Lucilla

By NatashaCanova

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La storia di un legame speciale tra due anime molto diverse. Lucilla è bellissima e disinibita. Elena è intro... More

Prologo
Parte prima - Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Parte seconda - Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Parte terza - Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Epilogo

Capitolo 9

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By NatashaCanova

La sera prima aveva cucinato Greg.

Sapeva far bene anche quello. Il risotto alla milanese che ci aveva preparato era risultato una favola. Non era una ricetta prettamente estiva, ma dato che voleva fare bella figura con me, aveva scelto quel piatto che era una delle sue specialità. Ne ero rimasta colpita.

Quel giorno invece a pranzo eravamo solo io e Lucilla, lei ai fornelli non se la cavava troppo bene, ma non volle farsi aiutare.

Aveva insistito sostenendo che ero sua ospite. Anche lei ci teneva a fare bella figura... a suo modo.

Preparò dei crostini come antipasto. Tagliò una pagnotta, col tostapane abbrustolì un po' troppo le fette, poi su alcune ci spalmò una salsa verde un po' acida e su altre mise un po' di passata di pomodoro. L'impegno ce lo aveva messo, ma il risultato non era eccezionale.

Poi pensò di preparare del riso freddo con gli avanzi del risotto della sera prima, vi mescolò dei funghetti sott'olio, formaggio tagliato a cubetti e carote bollite, anche quelle avanzate da un pasto precedente.

Aprì infine una bottiglia di vino rosato che aveva in frigo. Era fresco... aiutò.

Tenni per me ogni osservazione... era tutto comunque mangiabile... e lei sembrava così soddisfatta della sua creatività.

Cucinò indossando un grembiulino bianco e un perizoma. Di tanto in tanto le usciva un capezzolo da un lato e non si copriva con particolare premura.

Era piuttosto conturbante.

Ricordai che quando ero piccola più volte mia nonna mi aveva suggerito di sedurre gli uomini prendendoli per la gola... era il suo consiglio per trovare marito.

Lucilla magari non sapeva cucinare, ma aveva altre spiccate qualità, altre astuzie per trovare marito, astuzie che certamente mia nonna non mi aveva trasmesso.

- Come ti vedi fra dieci anni? Ti piacerebbe mettere su famiglia?

- E questa che domanda sarebbe?

Si fermò di mangiare e mi guardò perplessa.

- Sono solo curiosa Lucy. Io a volte ci rifletto, tu mai?

Ci pensò su alcuni secondi e poi mi condivise la sua conclusione.

- Sarei una moglie infedele e una madre assente... non fa per me.

Ci rimasi male. Era come se avesse appena dichiarato di non voler mai mettere la testa a posto.

- Con Sandro non era andata malissimo.

Si erano lasciati l'estate precedente dopo l'esame di maturità e a quanto sapevo non si erano mai più visti.

- Sì, ma avevi ragione tu... quando ti dissi che lo amavo e con il cuore non lo avevo mai tradito... erano cazzate belle e buone.

Sospirò prima di riesumare alcuni suoi scheletri nell'armadio.

- Il petting con quei due fratelli in spiaggia e... il professore... erano tradimenti a tutti gli effetti.

Di quelle vicende io sapevo già tutto, in particolare il torbido rapporto col viscido professore di matematica. Cercai comunque di minimizzare come potevo.

- La storia dei due fratelli... eri una ragazzina... è stata una volta sola... durante le vacanze estive... non è nulla di che.

- E quella col professore?

Fu lei a chiedermi un'attenuante prima che io la trovassi, forse però non la voleva davvero. Notai un lieve sorriso sulle sue labbra, mi stava provocando, voleva vedere se riuscivo a redimerla malgrado tutto.

- Il professore... insomma... non era una vera relazione.

- No... ma se Sandro sapesse cosa ci ho combinato gli verrebbe un colpo pure a lui.

Il dubbio che i loro incontri avessero influito sul cuore del professore mi era sempre rimasto.

- Hai ammesso anche tu che col professore è stato un... caso... particolare, sì... lo hai fatto perché avevi quella strana fantasia di concederti ad un uomo disgustoso... certo Sandro quella fantasia non poteva soddisfarla.

- Tanto altro Sandro non poteva soddisfare.

Lo aveva lasciato proprio per il sesso.

- Va bene, non era quello giusto.

- No, non lo era... ma anche se lo fosse stato non sarebbe cambiato nulla. Me lo dici sempre anche tu Ele... sono una porca... e come tale sarei una pessima moglie... e direi anche una madre poco credibile.

Non replicai e finimmo di mangiare più o meno in silenzio. Lucilla era così tranquilla, mi chiedevo come ci riuscisse. A me quei discorsi mi agitavano.

- Sono giornate così belle, domani potremmo fare una gita da qualche parte. Ti va Ele?

- Sì... come vuoi.

- Può venire anche Topo.

- Non è che ha da studiare?

- Per una volta salterà. A proposito il tuo esame come è andato?

Avevo preso un voto mediocre, mi rovinava un po' la media, ma pur di essere libera di andare dalla mia amica lo avrei accettato pure più basso.

- Bene. E a te come va l'università?

Era dal mio arrivo che volevo chiederglielo.

- Potrebbe andare meglio, ma non mi lamento.

- Immagino che tu abbia già finito tutti gli esami dell'anno se non hai da studiare, quindi al di là dei voti sei stata brava direi.

Non c'erano tanti argomenti in grado di mettere in difficoltà Lucilla, perciò quando la vidi tentennare capii che qualcosa non andava.

- Lucy... quanti ne hai dati?

- Due... quasi... diciamo uno e mezzo.

- Uno e mezzo?!

Sbuffò e sputò il rospo.

- Uno e l'altro devo dare l'orale... magari a settembre. Vedremo.

- Stai rimandando gli studi per me? Non voglio.

- Ele... non è a causa tua... e non preoccuparti. Ho tutto sotto controllo.

- Se vuoi posso aiutarti a studiare... mi farebbe piacere.

- Elena lascia stare.

Sbuffò ancora e si alzò per sparecchiare la tavola. Feci per imitarla, ma lei me lo impedì.

- Stai seduta, ci penso io.

Obbedii.

Lucilla che riempiva la lavastoviglie poteva essere un perfetto numero di burlesque. Dal grembiulino le uscivano i seni e sovente si chinava esibendo il suo fondoschiena ben poco coperto dal minuscolo perizoma.

Non era una massaia comune. Non riuscii a trattenere la domanda invadente per eccellenza.

- Prima o poi metterai un po' la testa a posto?

Temetti che si seccasse, invece mi rispose senza battere ciglio.

- Non posso saperlo Ele.

- Se succede magari poi ti sposi.

- Può essere... nel frattempo possiamo anche non pensarci.

- Sì. Per studiare invece dovresti cominciare un po' prima di mettere la testa a posto.

Si fermò a guardarmi. Si sistemò i capelli e di nuovo un seno le uscì dal lato del grembiule.

- Una specie di investimento in previsione di mettere la testa a posto insomma.

- Esatto. Un bel punto di vista.

Mise le mani sui fianchi e spostò il peso su un'anca. Era pronta a colpire, ma io non ero pronta a quel colpo.

- Per me un bel punto di vista è... tu vestita da maestrina che mi costringi a studiare, mi interroghi e mi dai le bacchettate sulle natiche quando rispondo male... poi un premio se alla fine passo l'interrogazione... e una bella punizione, ma proprio bella, se invece non ce la faccio.

Mi colse una nuova vampata di calore.

Lo faceva apposta. Lo faceva apposta. Lo faceva apposta!

- Vedi Ele. Ci sono ottimi motivi per non studiare!

Rise divertita per poi finire di riassettare la cucina. Io intanto mi stavo ancora immaginando nei panni di maestrina con occhiali dalla montatura nera e una lunga bacchetta di legno in mano di fronte ad una Lucilla con le trecce ed addosso un corto abitino da collegiale.

- Divertente.

Mi scappò detto ad alta voce. La mia amica mi guardò di sbieco per poi sorridermi.

- Una di queste sere potremmo...

Non ero pronta ad un nuovo colpo. Per fortuna prima che finisse la sua proposta si sentì un rumore di chiavi e la porta di casa aprirsi subito dopo.

Una voce femminile che non conoscevo avvertì del proprio rientro senza alcuna enfasi.

- Sono tornata.

Doveva essere Mary.

Solo il tempo di pensarlo e una bionda slanciata dai lunghi capelli lisci entrò in cucina. Aveva un corto vestito leggero in una fantasia di colori tenui e sfoggiava un tacco a spillo in totale naturalezza.

Era persino troppo magra, ma esibiva un'eleganza e una femminilità fuori dal comune.

Non appena mi vide mi guardò dall'alto in basso con sufficienza.

- Questa qui chi è?

Lucilla si occupò delle presentazioni.

- Questa è la mia amica Elena... la ospitiamo per qualche giorno. Ele questa è Mary, la coinquilina che non hai ancora conosciuto.

Le allungai la mano per educazione.

- Ciao. Piacere di conoscerti Mary.

- Ciao.

Mi prese la mano con tre dita appena tenendo il mignolo alto quasi le facesse schifo toccarmi. Ovviamente non mi sorrise neppure.

Poi decise di ignorarmi e si diresse al frigorifero per prendere una bottiglietta d'acqua.

- Vado in camera mia. Sono distrutta e non voglio essere disturbata.

Era veramente stronza!

- Ok. Ciao.

Lucilla sembrava abituata a quel comportamento scostante.

Non appena rimanemmo sole si mise a ridere ed io ancora sconvolta per la nuova conoscenza la guardai interdetta prima di lasciarmi contagiare.

- Cosa c'è da ridere poi?

- Ele... tu non sai che oggi è pure di buon umore!

Quello era il buon umore di Mary?

- Non posso crederci. Come fate a viverci assieme?

- Ci siamo abituati. Sappiamo che è fatta così e lasciamo correre. E' una vera macchietta.

Per me era solo una stronza con la puzza sotto al naso.

- Fa la modella?

Ormai lo chiedevo di tutti.

- Qualche sfilata l'ha fatta... però, no, non direi che fa la modella di professione. Ne ha il caratterino, quello sì... il caratterino da top model anoressica.

Sulle prime poteva sembrare che Lucilla e Gregorio non avessero nulla a che spartire con Mary.

In realtà in quell'appartamento vivevano tre creature diverse, ma erano accomunate da un edonismo non banale.

Il loro legame era complesso, complesso e forte. Più di quanto immaginassi.

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