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By BookonaTree2020

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"Come si arriva a stare sul filo? Com'è che ci si ritrova sopra senza nemmeno sapere di esserci mai saliti?" ... More

Chapter 01 - Guido Sgardoli
Chapter 2 - Pierdomenico Baccalario
Chapter 3 - Daniele Nicastro
Chapter 4 - Andrea Pau
Chapter 5 - Andrea Vico
Chapter 6 - Tea Orsi
Chapter 7 - Carlotta Cubeddu
Chapter 8 - Fiore Manni
Chapter 9 - Marco Pelliccioli
Chapter 10 - Veruska Motta
Chapter 11 - Giada Pavesi
Chapter 12 - Elena Peduzzi
Chapter 13 - Eleonora Babbo & Vincenzo Galli
Chapter 14 - Giuseppe D'Anna
Chapter 15 - Davide Lamandini
Chapter 16 - Gisella Laterza
Chapter 17 - Lucia Vaccarino - FINE PRIMA PARTE
Chapter 18 - Guido Sgardoli - INIZIO SECONDA PARTE
Chapter 19 - Daniele Nicastro
Chapter 20 - Carlotta Cubeddu
Chapter 21 - Andrea Vico
Chapter 23 - Andrea Pau
Chapter 24 di Fiore Manni
Chapter 25 - Marco Pelliccioli
Chapter 26 - Veruska Motta
Chapter 27 - Giada Pavesi
Chapter 28 - Elena Peduzzi
Chapter 29 - Eleonora Babbo & Vincenzo Galli
Chapter 30 - Giuseppe D'Anna
Chapter 31 - Davide Lamandini
Chapter 32 - Gisella Laterza
Chapter 33 - Lucia Vaccarino
Epilogo - Jennifer Orrico

Chapter 22 - Tea Orsi

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By BookonaTree2020


Le sirene rimbombano all'interno del laboratorio, hanno un suono insopportabile, assordante. Le luci colorate lampeggiano a intermittenza e tutta quella confusione fa sentire Nadia improvvisamente priva di forze. Senza neppure accorgersene, si accascia a terra.

"Devo verificare la barriera perimetrale esterna!" dice Johnson, correndo via.

Intanto, Ivan continua a gridare, premendo i pulsanti di un grande quadro elettrico nascosto in una nicchia del muro. Lo fa secondo una sequenza ben precisa, che forse conosce solo lui.

"Entra sempre dalla parte sbagliata, urodlivyy idiot!"

"Che diavolo sta succedendo? Con chi stai parlando?" sbraita Martha prendendolo per le spalle e scuotendolo

Anche lei è improvvisamente fuori di sé.

"Non posso risponderti se non mi lasci spegnere l'allarme, da!" grida Ivan, seccato, scrollandosela di dosso in malo modo.

Martha lo osserva, stringendo i denti, come se volesse ammazzarlo. Poi, distoglie lo sguardo e si infila le mani nella tasca, toccando il delicato dispositivo che aveva programmato di applicare di nascosto al sequenziatore per monitorare i dati del test di Nadia. Quell'imprevisto ha sconvolto i suoi piani e ora ha i nervi a fior di pelle.

Di colpo, torna il silenzio e le luci si spengono.

"Ecco! Con un po' di pazienza si risolve tutto. T-E-R-P-E-N-I-Y-E!" esclama Ivan soddisfatto, fissando Martha negli occhi.

Mei Ling si avvicina a Nadia, che è rimasta a terra tutto il tempo, e la aiuta a rialzarsi.

"Tutto a posto?"

Nadia annuisce e alza lo sguardo, cogliendo nei suoi occhi una traccia di dolcezza. Sa che di lei si può fidare. In fondo, non avrebbe affrontato un viaggio del genere per raggiungerla se non avesse tenuto a Dan... e ora a lei. Vorrebbe avere il tempo di parlarle ancora, di chiederle nuovamente di lui. Ma non ora.

"Grazie per l'accoglienza Ivan. Rivedrei soltanto il suono delle sirene. Sbaglio o questa volta erano più rumorose del solito?" esclama una voce sconosciuta e un po' rauca.

Martha scatta come una molla e impugna la pistola che aveva nascosto nella tuta, mentre Mei Ling sorride sollevata e fa segno a Nadia di stare tranquilla.

Anche Ivan non sembra affatto preoccupato, scuote la testa e si siede sbuffando.

Intanto una ragazzina buffa entra da un passaggio che nessuno aveva notato, saltellando con l'andatura spensierata tipica di una bambina appena uscita da scuola. Ha due grandi occhi verdi e i capelli neri, cortissimi ma arruffati, e indossa una tuta decisamente troppo larga per lei, macchiata di petrolio e fango secco. Vedendola, Martha e Nadia restano interdette.

Anche lei le guarda un po' confusa, poi sorride, mostrando una dentatura piuttosto sbilenca e un paio di denti neri.

"Oh vedo che hai visite Ivan. Ciao Mei!"

Mei Ling sorride e si accorge che Nadia e Martha la stanno fissando con aria stranita..

"Vi presento Pat, ragazze. Nessuno conosce Oudeschild meglio di lei. Può arrivare anche negli angolo più nascosti," spiega.

"Non per nulla è l'unica che riesce a introdursi qui dentro senza passare dall'ingresso principale, fregandosene di tutti i codici di Johnson. Nessuno sa come fa, nemmeno io che qua dovrei essere il capo! Infatti, la chiamiamo The Crawler." aggiunge Ivan.

"In che senso?" chiede Nadia, curiosa.

"Ottima domanda! Diciamo che è da tutta la vita che striscio nei cunicoli più stretti di Oudeschild, alla ricerca di un segreto che salvi la natura umana. Un giorno ci riuscirò!" esclama Pat, ridacchiando.

"Be', allora hai qualcosa in comune con noi," commenta Martha, sprezzante.

Pat la squadra da capo a piedi, sospettosa. "Non saprei..." sussurra fra i denti.

Martha distoglie lo sguardo, infastidita: sembra che la nuova arrivata, di certo la più piccola di loro, che osa sfidarla come nessun altro ha mai fatto prima, per lei sia un problema. Inoltre, sente i suoi occhi puntati addosso e pensa che posizionare il dispositivo ora sarà ancora più complicato.

Fortunatamente, Mei Ling interviene, ricordando che il tempo sta passando veloce e, con tutte quelle chiacchiere, loro lo stanno sprecando.

"È bello rivederti Pat, ma ora dobbiamo procedere con il test. Potrebbe succedere di tutto e dobbiamo sbrigarci!"

"Giusto!" esclama Ivan, ritornando al sequenziatore. "Coraggio, Nadia. Dove eravamo rimasti? Ah sì, dovevamo ancora cominciare. Campione di saliva, da."

Nadia si avvicina a lui, ma in quel momento Mei si accorge che qualcosa non va.

"Dov'è finito Johnson?" chiede.

"Quando l'allarme scatta le telecamere restano in stand-by per alcuni minuti. Probabilmente le sta controllando, ma in effetti dovrebbe già essere qui!" spiega Ivan, improvvisamente sospettoso.

"Andate a vedere!" grida Martha, avvicinandosi al sequenziatore. Ormai è più nervosa di un leone in gabbia, ma intuisce che potrebbe approfittare dell'occasione per entrare in azione.

"Sì, vado io. Tu stai qui con Ivan e Pat. Dovete proteggere il laboratorio!" dice Nadia.

Mei Ling le si avvicina, decisa.

"E io allora proteggerò te, anche perché non conosci i codici di uscita. Faremo in fretta!"

Prima che escano, Pat si fa avanti e porge loro una sorta di vecchio localizzatore malandato, tenuto insieme da vari pezzi di nastro isolante.

"So che non ha un bell'aspetto, ma la sua frequenza è talmente obsoleta che non può essere intercettata neanche dai sistemi più avanzati. Se avete bisogno di me, premete il pulsante rosso!"

"Grazie Pat!" dice Mei, mettendo il dispositivo in tasca.

Poi si avvia velocemente lungo il corridoio. Si sente confusa e in quel momento ha soltanto voglia di uscire da quel posto per prendere una boccata di aria fresca.

Nadia cerca di starle dietro, ma lei accelera, raggiungendo il portone, digita i codici e, non appena questo si apre, si precipita all'esterno. Nadia la raggiunge poi all'improvviso, la prende per il braccio, stringendola con forza, mentre il rumore metallico della porta che si chiude riecheggia nell'oscurità.

"Mi fai male! Che ti prende?" esclama Mei, voltandosi verso di lei.

"Ssst..." sussurra Nadia, ma di colpo le parole le si paralizzano in gola. Mei coglie un'espressione di terrore sul suo viso; ora ha paura di voltarsi e lo fa molto lentamente.

Davanti a loro, qualche metro più in là, c'è qualcuno.

"Incredibile! Sei addirittura venuta a consegnarti!" esclama una voce nota.

"Ava?" sussurra Mei, incredula, voltandosi di scatto.

Eccola lì, proprio davanti a loro, affiancata da quattro sconosciuti dall'aria tutt'altro che amichevole.

"Sorpresa!" esclama la ragazza, mentre un bagliore di vittoria le illumina gli occhi che sembrano quasi color ghiaccio.

"Hai già causato troppi guai al Cerchio, Nadia, ma ora forse avrai capito che non ti conviene cercare di fregarmi. Noi possiamo arrivare ovunque!"

Nadia non riesce a ribattere, è interdetta e osserva gli uomini che sono con Ava: non sono volti noti.

Mentre riflette velocemente sul da farsi, Mei le si para davanti, pronta a tutto pur di difenderla.

"Non vi lascerò prendere anche lei. Questa volta non ci riuscirete!"

In quell'istante un grido fa sobbalzare tutti i presenti.

"Alzate le mani e non muovetevi!"

Nadia e Mei riconoscono subito la vocina di Johnson: si trova proprio lì alle spalle di Ava e non è solo.

E ora?

D'istinto, Mei prende Nadia per mano e comincia a correre, trascinandola con sé, lasciandosi alle spalle il laboratorio clandestino, il Cerchio, il sequenziatore, Martha e tutto ciò che potrebbe succedere una volta trovata "la cura".

"Dove andiamo?" grida Nadia, mentre Mei la guida attraverso i vicoli intricati che portano dal laboratorio alla vecchia città.

"Lontano da qui! Tu non finirai come Dan! Non lo permetterò!"

E la voce si perde nei meandri dei vicoli. Corrono per un po' senza tregue finché notano un angolo al buio, dove i muri di due edifici c'incontrano formando una specie di insenatura riparata.

"Lui non si sarebbe lasciato trascinare via vero? Insomma... Dan era sempre così sicuro di sé..." chiede Nadia.

"Be', all'inizio credevamo di sapere a che gioco stavamo giocando, ma in realtà eravamo soltanto un po' incoscienti e Dan lo era di più, perché sapeva di potersela cavare da solo, ed era abituato a riuscirci. . ." risponde Mei, quasi senza fiato per la corsa e per le emozioni contrastanti che la investono ogni volta che ripensa a lui.

Poi, si guarda intorno, smarrita.

"Dove siamo finite?" chiede Nadia, notando i vecchi palazzi diroccati, circondati da una foschia salmastra che rende l'aria dannatamente pesante.

"Maledizione! Non lo so! Non mi ricordo la strada, forse è meglio se ci separiamo. Non so se Johnson è riuscito a fermare Ava ma lei non deve trovarti!" dice Mei, agitata.

Nadia si ferma un istante, poi le prende la mano e la guarda negli occhi.

"Io non sono Dan. Non mi interessa cavarmela da sola. Non più." Afferma con aria decisa. "Ora siamo un gruppo. Se ci salveremo, lo faremo insieme."

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