacciando dalla dimora nella quale ero convinto di passare i prossimi anni. 

"Non puoi mandarmi via" cominciai, mettendomi in piedi. 

"Certo che posso, è casa mia quella di cui stiamo parlando" mi rispose lui, chiudendo l'armadio.

Lo inchiodai sull'anta del mobile il secondo successivo. 

"Non hai alcun diritto di buttarmi fuori dalla tua vita in questo modo" quasi gridai, con le lacrime agli occhi. Sentivo la rabbia ribollire velocemente nelle vene, come mai prima di allora. 

"Harry, ti conviene mettermi giù immediatamente" sibilò lui, evitando il mio sguardo come la malattia più feroce che potesse esistere. 

"Ci siamo già passati" pensai, ricordando il modo in cui mi aveva ingabbiato a muro quando la gelosia non gli permetteva di ragionare lucidamente. Peccato che quella volte fossi io a voler scappare, e non lui a cacciarmi. 

"Spiegami il motivo" dissi, sentendo le prime lacrime scendere, mentre allentavo la presa dal colletto della camicia di Louis e posizionavo le mani ai lati del suo busto, sull'anta dell'armadio. 

"Non sei più in debito con me. Ho già parlato con tua madre, ti trasferirai da Liam, un mio vecchio conoscente, chiarirai con lui riguardo i costi" 

Mi mancò l'aria al pensiero di non poter più vedere quei suoi occhi gelidi tutti i giorni. 

"Non voglio andarmene da qui" mi spostai da Louis, camminando all'indietro mentre le lacrime mi appannavano la vista. "Non voglio stare con nessun altro che non sia tu!" gridai. 

"Io non ho bisogno di te, invece" sibilò in seguito. Mi girai a guardarlo e mi sembrò di ricevere mille coltelli dritti nel petto quando mi accorsi che non stava fingendo, era terribilmente serio. 

"E' così allora? Sono stata solo un'altra delle tue stupide pedine usa e getta?" chiesi, asciugando velocemente le lacrime.

Venne verso di me e rabbrividii solo alla sua vista.

Era così bello, così autoritario. Lo volevo così tanto. Sperai che dicesse che mi voleva anche lui, che era tutto uno scherzo e che i suoi cavalli erano già pronti per portarci alla scoperta della sua reggia.

Crystal Cage.Onde as histórias ganham vida. Descobre agora