I Grandi 7

By GiulSma

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•Secondo volume della serie Le cronache dei Prescelti Celestiali• «Giulia, lui ti vuole morta» sibilò Shirley... More

Prologo
1|Chiamata improvvisa
2|Una vecchia conoscenza
3|Mistero
4|Drake e i suoi problemi di cuore
5|Chiacchierata con Athariel
6|Ametron e Tenebris
7|Una nuova compagna
8|La mia compagna di banco è odiosa
9|Pallottola nel petto o nella fronte?
10|Un lontano passato felice
11|I poteri del guardiano dell'Albero Dorato
12|È ufficiale: odio le caramelle viola
13|Cena con gli Slave
14|Racconto intorno al falò
15|Tre ragazzi e un vampiro
16|Una missione per la strega e il midvam
17|Richiesta di aiuto
18|Ti odio più di quanto odi me stessa
19|Poteri vampireschi
20|Mi alleno con Marta
21|Il giorno in cui la persi...
22|Lacrime nel bosco
23|Federico Flores
24|Torneo
25|Isabelle e la boccetta di sangue
26|Salve... madre
27|Anche Shirley ha un cuore
28|Supercattiva
29|In mezzo alla neve
30|Coppia improbabile
31|Primo giorno da guardia del corpo
32|L'altra sponda
33|Noi... siamo ancora amici?
34|Battle of the Bands
35|Diamine, Isabelle!
36|Sangue, vampiri e castelli
37|Che ci fa lei qui?!
38|Dolci scuse
39|Mr. Slave
41|Incoronazione
42|Drake... russa
43|Guerra al Consiglio
44|Un po' di calma... forse
45|Guerra al Campo
46|I Grandi 7
Epilogo
⚜️Curiosità sul Mondo Nascosto⚜️
Ringraziamenti

40|Stasera farai il cameriere

160 10 141
By GiulSma

«Nervosa?»

Nicholas tese una mano a Yliandar per aiutarla a scendere gli ultimi gradini della grande scalinata che portava alla sala da ballo.

Era piena di servi e camerieri che andavano avanti e in giro con vassoi e stracci per disporre le pietanze sui tavoli e pulire le polverose armature in esposizione.

L'aria nella stanza era calda e sapeva di carne di cervo. Quella mattina i migliori cacciatori erano andati nei boschi e avevano preso dei cervi da cui avevano estratto il pregiato sangue e cucinato la loro carne.

Era il fatidico giorno dell'incoronazione ed erano tutti agitati, persino Yiandar che però non poteva mostrare la sua debolezza ammettendo di esserlo.

«Assolutamente no» mentì osservando due camerieri che le passavano davanti. Questi fecero un breve inchino e proseguirono per la loro strada, stando attenti a non far cadere gli stuzzichini sui grandi vassoi d'argento.

«Non volete andare in un posto più tranquillo?» le suggerì con un leggero imbarazzo. Tutti quanti continuavano a lanciargli occhiatine minacciose piene d'invidia.
Senza staccare gli occhi dal tavolo imbandito lei sorrise. «Forse dopo»

Lo afferrò per la manica del suo caldo cappotto rosso e lo trascinò vicino al tavolo da dove prese una fragola ricoperta di cioccolato e la mangiò senza preoccuparsi di nessuno.

Era la futura regina, nessuno poteva dirle nulla a meno che non voleva finire decapitato o imprigionato a vita.

Nicholas sorrise in evidente imbarazzo. Ancora sguardi invidiosi. «Venite, dovete prepararvi per l'incoronazione. Sarà solo tra un'ora e-»

Yliandar lo zittì dandogli un colpetto sul braccio. «Sono già preparata. Questo è il vestito dell'incoronazione, mi manca solo l'acconciatura»
«Appunto!» Nicholas soffocò un gemito esasperato. «Venite con me, su»

La vampira sbuffò e lo seguì a malincuore su per le scale.
La gonna non era troppo larga o pesante, ma era abbastanza lunga da toccare terra. Il vestito era incantevole. Era rosso con delle ricamature nere che si arrampicavano folte dai piedi della gonna fino ad arrivare alla parte superiore e passare sopra la spallina sinistra, e una piccola cinturina vermiglia segnava il confine tra la vita e l'inizio della gonna. Le lasciava le pallide spalle coperte quindi, per evitare che facesse troppo freddo per lei, avevano riscaldato l'intero castello con bracieri e torce, eccetto le prigioni.

La vampira era bellissima e Nicholas non era riuscito a restare del tutto indifferente, bastava guardarlo in faccia, era la perfetta imitazione di un pomodoro.

Mancavano solo i capelli da acconciare, ma per lui erano già perfetti. Lisci, scuri, morbidi... perfetti.

Le dame la aspettavano in un bagno che sembrava un salotto da quanto era grande e ben arredato.
In mezzo alla stanza, sopra un tappeto rosa e bianco, vi era una sedia.

Fecero sedere immediatamente la vampira e iniziarono a pettinarla e a profumarla.
C'era chi la truccava e chi nel frattempo le acconciava i capelli.

Il tempo stringeva e avevano appena aperto le porte ai cento nobili più importanti di Incubia e ai loro accompagnatori e valletti, oltre ai membri del Consiglio delle Creature della Notte con i loro ambasciatori.

In tutto gli ospiti erano poco meno di mezzo migliaio e i servi si sentivano già svenire.
Il cibo preparato avrebbe potuto sfamare centinaia di soldati per una settimana, ma i nobili erano avidi e ingordi, con loro sarebbe finito tutto entro l'alba.

La cerimonia aveva inizio a mezzanotte.
Yliandar avrebbe fatto il suo ingresso trionfale a quell'ora precisa e dopo essere stata incoronata da Zerafor avrebbe avuto modo di fare molte conoscenze, stringere alleanze e studiare i membri del Consiglio che Zerafor le aveva fatto imparare ad odiare.

Zerafor aveva elaborato un piano molto dettagliato per farla pagare cara al Consiglio per quel che avevano fatto al popolo dei vampiri, e Yliandar l'avrebbe portato avanti al posto suo.

Tuttavia non poteva farlo da sola, aveva bisogno di una spalla, di un abile stratega.
Lei avrebbe preferito Nicholas, ragion per cui decise di renderlo partecipe del suo piano.
Proprio lì. In mezzo a quel bagno.

Nicholas era in piedi in un angolino, a poca distanza dalle serve che stavano quasi per finire il loro lavoro. Teneva le mani davanti, lo sguardo inflessibile.
Si era appena sistemato con accuratezza il liscio ciuffo biondo platino, storcendo il naso notando la ricrescita castana e la ribellione di qualche ciocca che era sfuggita alla piastra.

A differenza di Yliandar non aveva servi che lo aiutassero a prepararsi, né una stanza tutta sua.
In teoria gli era stato affidato uno stanzino polveroso dove aveva notato dei mostri noti come "ragni" in un angolo, in pratica era finito a dormire sul divanetto della stanza di Yliandar.

Alla vampira non dava fastidio, anzi, si sentiva più protetta. Si fidava di Nicholas, non ciecamente ma comunque non aveva paura a stare nella sua stessa stanza.
Era certa che non sarebbe mai stata tradita da lui, o almeno fino a quel giorno.

«Nicholas» lo chiamò appena finito di mettersi un rossetto color ciliegia.
Il midvam sentì il suo petto inondarsi di calore da quanto era bella. «Ditemi»
Yliandar ridacchiò, notando il suo volto rosso. «Mi hai servito in modo eccellente in questi pochi giorni che precedevano la mia incoronazione. Sei stato una fedele guardia del corpo» Si morse il labbro pensando di aggiungere "e anche un caro amico" ma ci rinunciò. «Quindi ti reputo pronto per sapere del mio primo obbiettivo da regina»

Aspettò che finissero di acconciarle i capelli in una treccia che venne arrotolata dietro la testa e fissata da un fermacapelli d'argento, che assomigliava a un bastoncino affilato.

Nicholas dovette ricorrere a tutte le sue forze per non permettere alla sua bocca di aprirsi dallo stupore e dall'emozione.

Yliandar sorrise divertita. «Sento il tuo cuore battere velocemente. Quindi ti piaccio» Scosse la testa accorgendosi che poteva essere fraintesa. «Intendo come sono ora, non piacere inteso di... be' hai capito»

Nicholas rimase in silenzio. Se avesse provato a parlare l'unica cosa che sarebbe uscita sarebbe stata un urletto eccitato e piuttosto acuto. Contenere tutta quell'emozione non era semplice.
Il cuore sembrava venire punto da centinaia di aghi e dei brividi gli percorrevano le braccia anche se non aveva freddo.

Yliandar si voltò verso le dame e rivolse loro un sorriso grato. «Siete state fantastiche. Ora andate pure»

Le seguì con lo sguardo finché tutte e quattro non uscirono dalla stanza, poi si rivolse di nuovo a Nicholas, ritornando seria e autoritaria. «Il Consiglio per secoli ha limitato il mio regno. Ha imposto tasse che non potevamo sostenere e stili di vita irritanti che hanno portato solo a ribellioni. Non ci permettono di bere sangue umano e quello di cervo non è alla sua altezza, nonostante sia il più decente in circolazione. Ci tengono in pugno solo perché abbiamo perso una stupida guerra e credono di poterci punire e sottomettere per sempre. Ed ecco perché è arrivato il momento di agire» Le sue labbra color ciliegia si incurvarono in un sorriso sinistro che spaventò non poco il povero midvam. «Appena il regno sarà mio lo guiderò in un'altra guerra dopo aver ucciso i membri del Consiglio. Senza persone al potere gli altri popoli saranno deboli e senza guida, ecco come li schiacceremo» Accarezzò gentilmente il braccio del ragazzo. «E tu sarai al mio fianco»

«No, io lo sarò»

Si voltarono entrambi verso la figura massiccia del comandante del primo esercito. Aveva la divisa da cerimonia, un abito nero con strisce rosse e tante spillette sulla parte sinistra del petto per simboleggiare il suo valore.
Zerafor era al suo fianco, con sguardo fiero e appagato.

«Ancora con questa storia? Comandante, ne abbiamo già parlato, io voglio Nich-»
«Yliandar» la interruppe Zerafor con tono solenne. «Ho deciso io che sarà il comandante Dreivan a spalleggiarti nella tua missione e a farti da guardia del corpo definitiva. Vuoi questo ragazzino insieme a te, dici che è fedele, ma in realtà è solo un pretesto per averlo vicino. Yliandar, sai bene che i rapporti con un midvam non passerebbero inosservati, ti farebbero apparire debole e tu non lo sei. Quindi è stato mio dovere assegnarti il comandante Dreivan, il ragazzo potrà trovarsi un altro impiego. Lo vuoi vicino? Fallo diventare il tuo giullare»

Yliandar avanzò impettita verso il demone. «Perché mi fai questo? Pensavo fossimo dalla stessa parte»

Lo sguardo di Zerafor si addolcì, nei limiti del possibile. «Ma lo siamo. Il comandante Dreivan ti guiderà alla vittoria, questo ragazzo porterà solo guai e presto lo capirai da sola. Discorso chiuso, accetta i miei ultimi ordini»
La vampira abbassò il capo sconfitta. «Lo farò»

Il comandante Dreivan gonfiò il petto soddisfatto di essersi levato di torno quello sciocco ragazzino incapace. «Ora dobbiamo solo trovare un impiego per il giovane midvam, giusto?» Tutti si voltarono confusi verso di lui, che sorrideva come un bambino felice di aver ottenuto ciò che voleva. Il comandante puntò Nicholas con un dito. «Stasera farai il cameriere»

༺ 𓆩♱𓆪 ༻

"Vi odio tutti" pensai mentre uscivo dal dormitorio vestita elegante.

Paul e Viola mi aspettavano fuori, vestiti di tutto punto anche loro per la serata che ci aspettava.
Gregorio non mi aveva detto che per andare ad Incubia mi sarei dovuta mettere un vestito da sera. Pensavo che mi sarei solo dovuta confondere tra la folla, magari come cameriera ma non come ospite!

Così mi era toccato mettere un vestito blu che arrivava fino alle caviglie ma almeno avevo ottenuto il libero arbitrio sulle scarpe. Avevo passato quindici minuti buoni a osservare le scarpe nel magazzino cercando qualcuna che mi ispirasse e poi finalmente le avevo viste: le Converse blu che tanto sognavo avere.

I miei non erano tipi da shopping, ma se dovevano andare a prendere qualcosa ci andavano loro e mi mandavano delle foto. Ma cosa più importante non mi facevano mai prendere quel che mi piaceva perché era considerato a volte troppo maschile o troppo costoso. Capisco la seconda ma non la prima!
Se mi avessero visto quella sera, con quell'abito che tanto odiavo, sarebbero stati piuttosto fieri di sapere che avrei sfoggiato il mio "lato femminile". Bleah...

Che rimanga tra noi: prima o poi mi vendicherò con Gregorio per non avermi detto nulla e con Viola per avermi obbligata a metterlo sfruttando il tipico ricatto morale del "Vuoi che degli innocenti muoiano? Non credo. Mettiti questo vestito".

«Ripassiamo il piano» disse Paul sistemandosi il farfallino nero.

Viola stava divinamente nel suo vestito viola. Buffo come il suo nome fosse anche il suo colore preferito. Be' lei poteva permettersi di sfoggiare le sue curve sensuali, io avrei preferito nascondermi, diventare invisibile, non mostrare nulla, anche perché non avevo nulla.
Era tutto così imbarazzante. Ma non potevo mollare, non sapendo che c'erano delle vite in gioco.

«Entriamo nel castello grazie al nostro alleato che controllerà i nostri inviti finti. Verremo annunciati tutti e tre come figli di un duca deceduto qualche anno fa, non chiedetemi perché, il piano l'ha ideato Gregorio e mi è rimasto impresso grazie alle illustrazioni»

Ridacchiai. I disegnini del mago erano utili e soprattutto simpatici. Mi ricordo bene le risate che mi sono fatta quando aveva disegnato un vampiro paffutello con due x al posto degli occhi.

«Tenetevi bene a mente i nomi in codice che ci sono stati affidati. Giulia, tu sei Julis De Varka, Viola, tu sei Nadia De Varka, e io sono Nathan De Varka. Tutto chiaro? Comportiamoci come una famiglia»

Strizzai gli occhi confusa. Se eravamo una famiglia allora la relazione tra Viola e Paul non era...?
No, meglio non pensarci perché non era la realtà, era solo una copertura.
Buffa, controversa, fastidiosa perché ero la più piccola e anche la terza incomoda, ma era una copertura.

Per celare il nostro odore da Celestiali, Gregorio ci aveva fatto un incantesimo e già che c'era ci aveva allungato leggermente i canini.

L'effetto sarebbe durato al massimo per due giorni, anche se speravamo di riuscire a rientrare prima dell'alba.
Dovevamo solo raccogliere informazioni sul piano della nuova regina, tutto qui.

«Ci divideremo» continuò Paul. «Julis andrà a parlare con i nobili e a sfoggiare il suo sorriso da santarellina»

Misi il broncio. «Ehi! Io non ho un sorriso da santarellina!»

«Sei piccola, bassa, hai le guanciotte morbide e hai un sorriso da santarellina. Starai simpatica ai nobili, i vampiri adorano le persone dall'aria vulnerabile e giovane»

Rabbrividii. Non sembravano per niente amichevoli, anzi, sembravano dei maniaci o peggio, dei pedofili.

«Nadia, anche tu parlerai con i nobili ma proverai a sedurli. Sono contrario a questo, ma è per il bene dell'intero Mondo Nascosto. Devi spillare loro molte informazioni» Sospirò. «Io invece girerò per gli angoli della sala da ballo, osservando attentamente ogni presente e passerò vicino a voi di tanto in tanto»

Alzai la mano. Paul mi diede la parola indicandomi. «Se ci viene offerto del sangue, come lo beviamo?»

Viola mi sorrise con una gentilezza speciale che si riservava in particolare ai più piccoli, una cosa che odiavo. Non ero piccola, avevo tredici anni non tre! «Semplice: non lo beviamo. Facciamo finta. Lo avvicini alla bocca e lo fai toccare solo dalle labbra, poi te le pulisci con un fazzoletto e via»

Annuii energicamente. Ero più che pronta ad andare ad assistere all'incoronazione.

"Forza stupida erede, fatti sotto!" pensai immaginandomi di doverla combattere.

Paul intervenne di nuovo per concludere la sua spiegazione. «Ricordatevi i messaggi in codice per comunicare: toccarsi il lobo delle orecchie se sta andando tutto bene, tre tocchi sul braccio per indicare che sta arrivando la regina, mano nei capelli se c'è un problema, tossire se si hanno tutte le informazioni. Quest'ultimo sarà anche il segnale per andarcene. Non siamo vampiri, i nostri atteggiamenti non passeranno inosservati. Meno restiamo lì e meglio sarà per noi, chiaro?»

Io e Viola annuimmo.
Vidi gli orecchini a pendente della ragazza ondeggiare ad ogni movimento della sua testa. Erano ipnotici. Sembravano piccole gocce d'argento impreziosite con decine di piccoli diamanti. Li aveva fatti un abile fabbro del campo specializzato in gioielleria e oreficeria.

Ai vampiri piaceva l'argento e se ci si voleva mescolarsi per bene tra di loro bisognava indossare almeno qualcosa fatto con quel materiale.

Io per esempio avevo un bracciale d'argento mentre Paul aveva i gemelli della giacca viola scuro e un paio di anelli.

«Domande?» chiese Paul, giocherellando con una pietra bianca del portale.

Viola gli diede un bacio sulla guancia, l'ultimo che si sarebbero dati quella sera. «Nessuna domanda. Apri il portale»

Paul mi guardò sorridendo, sperando di tirarmi su di morale e di infondermi un po' di coraggio.
Speravo solo di non fare un disastro rovinando la missione, tutto qui. Una paura comprensibile, specialmente se si riconosceva di essere una combinaguai.

Il ragazzo disegnò un semicerchio per aria, partendo dall'erba, e questo, appena concluso, si illuminò e si riempì di fumo bianco e vorticoso.

«Mie care signore...» disse Paul infilandosi la pelliccia nera e preparandosi psicologicamente al freddo d'Incubia. «...che la missione abbia inizio»

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