I Grandi 7

By GiulSma

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•Secondo volume della serie Le cronache dei Prescelti Celestiali• «Giulia, lui ti vuole morta» sibilò Shirley... More

Prologo
1|Chiamata improvvisa
2|Una vecchia conoscenza
3|Mistero
4|Drake e i suoi problemi di cuore
5|Chiacchierata con Athariel
6|Ametron e Tenebris
7|Una nuova compagna
8|La mia compagna di banco è odiosa
9|Pallottola nel petto o nella fronte?
10|Un lontano passato felice
12|È ufficiale: odio le caramelle viola
13|Cena con gli Slave
14|Racconto intorno al falò
15|Tre ragazzi e un vampiro
16|Una missione per la strega e il midvam
17|Richiesta di aiuto
18|Ti odio più di quanto odi me stessa
19|Poteri vampireschi
20|Mi alleno con Marta
21|Il giorno in cui la persi...
22|Lacrime nel bosco
23|Federico Flores
24|Torneo
25|Isabelle e la boccetta di sangue
26|Salve... madre
27|Anche Shirley ha un cuore
28|Supercattiva
29|In mezzo alla neve
30|Coppia improbabile
31|Primo giorno da guardia del corpo
32|L'altra sponda
33|Noi... siamo ancora amici?
34|Battle of the Bands
35|Diamine, Isabelle!
36|Sangue, vampiri e castelli
37|Che ci fa lei qui?!
38|Dolci scuse
39|Mr. Slave
40|Stasera farai il cameriere
41|Incoronazione
42|Drake... russa
43|Guerra al Consiglio
44|Un po' di calma... forse
45|Guerra al Campo
46|I Grandi 7
Epilogo
⚜️Curiosità sul Mondo Nascosto⚜️
Ringraziamenti

11|I poteri del guardiano dell'Albero Dorato

197 12 65
By GiulSma

"Nelle vene ti scorre sangue guerriero. Tu non sei fatto per la morte, tu... sei fatto per portare la vita"

"Tu... curerai il mondo"

༺ 𓆩♱𓆪 ༻

Quelle parole risuonavano in testa a Drake nonostante si stesse sforzando di pensare solo a quello che doveva dire.
Era nello studio di Gregorio, la porta era chiusa e lui era seduto accanto all'anziano mago. Gli stava raccontando ogni cosa, dalla sua esperienza all'Accademia, al recente mistero luminoso.

L'anziano ascoltava tutto con molta attenzione, passandosi una mano sopra la folta e ben curata barba d'argento.

«Che cosa mi sta succedendo, Gregorio? Io non capisco» gli chiese preoccupato.

Gregorio gli fece cenno di aspettare e se ne andò momentaneamente a frugare nella sua ampia libreria piena di volumi antichi rilegati in pelle.
L'odore di carta vecchia e ingiallita si fece sempre più intenso mentre si avvicinava al ragazzo e infine gli mise sopra le ginocchia un libro con l'immagine di una grossa quercia dorata.

«Qua dentro ci sono tutte le risposte che cerchi»

«In questo libro? Seriamente?»

Gregorio annuì. «Esatto, giovane guardiano. Tutte le risposte sono in questo libro. Ho capito ciò che sei, ma hai bisogno di scoprirlo da solo. Dirtelo non avrebbe lo stesso impatto»

Drake sbuffò. «Però sarebbe più semplice...»

«Nulla è semplice nella vita. Ci sono le cose difficili e le cose meno difficili. Il concetto di semplice è solo un'illusione soggettiva» Dopo questa perla di saggezza prese un diario di pelle nera dal suo scaffale. Era tozzo e piccolo. Lo accarezzò come se appartenesse a un vecchio amico, poi guardò di nuovo Drake. «Aprilo, su, poi dimmi cosa sei riuscito a capire»

Infine si lasciò andare sulla poltrona, prese i suoi occhiali e li sventolò sulla pagina aperta di quel diario, facendo comparire delle parole.
Se li posizionò con cura sopra la gobbetta del naso e iniziò a leggere pacificamente, sorridendo di tanto in tanto.

Drake osservò le scritte e si grattò la testa confuso. Non riusciva a capire nulla di quel linguaggio antico. Non era scritto in un alfabeto che appartenesse ad alcuna lingua del mondo Normale o perfino del Mondo Nascosto, motivo per cui non riusciva a tradurlo.

Il mago, notando le difficoltà del ragazzo, ridacchiò a bassa voce. Poi chiuse il diario con calma e lo appoggiò sulla sua scrivania.
Gli scompigliò affettuosamente i capelli e gli rivolse un sorriso.

«Questo è l'alfabeto degli antichi: l'Animus. È vivo tanto quanto te e me. Sceglie lui da chi farsi leggere in base al suo destino e ai suoi desideri»

«Allora non riuscirò mai a sapere cosa c'è scritto»

Gregorio sorrise. «E chi te lo dice? Concentrati, desideralo con tutto te stesso. Vuoi sapere la verità su ciò che sei, no?»

«Sì, lo voglio, però...»

«Nessun "però", giovane guardiano. Concentrati» Poi ritornò a sedersi e continuò la lettura di quel misterioso e piccolo libro.

Drake accarezzò la pagina incomprensibile. Le lettere erano grovigli incomprensibili d'inchiostro, spalmati sulla carta spessa e ingiallita dal tempo.

"Quindi devo desiderare di leggere... ma io odio leggere!" Sbuffò. "Dovrei iniziare a farlo, dicono tutti che è un passatempo interessante. Ma cosa ci possono trovare delle persone nel fissare delle lettere su una pagina? E per di più dovrei fidarmi di gente che mentre legge ha delle allucinazioni e immagina ogni cosa per poi innamorarsi di persone che non esistono? No, è fuori discussione"

Fissò la pagina e grugnì disperato. Notò lo sguardo divertito di Gregorio, ma non gli disse nulla.

"Facile ridere degli altri... Uffa! Ma perché questo stupido Animus non vuole farsi leggere? Sono diventato letteralmente una torcia poco fa! Voglio delle risposte! Le necessito! Devo sapere la verità! Altrimenti-" Guardò di nuovo il foglio. "Oh... figo".

Le parole iniziarono a muoversi come piccoli dragoni cinesi. Si staccarono in tanti piccoli pezzi e ballarono sulla pagina fermandosi quando raggiungevano il loro posto.
Adesso Drake riusciva a leggere ogni cosa.

"Oh wow, allora Gregorio aveva ragione, dovevo solo volerlo"

Il mago sorrise soddisfatto e distolse lo sguardo prima che il guardiano potesse vederlo.
Furbone di un Gregorio.

Quando venne creata la Città Aurea, al centro di essa nacque un albero le cui foglie avevano la possibilità di riportare in vita i morti.
Tuttavia potevano essere colte solo da chi possedeva un desiderio così forte da impressionare l'albero, buono o malvagio che fosse.

Ma ben presto molti vollero approfittare di queste foglie per rendersi immortali o quantomeno salvare le persone a loro care.
Chiunque veniva riportato in vita otteneva un marchio di una foglia di quercia, ma ben presto i marchiati diventarono troppi e l'albero si stava spogliando del tutto delle sue foglie.

Così l'albero nominò un suo personale guardiano tra i marchiati che impedisse a chiunque di avvicinarsi a meno che il suo desiderio non fosse davvero potente.

Così facendo nessuno riuscì più ad accedervi e le foglie ricrebbero diventando la sua bellissima chioma dorata.

Ma ben presto non ci fu più bisogno del guardiano e di conseguenza assunse un nuovo ruolo: capo del campo e membro onorario del Consiglio.

Col passare degli anni i marchiati diminuirono fino a scomparire.

Drake alzò lo sguardo confuso verso Gregorio. «Quindi io sono l'ultimo rimasto?»

L'uomo sorrise. Delle piccole rughette si formarono ai lati dei suoi occhi quando li socchiuse. «A quanto pare, sei l'ultimo rimasto. Questo significa che sei tu il nuovo guardiano dell'Albero Dorato. Non preoccuparti, non è un compito difficile. Non dovrai innaffiarlo ogni giorno. Quando vieni nominato, di solito, ti viene affidato un compito più complesso»

Il guardiano si ricordò improvvisamente le parole di quell'entità sconosciuta. "Tu... curerai il mondo".

«Curare. Chiunque fosse la persona che mi ha parlato, mi ha detto che avrei curato il mondo» disse.

Gregorio si massaggiò i lati della folta barba. «Immagino quindi che il tuo potere sia legato alla cura. Quella luce che evochi potrebbe essere il modo in cui si manifesta il tuo potere»

«Tutti i guardiani dell'Albero Dorato avevano questo potere?»

«A dire la verità no. L'ultimo guardiano aveva la pelle impenetrabile, cosa che gli permise di resistere fino alla fine e di liberare il mondo dall'ultimo Infernale rimasto. Ricordo bene le feste fatte dopo quell'avvenimento. Tutti felici e poi...» Abbassò lo sguardo. «Non importa. Stavamo parlando di te, giovane guardiano. Se ti è stato assegnato il potere di curare, allora c'è un motivo. Tu sei la chiave per qualcosa, sei un pezzo di questo enorme puzzle proprio come tutti noi»

«Ma qual è il mio ruolo allora? Sono un guardiano, e quindi? Che devo fare?»

«Aspettare. Devi aspettare» rispose il mago. «Presto troverai un perché a tutte le tue domande. Il destino è fatto così, non ti dà mai nulla subito, te lo devi guadagnare col tempo e la fatica. Anch'io sto aspettando che faccia il suo corso»

Drake mugugnò confuso. «Che intendi dire?»

«Questa volta, la guerra tra prescelti sarà più intensa di tutte le precedenti. Lo sento, lo vedo, lo percepisco. Tutto il passato che si credeva ormai seppellito, tornerà a galla e complicherà ogni cosa. Purtroppo non sarò in grado di fare molto. Sono un mago vecchio e stanco che adora il tè e i biscotti e ama stare con i suoi piccoli guardiani. Preferisco la pace alla guerra»

«Ma se tu dovessi combattere, lo faresti?»

L'espressione di Gregorio si fece più grave. «Per proteggervi, farei qualsiasi cosa» Poi ritornò a sorridere. «Su col morale, giovane guardiano! Adesso vai a riposarti, deve essere stata una giornata molto dura per te»

"Non puoi immaginare quanto..."

༺ 𓆩♱𓆪 ༻

La sua mente era in preda a una tempesta di ricordi ed emozioni.
Era come se per la prima volta stesse sperimentando il vero dolore che stava dietro a tutto ciò che aveva vissuto.
Era una sensazione orribile, gli risucchiava l'anima e gliela sgretolava in mille pezzi.

Rivide il volto sorridente di Shirley. Si ricordò della morbidezza dei suoi capelli neri, del suo dolce sorriso sincero e della sua voce melodiosa.

Quel mattino l'aveva sentita ancora, anzi, aveva persino potuto vedere la sua proprietaria, però non era stato l'incontro che desiderava.
Non capiva se era arrabbiato con lei perché lo aveva ucciso o se era geloso perché era stato rimpiazzato.

Le lacrime uscirono senza il suo consenso.
Spaventato all'idea di essere visto, corse a nascondersi dietro al tendone giallo dell'infermeria.

"Perché non faccio altro che autocompiangermi? Non è colpa mia..." Ripensò all'ultimo momento tra lui e Shirley e alle sue ultime parole. "Forse le cose sarebbero andate diverse se io non fossi stato così... così.. così idiota".

Cadde a terra, distrutto, perso. Si sentiva il cuore vuoto.

Qualcuno si sedette accanto a lui. Era una persona piccola, fragile, ma dal cuore grande e pieno di luce, pronta a condividerne un po' con lui.
Marta lo abbracciò infondendogli tutto il suo affetto.

«Che cosa ci fai qui?» Drake provò goffamente ad eliminare le prove del suo pianto.

«È ovvio, sono qui per te. Sei mio amico» Marta strinse l'abbraccio, appoggiandogli la testa sulla spalla. «Ho visto il tuo broncio da lontano. Ti preferisco quando sei di buon umore, sai? Fai delle torte buonissime quando sei felice»

Drake accennò un sorriso. «Tutto merito delle ricette di mia nonna»

«Però sei tu a cucinare» disse. Poi ammirò la vista degli alberi altissimi dall'altra parte del lago. Il tendone dell'infermeria si trovava su un piccolo promontorio recintato, un luogo sereno e piacevole.

«Sei un ragazzo dal cuore d'oro, Drake» continuò. «Chiunque sia stata la persona che ti ha spezzato il cuore, non merita i tuoi pensieri. Devi lasciar andare il dolore del passato se vuoi iniziare a sperare in un futuro più felice»

Il guardiano sorrise incredulo, asciugandosi le lacrime. «Da quando sei così saggia?»

Marta sghignazzò felice, come se aspettasse da tempo che qualcuno le facesse quella domanda. «Ho appena iniziato una nuova serie tv. I personaggi fanno sempre delle profonde riflessioni filosofiche e dicono spesso cose di questo genere. A quanto pare mi hanno contagiata»

«È incredibile quanto si possa imparare da una semplice serie tv»

«Ehi, ogni serie tv, film o libro che si rispetti riesce ad insegnare qualcosa. Se alla fine di quello non hai imparato nulla, allora hai solo sprecato tempo»

Drake rimase stupito ancora una volta dalla sua saggezza. «E te sei mai stata delusa da qualche film o libro?»

Marta annuì. «Ovvio, dai film di Percy Jackson. Ovvio che una morale ce l'avevano, ma fanno schifo! E sono pronta a scommettere che avrò un esercito di lettori accaniti di PJ pronti a concordare con me. Quei film sono orribili e deludenti. Se solo si potesse trasformare le parole in immagini...»

Poi si accorse dell'orario e lanciò un gridolino preoccupato.

«Che succede?» le chiese Drake.

Il rossore del pianto gli stava passando lentamente, tutto per merito di quella dolce ragazzina. Aveva ancora undici anni, ma a marzo ne avrebbe compiuti dodici. Stava crescendo e il ragazzo sperava che in futuro lei potesse conservare tutta quella gioia e quell'innocenza che la rendevano tenera e dolce agli occhi di tutti.

«Sono in ritardo per il mio allenamento!» esclamò lei, nascondendosi qualcosa di scintillante sotto la manica sinistra.

«Vai, tranquilla»

«Sicuro? Non mi scoppi a piangere di nuovo, vero? Drake felice uguale torta e io vorrei una torta»

Lui sorrise. «La avrai. Grazie, Marta»

La piccola fece un goffo inchino. «Sei mio amico, è il minimo. Ciao!» Lo salutò con la mano e scomparve saltellando dietro al tendone.

Era arrivato il momento per Drake di andare a riposarsi, finalmente.
Forse il sonno gli avrebbe portato qualche altro consiglio.

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