Roommates

By x_Punker_x

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Un gruppo di amici traslocano in un appartamento per vivere insieme la vita universitaria, ma la convivenza p... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29

Capitolo 19

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By x_Punker_x

Kaito POV

Cammino per strada di ritorno dall'accademia. L'allenamento è stato abbastanza tranquillo, grazie all'assenza di Marcus. Strano mancare a quasi una settimana dalla fine del mese, tra un po' ci sarà la gara. 

Il maestro ha deciso di non stressarci troppo e di non rischiare di farci male, quindi oggi ci ha anche fatto ridere con uno stupido gioco fatto con la palla, che raffigurava comunque delle tecniche di arti marziali. Con tanto di ramanzina e urla continue su come faremo schifo al torneo. Come non mettere ansia ai propri allievi, insomma.

Dominic è rimasto dentro insieme ad Anthony per un'ora extra, ma io non ne potevo più. Ho bisogno di tornare a casa, stendermi e anche deprimermi, se voglio. L'università e il torneo mi stanno stremando, il mio umore già a terra di suo non fa altro che peggiorare la situazione.

In questi giorni ho notato non essere l'unico un po' affaticato in casa. A parte Halsey che sembra si faccia di qualche droga pesante per essere sempre così pimpante per poi dormire minimo tutto il pomeriggio. In particolare Hima, vederla in quel modo mi ha fatto preoccupare, ma non sono tipo da andare a chiedere o ad abbracciare. Di solito resto in un angolo a guardare, chi mi conosce sa che quello sguardo vale più di un abbraccio o di stupide frasi fratte. Non so cosa le prende, così come non so cosa prende a Dominic. 

L'ultima volta ci siamo chiusi in stanza insieme e abbiamo provato a parlare, ma tutto ciò che facciamo è fissare il soffitto e farci domande che fanno nascere crisi esistenziali con tanto di risposte filosofiche. Non parliamo mai di cosa ci fa stare male perché spesso lo abbiamo capito senza chiedere, perché ci basta restare nella stessa stanza in silenzio isolati dal resto. Quella sera il mio discorso gli ha fatto ricordare sia di suo fratello che della sua ex. Lui è uno di quelle persone che sentimentalmente ha sofferto fin troppo e non lo meritava per niente.

Prendo gli auricolari e faccio partire la riproduzione casuale. Parte una canzone con una melodia molto lenta, mi vengono brividi e non è per il freddo. Continuo a camminare verso casa con la testa piena di pensieri e le parole della canzone che buttano fuori ciò che vorrei dire io. Ciò che vorrei dire a Phoebe, che mi manca. Vorrei abbracciarla, baciarla, sentirla di nuovo mia come una volta. Non so nemmeno più cosa siamo. 

Una voglia di correre per arrivare il prima possibile a casa solo per andare da lei e dirle quanto la amo inizia a diventare sempre più grande, il mio passo aumenta e la canzone sembra diventare la colonna sonora di un film d'amore. Sono ancora stanco dall'allenamento, ma non importa. 

Arrivo al cancello di casa e inizio a salire le scale velocemente. Non so se ho il respiro pesante per l'ansia o per aver corso. Apro la porta con le chiavi e mi ritrovo proprio Phoebe davanti, seduta al tavolo in salotto. Mi guarda, la sua espressione è tutt'altro che positiva. Chiudo lentamente la porta dietro di me, lascio scivolare lungo il mio braccio il mio borsone sportivo senza distogliere lo sguardo da lei.

<<Phoebe, i->> provo a dire qualcosa, ma mi ferma 

<<Dobbiamo parlare>> mi dice con tono freddo, abbassa la testa come se non riuscisse a reggere il mio sguardo

So benissimo cosa sta per succedere, me lo aspettavo da un momento all'altro, ma vederlo accadere è diverso. Mi sta crollando il mondo addosso. Non le chiedo nemmeno cosa succede perché ho paura di qualsiasi parola possa uscire dalla sua bocca in questo momento. Resto fermo, in silenzio.

<<Ascolta, io ti reputo un ragazzo intelligente e che potrà sicuramente capire la mia situazione. Mi aspetto tu resti calmo e creda ad ogni parola che ti dirò>> dice, sembra un mettere le mani avanti prima di distruggermi in mille pezzi, ma la lascio fare

<<Ti ascolto>> dico semplicemente, cercando di nascondere il mio respiro affannato per l'ansia 

<<Voglio partire dicendo che io con te sono stata benissimo. Mi hai fatto sentire speciale, importante, amata.>> si ferma per prendere un respiro profondo <<qualcosa in me si è spento>> 

<<non hai pagato le bollette?>> chiedo con tono ironico, beccandomi un'occhiataccia

Quando sono in momenti critici come questi, non riesco a non dire qualcosa di stupido. 

<<Ce la fai ad essere serio per un attimo, Kaito? Ti sto lasciando>> dice innervosendosi

L'ultima frase mi spezza, ho sentito una coltellata trafiggermi il petto, un pugno in piena faccia e una ginocchiata nello stomaco. Tutti questi dolori insieme non arrivano comunque a cosa sto provando. 

<<Perché? Cos'ho fatto?>> chiedo con gli occhi ormai lucidi

<<Niente, Kaito. Il problema non sei tu, ma io>> nel sentire questa frase mi scappa una risatina nervosa, passo la mano nei capelli come segno di totale frustrazione 

<<Non prendermi per il culo, Phoebe. Queste frasi ripetute da metà genere umano e che non hanno un cazzo di senso se non quello di alleggerire una verità che fa male. Arriva al punto.>> dico mentre cerco di fermare le mie mani che continuano a tremare

<<Ho bisogno di stare con me stessa, pensare alla mia vita. Stare in una relazione non mi fa bene ora>> dice lasciandomi completamente stupito 

<<Dopo tutto quello che abbiamo passato. Dopo tutti gli sforzi fatti prima di metterci insieme, i dubbi, le giornate passate a pensare prima qualsiasi passo avanti. Phoebe, cosa diamine stai dicendo?>> 

Non può essere. Non sta succedendo sul serio. Devo aver sbattuto la testa per strada, sono svenuto e tutto ciò lo sto immaginando. Questa non è la ragazza che mi ha promesso di restare con me, la ragazza che mi disse una notte di essere così felice di stare con me e che niente avrebbe spento i suoi sentimenti.

<<Kaito, cerca di ragionare a mente lucida. Ti prego. Non sei l'unico che soffre qui, non posso farci nulla>> inizia ad alzare la voce e sembra sull'orlo di scoppiare a piangere

Si alza per avvicinarsi a me, ma indietreggio di istinto. Sbuffa guardando verso l'altro per poi girarsi di schiena. 

Regna il silenzio. Nessuno dei due dice una parola. Io avrei così tante cose da dire, ma niente riesce ad uscire dalla mia bocca. Mi sento pietrificato e continuo a ripetere a me stesso di svegliarmi, che è solo un sogno. 

<<Cosa significa qualcosa in te si è spento?>> chiedo riferendomi alla frase detta prima 

<<Non provo più nulla per te>> risponde senza esitazione, come se avesse detto la cosa più leggera al mondo

Questa discussione mi sta uccidendo, non reggo. Il mio orgoglio non regge, le mie mura crollando e iniziano a scendere le lacrime, sempre di più. 

Ti prego, ti prego, non farlo, non lasciarmi. Non riesco, come farò senza di lei, sarebbe un vuoto immenso dentro me. 

<<Quindi, non mi ami più?>> dico con una voce tremolante per le lacrime, Phoebe si rende conto di ciò e si gira per guardarmi negli occhi

<<Non lo so, credo di no>> dice provando di nuovo ad avvicinarsi, questa volta non mi allontano

Mi sfiora il viso con una mano e il mio piangere aumenta nel sentire il suo tocco

<<Mi dispiace, è tutta colpa mia.>> dico tra le lacrime 

Phoebe resta in silenzio, con il pollice prova ad asciugarmi le lacrime, ma non può fermarle. Tutto è così doloroso, non ho mai amato così tanto e sto morendo dentro. Ciò che sto provando dentro è così forte da togliermi il respiro, da sentire una voce nella mia testa urlare "basta" perché è fin troppo insopportabile. Non riesco a gestirlo. 

<<Kaito, guardami. Per favore.>> dice Phoebe 

Alzo lo sguardo verso di lei e noto i suoi occhi lucidi. Guardo attentamente il suo viso, come fosse l'ultima volta. Le sue labbra, in questo momento sono più belle del solito.

<<Mi dai un ultimo bacio?>> chiede improvvisamente <<è una richiesta stupida, hai ragione>> dice tra le lacrime 

<<Non andare via, ti prego. Pensaci. Non può finire così come niente.>> metto la mia testa sulla sua spalla e stringo le braccia attorno al suo corpo come se potessi fermarla 

<<Tu devi stare bene, non aspettare me. Se dovessi mai ritornare, lascia che io resti sola. Lascia che sia io a soffrire alla fine di tutto, trova qualcun'altra e riprendi ad amare perché devi essere felice>> le sue lacrime aumentano, sento la mia maglia bagnarsi e le sue mani stringerla 

<<Ma io non voglio nessun'altra nel mio futuro, voglio solo te. Io amo te e voglio continuare ad amare te.>> mi allontano dall'abbraccio per dirle ciò guardandola in faccia

<<Non posso, Kaito. Mi dispiace.>> risponde per poi distogliere lo sguardo, andare verso la porta e lentamente uscire 

<<Tornerò più tardi, avvisa il resto>> dice prima di chiudere la porta dietro sé 

Appena la porta si chiude le mie gambe crollano, cado a terra sulle mie ginocchia e inizio a piangere. Il pianto è così forte che non riesco più a respirare per bene. Ho paura. Sono terrorizzato, traumatizzato, deluso, arrabbiato. Troppe sensazioni negative insieme. 

Prendo il telefono dalla tasca, digito il numero di Julie. Ho bisogno di lei ed Ariel, sono le uniche che potrebbero calmarmi ora. 

<<Julie>> inizio a piangere di nuovo appena sento la sua voce <<ti prego, vieni qui>> 

<<Phoebe...>> non riesco a finire la frase per dirle cosa è successo 

<<Kaito, calmati. Non ti capisco se piangi.>> prova a farmi tranquillizzare Julie

<<Mi ha lasciato>> 

Si stacca la telefonata dopo che Julie mi ha detto che sarebbe venuta qui in fretta. Mi alzo da terra, decido di riprendermi un attimo. Mi sciacquo la faccia, bevo un bicchiere d'acqua per poi stendermi sul divano. Credo di aver fatto tutto molto lentamente, sembro uno zombie. Guardo il soffitto e ogni ricordo, ogni parola, inizia a raffigurarsi davanti ai miei occhi come dei cortometraggi gestiti dal mio cervello. 

Sento la porta aprirsi, ma non ho la forza di girarmi per vedere chi è. Dei passi molto veloci si dirigono verso di me. 

<<Kaito, come stai? Cosa è successo?>> Julie mi abbraccia strettissimo, uno di quegli abbracci che ti fanno sentire protetto

Sento altre braccia unirsi a noi <<io giuro che la ammazzo, un giorno>> capisco subito essere Ariel e scappa una risatina a tutti e tre 

<<Non mi ama più. Ha detto che non prova più nulla.>> la mia voce è bassa, la mia testa completamente coperta dagli abbracci delle mie due amiche 

La porta si riapre, capisco dalle voci essere Dominic e Jack. 

<<Cosa sta succedendo qui?>> chiede Dominic 

<<Phoebe ha appena lasciato Kaito>> gli risponde Halsey, la sua voce ha un tono molto triste

<<Dov'è ora Phoebe?>> chiede invece Jack 

Questa sua domanda scaturisce parecchio fastidio dentro me, mi distacco dall'abbraccio per alzarmi dal divano e guardare tutti, lui in particolare. Nessuno risponde alla sua domanda o chiede altro, nemmeno io so dove sia. Il mio sguardo finisce su Hima che guarda altrove per evitarmi.

<<Ha detto che tornava più tardi, ha bisogno di restare sola>> rispondo

<<E l'hai lasciata andare? Sai che ore sono? Ed è da sola, in una città che non conosce>> la reazione di Jack fa girare Dominic verso di lui come una belva 

Dominic lo tira per la maglia e lo sbatte alla parete spaventando tutti, tranne Hima che li guarda attentamente

<<Prova a dire un'altra parola e ti ritrovi la mascella rotta, mi hai capito? Falso, bugiardo>> urla il mio migliore amico 

<<Basta! Vi sembra il momento? Kaito sta male, le vostre cose potrete risolverle in un altro momento>> dice Ariel e la sua voce fa subito calmare Dominic che lascia Jack, rimasto in completo silenzio anche lui

Jack apre la porta ed esce, probabilmente alla ricerca di Phoebe. Mi sento troppo debole per avere qualsiasi tipo di reazione. 

<<Scusate, io ho bisogno di isolarmi>> dico prima di andare nella mia stanza 

Prendo un respiro profondo e mi stendo sul letto. Lo stesso che condividevo con lei fino a qualche giorno fa. Guardo la finestra e c'è la Luna. 

La Luna. Il nostro piccolo satellite naturale. La sua semplice presenza, la sua luce, mi fa sorridere. Per un attimo alleggerisce la sofferenza. Solo la Luna ha questo potere su di me. Spesso di notte guardo il cielo per cercare lei, mi sento protetto quando c'è. La mia solitudine sparisce, le mie preoccupazioni, ci siamo solo io e lei. Quando invece non riesco a vederla mi sento vuoto, come se mancasse un pezzo di me. Trovo conforto nella sua immensa bellezza. Quei crateri che la rendono così particolare e stupenda. Così imperfetta, ma così perfetta. Ne sono innamorato sin da piccolo e non l'ho mai lasciata andare. 

Ricordo quando in macchina credevo mi stesse seguendo ed ero così felice, così affascinato da quell'enorme sfera nel cielo. A volte bianca, a volte sfumata nel grigio. Certe sere è così rossa da lasciarti senza fiato. Pensavo che crescendo quella magia sarebbe svanita, ma in realtà sono solo più entusiasta. Dopo aver studiato astronomia durante tutta la mia adolescenza, aver scoperto tante cose nuove su di lei, non ho fatto altro che provare sempre più emozioni positive.

Ci sono sere in cui mi siedo, le parlo come se potesse rispondermi, ascoltarmi, abbracciarmi. A volte vorrei abbracciarla io. Mi sento in dovere di ringraziarla, di essere stata tutti questi anni con me. Quando ho scoperto che ogni anno la Luna si allontana di qualche centimetro da noi, fino a perderla completamene un giorno, ero davvero triste. Pensavo che nessuno mi avrebbe mai fatto provare per loro ciò che provo per la Luna, anche la paura di perderla un giorno, ma Phoebe è stata l'unica. L'unica che ho amato nello stesso modo in cui amo la Luna, l'unica che ho guardato con un sorriso stampato in faccia come guardo la Luna di notte. 

Mi giro sul fianco perché il troppo piangere mi ha portato sonnolenza. Chiudo lentamente gli occhi, lasciando che sia la Luna l'ultima cosa vista, così da rilassarmi. 

Sarà probabilmente l'inizio di una nuova vita questo, che io non voglio per niente affrontare. Non ho le forze necessarie per farlo. I pensieri continuano a dirmi che è tutta colpa mia, che forse ho fatto qualcosa di sbagliato, ma una risposta non so darmela. Provo a distrarmi da quelle parole che quasi mi fanno passare il sonno. Non ho nemmeno cenato, ma non mi va. 

Sento bussare alla porta, i miei occhi si aprono lentamente

<<Vado via subito, promesso. Volevo solo darti questo.>> Halsey entra con in mano un piatto contenente un panino e nell'altra mano un elastico

Poggia il piatto sul comodino e l'elastico accanto, la guardo e capisce dalla mia espressione dubbiosa cosa stessi pensando 

<<Se non vuoi me al tuo fianco per questi giorni. Visto che sei stupido e ti isoli, questo elastico puoi metterlo al polso e far finta sia io>> spiega sorridendo 

Si dirige verso la porta, aspetto stia per chiudere la porta per ringraziarla, con un tono basso come se non volessi farmi sentire del tutto. 

Si ferma e mi guarda <<sarai orgoglioso anche in punto di morte tu>> dice ridendo per poi chiudere la porta

Non ho molta fame quindi non provo nemmeno a mangiare. Fisso l'elastico e non so che fare, se metterlo o meno. Ci penserò domani. Mi metto sotto le coperte sperando il Dio Morfeo esista e che mi faccia crollare. 




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