41|Incoronazione

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Paul passò il nostro falso invito al vampiro all'ingresso.
Il duca De Varka, ormai polvere, era un signorotto dimenticato da tutti.
Nessuno sapeva nulla su di lui, cosa che facilitò molto il nostro affermare di essere suoi figli adottivi.

Perché adottivi? Perché i vampiri non possono avere figli, possono solo adottarli tra i vampiri o, se non ce n'è nessuno alla sua altezza, prendere dei bambini casuali e trasformarli.

È una cosa crudele nei confronti dei poveri bambini Normali, ma comune per i vampiri.
Il Consiglio aveva posto un limite anche a quello, ma nessun vampiro l'aveva rispettato. 

Lanciai un'occhiata preoccupata a Viola che mi tranquillizzò con un sorriso.

La sala del trono sembrava un formicaio. Era piena di nobili vampiri che chiacchieravano emozionati tra di loro di fronte a un trono vuoto.

Il lungo tappeto divideva la sala in due parti, io e i due guardiani ci infilammo a sinistra, attirando già le occhiate di alcuni nobili.

Colpa mia, li avevo spintonati con poca grazia per passare. Se lo meritavano.

Era quasi mezzanotte. Per prepararmi a quella serata avevo dormito tutto il giorno, ma non so come avevo comunque un po' di sonno.

Guardai Paul, stava tenendo per mano Viola cercando di non mordicchiarsi le unghie perché di certo non era una cosa che facevano i vampiri, ma lui sì.

Viola invece era più calma. Aveva tutto sotto controllo e si muoveva con una sicurezza impeccabile, sfoggiando il suo sorriso che attirò già l'attenzione di alcuni nobili.

Mezzanotte.

Non ci furono i rintocchi delle campane, ma i battiti delle alabarde delle guardie sul pavimento.
Segnarono dodici rintocchi, e al dodicesimo la regina apparve in fondo alla sala, davanti alle porte.

Tutti quanti si voltarono verso di lei ma io non riuscivo a vederla.

Ecco un problema dell'essere bassi: quando c'è una folla non si riesce mai a vedere nulla di nulla.

Aspettai quindi che l'erede si inginocchiasse vicino ai gradini del trono che invece riuscivo a vedere bene.
Nella stanza si sentiva il mormorio eccitato di tutti i vampiri che si spense quando lei raggiunse il trono.
Un signore alto, dai capelli neri tirati all'indietro e gli occhi color rubino, la aspettava sorridendo inquietantemente.

Nel vederlo mi fischiarono forte le orecchie, come se mi si fosse attivato un allarme.
Cos'era lui esattamente?
Col fischio era difficile concentrarmi ma il puzzo di zolfo era chiaro: quell'uomo era tutt'altro che un vampiro.
Forse lo era stato in precedenza, ma percepivo che in quel momento era una creatura legata per sempre all'inferno: un demone.

Era da mesi che non ne affrontavo uno e sperai di non doverlo fare.
Lui mi sembrava un demone potente, detto anche "superiore", e io invece dovevo ancora imparare bene ad usare la mia spada e i miei poteri.
Ero ancora una principiante, non potevo affrontare nemici troppo forti o avrei rischiato di morire prima della venuta dei Temibili 10.

Vista di spalle l'erede era incantevole.
Ma io volevo vederla in faccia.
Ero curiosa di capire come fosse. Non mi aspettavo di riconoscerla, non conoscevo bene il Mondo Nascosto e la sua gente, quindi mi accontentai di capire solo com'era fatta.

I Grandi 7Where stories live. Discover now