School of Heroes - da revisio...

By GiulSma

10.1K 590 8K

⚠️ Storia da revisionare ⚠️ Immaginate di vivere in un mondo dove esistono i superpoteri e di essere trascina... More

1.William Clark
2.Test d'ingresso
3.Primo giorno
4.Nome da supereroe
6.Un ritorno pieno di misteri
7.Tre amici entrano in un bar...
8.Un filo, due uscite
9.Festival
10.Interrogatorio
11.Pigiama party (parte 1)
12.Pigiama party (parte 2)
13.Pigiama party (parte 3)
14.Incendio
15.Incontro pericoloso
16.Portachiavi
17.Zia Phoebe
18.Vita nel Connecticut
19.Dolorosa battaglia
20.Un nuovo eroe
21.Villains
22.Ritorno a casa
23.Coma
24.La verità
25.Piccoli amori
26.Rancore
27.Fuggitivo a scuola
28.Potere
29.I finti dèi
30.Successione
31.Il risveglio del tredicesimo titano
32.Primo giorno da stagista
33.Flame
34.Vecchi amici
35.La battaglia di Springville (pt. 1)
36.La battaglia di Springville (pt.2)
37.Mostro
38.Amori proibiti
39.Oil and Water
40.Ghiaccio
41.Amy
42.Il sogno più bello
43.Black Night Bar
44.La famiglia Castillo
45.Angel
46.Padre, Figlio e Potere Primario
47.Ballo d'autunno
48.L'origine di Nightmare
49.Cinquecentomila
50.Bacio dietro le sbarre
51.Due anime
52.Sacrificio eroico
53.Caos
54.Cenere alla cenere
55.Attraverso i ricordi
56.Compleanno
57.Il bacio perfetto
🎖Super Traguardi 🎖
🎬 Backstage 🎬

5.Sogno

257 16 115
By GiulSma

Aprì lentamente gli occhi trovandosi a guardare una lampada al neon rotta e tremolante che mandava scintille ogni volta che si accendeva.
Gemette e si rialzò aggrappandosi al muro. Gli ci vollero un paio di minuti per riprendere coscienza del tutto e ricordarsi di ciò che gli era accaduto.

"Lucrecia. D-dov'è?" pensò terrorizzato all'idea che l'avessero uccisa.

Fermò la sua mano tremante e zoppicò intorno alla stanza alla ricerca della sua amica. C'era odore di bruciato e di sangue. Centinaia di ragazzini che avevano opposto resistenza ai supercattivi erano ora per terra feriti e alcuni probabilmente morti. Vide un individuo tremante in un angolo. Lo riconobbe subito, era Hamilton.
Corse da lui e si inginocchiò prendendo un fazzoletto dalla sua tasca.

«Tranquillo Hamilton, ti salvo io...»
«Eh? Tu? E come?»
«Con i miei poteri»
«Ce li hai?»
«Lunga storia, te la racconterò una volta che ti avrò curato»

Con il fazzoletto pulito asciugò il sangue intorno alla ferita e poi avvicinò la sua mano. Chiuse gli occhi e cercò di immaginare le cellule che si riunivano, ma alcune erano andate perse. Doveva farle rigenerare, ma non sapeva se si sarebbe potuto spingere a tanto. D'altronde i suoi poteri si erano indeboliti molto in seguito al suo precedente trauma.

"No, quello è il passato. Ora sei cambiato e sei in grado di farcela. Hamilton conta su di te, se non lo salvi potresti perdere un amico" pensò cercando di incoraggiarsi.

Sì concentrò e moltiplicò le cellule del ragazzo curandolo del tutto. Dopo essersi accertato che la ferita non gli avrebbe più provocato alcun dolore, Will lo aiutò a rialzarsi.

«Incredibile, non sapevo tu avessi la capacità di curare le persone»
«Ora lo sai»
«Sì, ma se hai questa capacità, perché non hai scelto una scuola a indirizzo medico?»
«Io... volevo diventare un supereroe, non un super medico»
«Capisco, ognuno ha i propri sogni...»

Aiutandosi l'un l'altro a camminare avanzarono verso l'uscita, ma una voce terrificante proveniente dall'angolo che avrebbero dovuto girare li fece pietrificare dalla paura.
Era profonda, sembrava quella di un uomo che aveva perso la sua umanità tempo prima.
"Portami le teste degli Element" continuava a ripetere.

I due indietreggiarono silenziosamente fin quando un'altra voce non si aggiunse alla conversazione. Era metallica, ma si sentiva che apparteneva ad una ragazza. Molto probabilmente era la persona che aveva visto prima di svenire, quella con la maschera. Sicuramente dentro di essa aveva un distorsore della voce, ma per quale motivo? Sinceramente non voleva saperlo.

«Maestro, le ho fatto una promessa e la manterrò, ma ci vorrà tempo. Abbiamo sferrato questo attacco senza risultati, ci siamo esposti già troppo»
«Mi conosci, quando si parla di quel gruppetto idiota che si fa chiamare Element perdo la testa. Ora ritorniamo alla base... DarkMind»
La ragazza si tolse la maschera. «Sissignore»

Quella voce. Quella melodia già sentita da qualche parte nei suoi ricordi. La conosceva, ma non riusciva ad associarla al suo legittimo proprietario. Quando ci provava i suoi pensieri lo deviavano su qualcos'altro. Strano, molto strano.

Volle sbirciare dall'angolo, vide per una frazione di secondo dei capelli scarlatti e poi fu subito tirato indietro da Hamilton che gli rivolse i suoi occhi spalancati come ad ammonirlo e insultarlo in tutte le lingue possibili.

Se ne andarono da lì il più in fretta possibile. Appena vicini al seminterrato dove sarebbero potuti uscire, Will si ricordò di una cosa, la più importante e preziosa di tutte: Lucrecia.

«Hamilton, dobbiamo trovare Lucrecia. Era con me nel momento in cui mi hanno fatto svenire, ma quando mi sono svegliato non c'era più... Dobbiamo salvarla»
Il ragazzo sbuffò. «Certo che sei proprio cocciuto. Lei sarà già scappata e ti avrà lasciato da solo. Tu non le piaci veramente, ti sta usando. L'ho osservata a lungo e non appena ti giravi faceva facce disgustate o ghigni. Stai attento a quella ragazza e non farmi sentire come Cassandra nell'Iliade»
«C-cosa...? Non è possibile»
«Stai facendo come San Tommaso? Allora quando ne avrò l'opportunità farò un video e te lo mostrerò»
«Vai contro la sua privacy»
«Pff, certo. Perché lei non è andata contro la mia privacy sperperando in giro, per ripicca per averla lasciata, che io ero un infimo serpente senza cuore e che lei era la vera vittima? Apri gli occhi, Will... Lei non è ciò che dice di essere»

Strinse i pugni e trattenne le lacrime. Non riusciva a pensare alla sua migliore amica come una serpe, come una persona che aveva finto tutto il tempo per sfruttarlo. Tutti quei sorrisi, le risate, le giornate passate a passeggiare e a fare i compiti insieme... erano tutte finzioni? Non lo sapeva, non poteva saperlo, ma dalle parole di Hamilton trasparivano verità e rimorso. Decise per convenzione di non crederci e di provare con al ragazzo che si sbagliava.

«O-ok, ma dobbiamo cercarla lo stesso»
«Sei un caso perso. Va bene, come vuoi»

Ritornarono al piano terra e si accorsero che tutti i ragazzini che prima si trovavano per terra ora erano scomparsi. Voleva dire che erano riusciti in qualche modo a scappare o ad essere soccorsi.
Andarono verso l'aula magna e videro dei Villain davanti ad una ragazzina tremante.
«Lu...» Hamilton gli tappò la bocca e lo nascose insieme a lui dietro a delle sedie.
Per evitare di parlare mise il dito indice per terra e lo usò come penna immaginaria per scrivere ciò che voleva dire.

Will annuì capito il piano del ragazzo e si preparò a correre verso l'estintore caduto a qualche metro di distanza da lui.
Non appena diede il segnale, scattarono entrambi in azione prendendo di sprovvista i nemici.

Hamilton scivolò velocemente vicino a loro e con l'altra parte del suo potere rese le superfici da lui usate appiccicose intrappolandoli. Successivamente arrivò il suo compagno con l'estintore in mano e in primo momento spruzzò il contenuto in faccia ai Villain, poi, una volta finito, lanciò direttamente lo strumento su di loro facendoli svenire.
I due si scambiarono un cinque sorridendo soddisfatti e poi Will aiutò Lucrecia a rialzarsi.

«Tutto bene?» le chiese gentilmente suscitando il disgusto di Hamilton.
«S-sì... Come avete fatto a trovarmi? Perché non siete scappati subito?»
«Abbiamo avuto solo fortuna e non siamo fuggiti perché pensavamo... pensavo che tu fossi ancora qui» La strinse forte tra le braccia. «Promettimi che rimarrai sempre con me...»
«P-perché?»
«Promettilo, ti prego...»
«V-va bene, lo prometto. Anche perché non potrei abbandonare un amico fantastico come te»

L'altro ragazzo alzò gli occhi al cielo evitando di sentire quella serpe mentire spudoratamente di fronte ad una persona che le voleva bene. Sapeva che gli avrebbe causato solo dolori, lo aveva messo in guardia molte volte, ma quel ragazzo era così testardo da non voler accettare la realtà.

Insieme uscirono fuori dalla struttura notando che si era già fatto buio. Decine di ambulanze e macchine della polizia erano appostate fuori e si stavano adoperando per curare i feriti.
Will zoppicò aiutato da Hamilton verso un'ambulanza. Un medico corse verso di loro e prese in braccio il ragazzo che si accasciò subito dopo dalla stanchezza. Lo portò sopra una barella e poi rivolse uno sguardo preoccupato agli altri due.

«Venite dentro, devo portarvi in ospedale per dei controlli»

Salirono sull'ambulanza senza proferire parola e senza nemmeno guardarsi in faccia. Si odiavano, ma non era quello il momento giusto per litigare.
Arrivarono in ospedale e Hamilton fu dimesso dopo  mezz'ora di controlli e domande, mentre, per quanto riguardava Lucrecia, sarebbe dovuta rimanere lì per un po'. Aveva una frattura composta sul braccio sinistro e sulla gamba destra, in più aveva preso una bella botta sul cranio da dove si riusciva a scorgere ancora del sangue incrostato.

Fu portata nella stessa stanza di Will e dopo qualche minuto crollò dalla stanchezza.

*****

Un uomo con la faccia sfigurata iniziò a ridere malvagiamente, poi si fermò notando la presenza della ragazza. «Bene, vedo che sei venuta. Allora sei pronta per... unirti a me?»

Lucrecia si svegliò di colpo ansimando e guardandosi intorno con gli occhi spalancati. Era stato solo un brutto sogno, uno dei peggiori.
Le ci volle un po' per realizzare di essere dentro una stanza da ospedale insieme a Will ancora addormentato.

"Sta ancora riposando, meglio non fare troppo rumore" pensò sistemandosi le coperte.

Si sentì improvvisamente in colpa verso di lui. Molto strano da parte sua perché non si sentiva mai così con altre persone oltre a suo adorato padre, colui a cui voleva più bene al mondo. Certo, l'aveva istruita in un modo particolare, oserei dire disumano, ma era pur sempre un suo familiare.
Il mistero ora era capire perché si era affezionata così tanto a quel ragazzo. Non lo aveva mai fatto, aveva sempre cercato di rimanere indifferente per non soffrire se l'avessero abbandonata un domani, ma lui era diverso, era speciale. Sentiva che non l'avrebbe mai lasciata sola, che le voleva bene veramente e stava iniziando a pensare che anche lei provasse del vero affetto verso di lui.

«Will...» la parola si perse nel vento.

Una figura familiare entrò nella sua stanza dalla finestra lasciando che l'aria gelida di novembre le pungesse le guance facendola rabbrividire e nascondere dentro le coperte.

«Ci rincontriamo, vecchia amica»

*****

Era buio. Sapeva solo quella cosa. Stranamente l'assenza di luce non lo spaventava più di tanto, sembrava esserci abituato anche se non si ricordava da quanto fosse lì, in mezzo al nulla. Non parlava, non pensava, non provava emozioni. Era come un guscio vuoto senza ricordi in quel nulla cosmico. Cosa fosse non gli importava, lui c'era, ma allo stesso tempo non esisteva.

Una lieve carezza lo fece sussultare.
«Ehi, Will, cosa ti prende? Perché fissi il piatto?» gli chiese la voce gentile di una bambina innocente.
"Piatto? Quale piatto?" riuscì a pensare.

Il buio prese le sembianze della sua casa. Ora si trovava in cucina insieme ai suoi genitori e ad una piccola sorella dal sorriso contagioso.

«Amy...» le parole gli uscirono senza controllo dalla bocca, come se non fosse lui a parlare, come se stesse vivendo un attimo già vissuto, un ricordo svanito da troppo tempo.

«Ehi Will, se non ce la fai a finire la cotoletta posso fare il sacrificio di mangiartela io» disse sorridendo con la forchetta in mano pronta per inforcare la pietanza.
«Ah davvero? Non starai mica tentando di rubarmela in qualche modo?» ridacchiò il piccolo e innocente Will.
«No no, tranquillo» rispose sua sorella provando a fare la santarellina.
«Ok, va bene, ma solo perché sono pieno»

La bambina gli sorrise e lo abbracciò forte prima di finire la cotoletta del fratello.
Una volta conclusa la cena i due entrarono nella loro stanza e si misero a leggere alcuni fumetti senza fare troppo caso al padre che stava sbraitando al telefono con qualcuno.
Will, preso dalla curiosità, aguzzò l'udito per cercare di ascoltare la conversazione.

«Quindi secondo lei, dottore, dovrei portare i miei figli a fare una visita per scoprire i loro poteri? Ma sono ancora troppo piccoli... Va bene, se lo dice lei... ho capito...Grazie. Arrivederci»

Sentì il sospiro rumoroso e rassegnato del padre. A quell'età non ci aveva mai fatto caso, era un bambino innocente, non avrebbe mai potuto pensare che quella visita avrebbe portato alla morte di sua sorella, o almeno, in parte.

«Will...»
«Sì?»
«Voglio un abbraccio...»
«O-ok»

La abbracciò forte annusandole i capelli. Lavanda. Profumavano di lavanda. Un odore così gradevole che lo fece piangere.

«Amy, mi manchi»
«Anche tu, fratellone...»
«Perché non sei rimasta con me?»
«Non lo so... Ma so per certo che devi vedere una cosa»
«Che cosa?»
«Vieni con me»

Lo prese per mano. Ora Will aveva le sue sembianze da quattordicenne mentre sua sorella era ancora una bambina. Quando poteva la accarezzava perché era cosciente del fatto che finito il sogno non l'avrebbe più rivista.

Lo portò di fronte ad una ragazza mascherata, un momento, lei era DarkMind, la Villain terrificante che aveva guidato l'attacco nella sua scuola. Guardandola meglio, gli sembrava una ragazzina della sua stessa età. Appena lo vide tirò fuori un coltello dalla sua cintura e provò ad accoltellare Will, ma un muro invisibile bloccò il colpo.

«Chi diamine sei tu e cosa ci fai nel mio sogno?» chiese quella ragazza minacciosa con la sua voce metallica a causa del distorsore. In più quando respirava sembrava Darth Vader, cosa meno buffa se pensavi al fatto che era una persona potente e che l'avrebbe potuto uccidere nella vita reale.
«I-io sono... un aspirante eroe!»
«Aspirante eroe, eh? A me sembri solo uno stupido ragazzino con una maschera bianca»
«Maschera... bianca? Mi dispiace, ma qui l'unica ad avere una maschera sei tu»
«Potrei dirti la stessa cosa»
«Quindi... non possiamo vedere i nostri volti a vicenda»
«Esatto, ma poco importa. Tanto è solo un sogno e tu svanirai tra un po'»
«Ehm, guarda che sei tu nel mio sogno»
«Grrr, vuoi smetterla?!»

La ragazza provò ad accoltellarlo di nuovo, ma il muro invisibile riapparve facendo spezzare la lama del coltello.

«Dannazione!» urlò lei gettandolo a terra.

Will si sentì tirare il sotto della maglietta. Si girò e vide sua sorella indicare quella ragazza sorridendo.

«Che c'è, Amy?» le chiese gentilmente ignorando lo sbraitare della Villain.
«Lei» disse indicandola.
«Sì, lei. Ma cosa vuol...» Amy scomparve «dire... No non lasciarmi di nuovo...»

DarkMind tirò un pugno al muro invisibile facendo sussultare il povero ragazzo. «Ehi! Perché mi stai ignorando? Perché ti eri girato e stavi parlando con il nulla? Sei pazzo, vero? Bene! Sono capitata con un folle nel mio sogno...»
Will si asciugò le lacrime. «Non è vero, non sono un pazzo»
«E allora con chi stavi parlando?»
«Con mia sorella»
«Ah davvero? E sentiamo, come si chiama?»
«Amy... ed è morta anni fa...»
La ragazza sussultò in primo momento suscitando la curiosità del ragazzo, poi ritornò la solita acida egoista. «Be' peggio per te. Io sono figlia unica»
«P-posso sapere chi sei esattamente?»
«Non sprecherò fiato inutile per un pazzo che si è intrufolato senza permesso nel mio sogno»
«V-va bene...»

Si susseguì un attimo di silenzio tra i due che venne rotto dalla ragazza. «Com'era tua sorella?»
«Non sprecherò fiato inutile per una ragazza acida e ed egoista»
«Che fai? Mi prendi in giro? Sappi che sono piuttosto vendicativa»
«Scusa. Comunque, mia sorella era una persona stupenda. Riusciva sempre a farmi sentire bene. A differenza del solito rapporto amore-odio che si ha tra fratelli, noi non litigavamo mai e ci volevamo tanto bene. Avevamo le stesse passioni, gli stessi sogni. Lei voleva diventare un'eroina a tutti i costi e io volevo un potere utile a fare il suo stesso mestiere. Ma tutti i nostri sogni andarono in frantumi in una sola notte...»
La ragazza si avvicinò. «E come?»
«Stavamo ritornando da una visita medica dove ci avevano rivelato i nostri poteri. Stranamente il dottore si era rifiutato di dire quelli di mia sorella. Comunque, durante il viaggio di ritorno un furgone guidato probabilmente da un ubriaco, aveva colpito e ribaltato la nostra macchina... Io e mia sorella atterrammo sul prato, mentre i miei genitori dovettero sforzarsi di uscire per evitare di rimanere incastrati in quell'auto che sarebbe esplosa dopo poco. Io mi ricordo l'ultimo sguardo che ho dato a Amy... lei era lì, a pochi passi da me, ma quando mi svegliai lei non c'era più. Era morta, data per dispersa...»

Sentì la ragazza tirare su col naso e la vide stropicciarsi gli occhi. Le sue mani attraversavano la maschera facendogli notare che era solo un'illusione e che quindi non avrebbe mai potuto vedere il vero volto di quella ragazza, o almeno, non in un sogno.
«Stai piangendo?»
«Zitto, mi è entrata della polvere nell'occhio»
«Ma siamo nel mezzo del nulla»
«Non fiatare o ti uccido, chiaro? Ho solo avuto pietà per la tua sorellina, tutto qui, ma non significa che ce l'ho anche per te! Quindi sappi che se mi capiterai fra le mie mani nel mondo reale io... non esiterò ad ucciderti»

"Ma come potrebbe riconoscermi se non vede il mio volto?" pensò Will confuso da quella ragazza incoerente.

«Ehi, dimmi almeno il tuo nome» disse la ragazza a denti stretti.
«Io mi chiamo...»

Aprì gli occhi. «Will...»

Continue Reading

You'll Also Like

171K 9.3K 72
Avevo dimenticato di stare male ed era possibile solo grazie al suo sorriso e alle sue braccia agganciate sicure attorno al mio gracile corpo. "...
7.1K 206 25
Per conoscerci meglio vi dirò un fatto che mi riguarda: non mi piace Ron Weasley. Non mi piace perché, soprattutto dopo il quarto anno, lo trovo un p...
16.4K 601 35
Athena,ragazza di Sidney, lavora da quando aveva 16 anni nel ristorante di George ,conoscente dei suoi genitori e descritto da lei come "il suo dolce...
0 0 2