Prologo

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219 d.C. sottosuolo di Gerusalemme,
porta degli inferi

«Non possiamo continuare così! Presto finiremo tutte le nostre forze e per noi sarà la fine! Dobbiamo sigillarle al più presto!» Gocce di sudore calavano sul viso del prescelto di Gabriele.

«Lasciate fare a me!» urlò la prescelta di Raffaele disintegrando un demone alato.

Corse verso le porte degli inferi evitando gli artigli dei demoni e mozzando, quando ci riusciva, le loro teste mostruose.

«Le catene!» urlò Barachiel evocando una fiammata dorata che disintegrò una ventina di demoni alati.

Mikael evocò delle grosse catene e le diede alla prescelta di Raffaele.
Gli infernali si accorsero delle loro intenzioni e li ostacolarono evocando ancora più demoni che oltrepassarono la porta come un torrente in piena pronto a distruggere tutto ciò che aveva di fronte.

«Coprimi!» ordinò il prescelto di Michele a Gabriel.

La battaglia infuriava vicino a quelle porte che tanto male recarono all'umanità per millenni. Nell'aria c'era odore di sangue e di zolfo. La tensione era alta e la paura di perdere si faceva strada nei cuori dei prescelti celestiali. I loro guardiani giacevano a terra con gli occhi vitrei e i corpi inermi.
Avevano rischiato le loro vite per aiutarli e sarebbe stato orribile se i loro sforzi fossero stati vani. Dovevano evitare che accadesse e l'unico modo era spingersi al massimo delle loro forze e richiudere per sempre quelle porte.

Il capo dei Celestiali piantò la sua spada per terra. «Vincerò per voi, amici guardiani» Guardò in alto in quel cielo rosso sangue dove volavano centinaia di demoni. «Che sia benedetta ogni mia azione poiché potrebbe essere l'ultima»

Il prescelto di Gabriele disintegrò un altro demone.
«Sono troppi! Non riesco a contrastarli!» urlò disintegrandone un altro.

«Resisti!» La prescelta di Uriele corse verso di lui e lo aiutò.

«Dobbiamo concentrarci sulle porte!» urlò Mikael cercando di contrastare i rumori della battaglia e i ruggiti dei demoni.

Il capo degli Infernali corse verso quello dei Celestiali e provò a conficcargli una spada nel ventre, ma l'altro parò l'attacco e gli sfregiò la faccia.
Il nemico urlò dal dolore e poi richiamò a sé un demone enorme. Sembrava un Minotauro dalle sembianze gigantesche.

«Che tu sia dannato, Infernale. Le tue azioni verranno punite dopo la tua morte»

«Ti sbagli, io non morirò mai. Io vivrò per sempre all'interno di questa terra una volta che vi avrò distrutti»

«Avresti dovuto prepararti un piano di riserva, mi sa che ci lascerai le penne»

«Io ce l'ho sempre, ma preferisco pensare di poter vincere subito. Sono ottimista»

«Vedremo»

Le loro lame si scontrarono provocando delle scintille e un forte spostamento d'aria.
Approfittò di un suo momento di debolezza per tagliare la mano del suo avversario con cui teneva la spada e con un balzo entrò in un lampo di luce e arrivò di fronte alle porte.

Tutti gli altri prescelti celestiali accorsero ad aiutarlo nonostante i demoni stessero lacerando le loro armature.

«Un ultimo sforzo!» urlò spingendo con tutte le sue forze.

Dalle porte usciva un fiume di demoni ripugnanti.
Era impossibile contarli, tantomeno sconfiggerli tutti. Ci voleva qualcosa in grado di destabilizzarli.

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