29|In mezzo alla neve

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«E questo è ciò che dovrete fare» concluse Gregorio, ammirando la sua lavagnetta bianca piena di scritte nere e verdi.

Drake rimase ammutolito, così come Paul e Viola che erano stati convocati insieme a lui.
Il direttore del campo aveva spiegato la loro missione per un'ora e mezza e il guardiano dell'Albero Dorato non aveva il cuore di chiedergli di rispiegargli ogni cosa. Avrebbe chiesto agli altri due, sperando che sapessero qualcosa in più.

Ma cosa stava accadendo esattamente nella testa dei due innamorati? Be', Paul stava elaborando qualche strategia perdendosi di tanto in tanto ad immaginarsi un bacio romantico con la sua ragazza in mezzo alla neve, mentre Viola era proiettata sulla scelta dei vestiti e delle provviste che avrebbero dovuto portare.

Ai due non andava a genio che venisse quel ragazzino, specialmente perché era abbastanza inesperto e loro lavoravano meglio da soli -e perché si sarebbero sentiti a disagio a dirsi cose romantiche in presenza di Drake-.

Il guardiano più giovane stava osservando la sua nuova spada. Gli era stata regalata da Athariel, forgiata nella migliore fucina della Città Aurea in onore di una persona importante su di lui. Era quasi al pari dei prescelti celestiali, in fatto di fama, ma non essendo ancora sbocciato e non avendo dato prova concreta delle sue abilità al Consiglio, per ora era un ragazzo che gli anziani della Città stavano tenendo sott'occhio.

Lui non poteva saperlo ai tempi, ma avvertiva comunque la pressione che gli si era accumulata sulle spalle dopo essere stato riportato in vita.

Fece fare una piroetta all'arma, tenendola con la punta sul pavimento, mentre sprofondava nel sofà accanto al divano dov'erano seduti i due innamorati e davanti a Gregorio che gli lanciava delle occhiate come a dirgli: "Sono stato davvero fantastico, complimentati con me! Ho una scrittura meravigliosa e una mente geniale".

Di certo non era esattamente ciò che intendeva, Gregorio non era per niente un uomo arrogante. Era modesto, tranquillo, forse un po' troppo serio a volte e nelle sue giornate no diventava burbero e una nuvoletta nera gli si addensava sopra la testa senza che se ne accorgesse.

Era un mago saggio dalle mille risorse, che aveva vissuto ormai più di trecento anni a servizio del Campo e dei Celestiali, ma la sua storia preferirei raccontarvela in un altro momento.

Concentriamoci invece sulla famosa missione. Era stato segnalato loro dai lupi mannari del Nord un bosco innevato dove si nascondeva un traditore che aveva tentato di usurpare il loro capo.

Il loro obbiettivo era quello di catturarlo e portarlo dall'Alfa Supremo che lo avrebbe processato e condannato.

Ovviamente il lavoro sporco era stato dato ai guardiani, perché il branco dei lupi del Nord avevano appena subito un attacco dall'esercito di mostri di uno stregone potente e i loro migliori guerrieri erano rimasti gravemente feriti.

Non potevano rischiare di perderli per sempre, non in un periodo del genere dove all'interno del Mondo Nascosto stavano avvenendo una serie infinita di conflitti.

«Riassumo in breve prima che voi partiate» disse infine Gregorio, usando il suo bastone magico per indicare il nome del traditore. «Il nostro obbiettivo è lui, Berthold Klein, trentenne dalle origini tedesche ricercato da tutto il Mondo Nascosto e da ben cinque stati del Mondo Normale. Si incontrerà in una piccola frazione disabitata dei Boschi del Nord col suo fornitore di documenti falsi nonché l'uomo che ci ha fatto la soffiata grazie a qualche incentivo da parte di Gadreel»

I tre guardiani rabbrividirono al solo sentire di quel nome. Il guerriero in questione si era guadagnato il soprannome di "fascio d'oro" perché l'ultima cosa che le sue vittime vedevano era proprio la scia dorata lasciata dalla sua spada.

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